Due convegni: da Eilat a Milano Marittima

Due convegni: a Eilat sui problemi sanitari del conflitto israelo-palestinese e a Milano Marittima su “bioetica ebraica: tradizione ebraica e legislazione europea a confronto”

I problemi sanitari del conflitto israelo-palestinese e gli aspetti medici, etici e psicosociali della malattie genetiche fra gli ebrei sono stati i temi di un convegno organizzato con molta accuratezza a Eilat, lo scorso marzo, dalla World Fellowship della Israel Medical Association (IMA). L’IMA è membro della World Medical Association di cui il dott.Yoram Blachar è attualmente chair council. Al convegno hanno partecipato delegati di associazioni mediche ebraiche di sedici paesi, che hanno così voluto testimoniare la loro solidarietà in un momento difficile della storia di Israele. La rappresentanza dei medici italiani organizzata dall’AME era di 8 persone; una di esse (Dr. Maria Silvera) ha avuto l’onore di essere chairman della sessione “Psicodynamic reflections on genetic diseases”.

La prima parte del convegno è stata dedicata ai problemi medici del conflitto israelo-palestinese. Numerose sono state le testimonianze di medici impegnati nel soccorso alle vittime di attacchi terroristici. Nonostante la drammaticità degli eventi, sin dall’inizio del conflitto israelo-palestinese, l’IMA ha assunto una posizione inequivocabile, dichiarando, in accordo con il giuramento di Ippocrate, che la vita è un valore supremo e che i pazienti devono essere assistiti nello stesso modo, indipendentemente dalla nazionalità e dalla religione. Questa dichiarazione avrebbe dovuto essere sottoscritta anche da rappresentanti dell’Associazione Medica Palestinese, ma finora è stata firmata solo dal dottor Yoram Blachar, presidente dell’IMA. Medici israeliani e palestinesi con l’assistenza saltuaria di gruppi internazionali stanno collaborando a numerosi progetti, soprattutto in campo pediatrico. Per ricordarne alcuni: “Saving children” (per iniziativa di S.Peres) che offre diagnosi e trattamento ai bambini palestinesi negli ospedali israeliani; “Medi-link” per la formazione del personale medico palestinese in ospedali israeliani; è in costruzione un centro di emato-oncologia pediatrica per bambini palestinesi; sta proseguendo, per il II anno, un programma di formazione insieme all’ Ospedale Hadassa mirante a formare medici, infermieri, assistenti sociali e farmacisti palestinesi.

Nella seconda parte del convegno si è discusso soprattutto della malattia di Gaucher, una patologia dovuta a un difetto enzimatico trasmesso geneticamente.La frequenza della malattia è relativamente elevata in alcune comunità ebraiche di origine ashkenazita e in alcune popolazioni di origine iberica (Portogallo e Spagna). Negli ultimi quindici anni sono stati compiuti progressi importanti nel trattamento della malattia, poiché con l’ingegneria genetica è stato prodotto in vitro l’enzima mancante, che può quindi essere somministrato ai pazienti. Inoltre è stato identificato il gene (N370S) responsabile della malattia, rendendo possibile l’identificazione dei portatori.

Sono state poi considerati gli aspetti sociali e psicologici delle malattie genetiche sia nella prospettiva della prevenzione sia in quella del trattamento.Le relazioni hanno sottolineato l’importanza del vissuto psicologico della malattia, e quindi l’utilità di un sostegno, non solo per coloro che ne sono portatori e per i loro familiari, ma anche per coloro che se ne prendono cura e necessitano di conoscere i vari elementi psicologici, sociali e culturali in gioco.

Infine è emerso come il punto di vista ebraico, in tema di terapia genica, sia più aperto di quello di altre confessioni nei confronti delle malattie genetiche. Infatti secondo l’etica medica ebraica, per il trattamento di gravi malattie è consentito l’uso delle cellule staminali, anche di derivazione embrionale. Grazie alla posizione aperta delle autorità religiose e dei comitati di bioetica, infatti, la ricerca scientifica israeliana sul possibile utilizzo delle cellule staminali è attualmente all’avanguardia.

Per ulteriori informazioni sull’Israel Medical Association e sulle sue attività è possibile consultare il sito www.ima.org.il.

A Milano Marittima, nell’ambito del Moked di Primavera organizzato dal DEC e in collaborazione con il Collegio Rabbinico Italiano, l’AME ha organizzato un convegno dal titolo: “Bioetica ebraica: legislazione europea e tradizione ebraica a confronto”. La riunione si è svolta al termine di una vivace assemblea che ha sancito la nascita dell’Associazione Medica Ebraica Italia . Le varie associazioni mediche locali già operanti come il gruppo Mosè Maimonide, l’Associazione medica ebraica romana e l’AME Nord Italia “Erica Leherer Grego” sono state le promotrici e rimarranno come sezioni territoriali dell’associazione nazionale. È importante avere una unica associazione che sia in grado di partecipare al dibattito sulle problematiche della salute in Italia e portare il contributo dell’ebraismo nel campo della bio-etica .

Il Prof. Amos Luzzatto, che è stato nominato presidente onorario dell’AME, ha parlato dei “diritti del malato” arricchendo la sua esposizione di arguti commenti sulle proprie esperienze personali sia come medico che come paziente.

Il dott Cesare Efrati, gastroenterologo a Roma, ha affrontato il problema del “consenso informato” con la complessa sequela delle implicazioni del “dire o non dire al malato”, “quanto e come dire”, quando tacere, come comportarsi al riguardo con la famiglia. Su questi aspetti il pensiero ebraico sembra del tutto in linea con i principi bioetici riconosciuti ed applicati in Europa, ponendosi su posizioni più attente alla sensibilità individuale di quanto non si faccia negli Stati Uniti, dove prevale un approccio molto più brutalmente pratico ed autodifensivo.

Il dott. Gianfranco Di Segni, ricercatore del CNR a Roma, ha presentato la posizione dell’ Ebraismo sul tema della “fecondazione assistita” e dell’utilizzo degli embrioni umani a scopo di ricerca: la fecondazione eterologa è del tutto ammissibile e, anzi, favorita come qualunque mezzo per garantire la procreazione consapevole e la maternità viene riconosciuta a colei nel cui utero la gestazione è giunta a compimento. La sperimentazione sugli embrioni è altrettanto accettata in quanto strumento di avanzamento della medicina.

Infine rav Alberto Somekh ha tenuto una esaurientissima relazione su quanto i Maestri del commento, dai tempi rabbinici ai giorni nostri hanno scritto sul tema della “sperimentazione animale” o, meglio, sulle sofferenze inflitte agli animali dall’uomo per trarne vantaggio e non solo in campo medico. È stata come di consueto un’esposizione precisa e allo stesso tempo avvincente, ricca di aneddoti talora esilaranti o curiosi, tutti riconducibili alla “morale” alachica della necessità di agire secondo giustizia, nel rispetto di ciascuno, compresi gli animali, la cui posizione non va comunque mai posta al di sopra o alla pari di quella dell’uomo.

Rosanna Supino