14/02/2009 – Resoconto visita dell’Istituto Villa Santa Maria ai centri Tsad Kadima
Una delegazione professonale dell’Istituto Villa Santa Maria guidata dalla Dott. Mariani ha visitato i centri di “Tsad Kadima “in Israele tra il 21 e il 25 febbraio.
Villa Santa Maria, istituto diretto dalla Dott Gaetana Mariani situato in provincia di Como, comprende il Centro Diurno di Neuropsichiatria Infantile, Struttura Terapeutico- riabilitativa di neuropsichiatria infantile e una residenza Sanitaria Disabili.
Tsad Kadima è un associazione che si occupa di organizzare e aiutare il percorso formativo dei bambini che soffrono di lesione cerebrale in Israele, a prescindere dalla religione, dal credo o dall’appartenenza etnica.
La visita si e’ svolta nel quadro dell’accordo di gemellaggio stipulato tra i 2 enti e approvato dalla regione Lombardia con delibera dicembre 2008.
La delegazione era molto qualificata professionalmente e comprendeva le principali figure dell’istituto lombardo in campo terapeutico e riabilitativo.
La delegazione accompagnata da Alessandro Viterbo genitore, membro direttivo “Tsad Kadima ” e riferente gemellaggio ha visitato i vari centri di attivita ‘ a Riscion Lezion Beer-sheva e Gerusalemme La visita ha compreso osservazioni programmi motorici e idroterapeutici conoscenza con staff professionale con personale paramedico e soprattutto con i bambini, presa d’atto distrumenti, concetti d’azione e metodi diversi.
I membri della delegazione hanno partecipato all’incontro –conferenza di Alessandro Viterbo nella sala Prato del Tempio Italiano di Gerusalemme raccontando della loro esperienza e dell’importanza di scambi professionali e rispondendo alle numerose domande del pubblico.
Sono gia in progetto ulteriori momenti di cooperazione tra i 2 istituti quali incontro in Italia,pubblicazione materiale professionale in italiano e convegno scientifico a Milano.
La visita della delegazione e’ un ulteriore esempio di proficua cooperazione tra Italia e Israele questa volta in campo della riabilitazione di bambini con necessità speciali.
La Dott Gaetana Mariani e Alessandro Viterbo hanno il piacere di rivolgere una calda parola di ringraziamento a tutti coloro che hanno operato a favore di questo progetto in Italia e in Israele.
Villa Santa Maria, istituto diretto dalla Dott Gaetana Mariani situato in provincia di Como, comprende il Centro Diurno di Neuropsichiatria Infantile, Struttura Terapeutico- riabilitativa di neuropsichiatria infantile e una residenza Sanitaria Disabili
La delegazione VSM ha potuto visitare, nei tre giorni di permanenza in Israele, le strutture riabilitative di Riscionlezyyion, Beersheeva e Gerusalemme.
La delegazione era composta da:
Dr.ssa GAETANA MARIANI – Direttore Generale
Dr. FAUSTO PANIZZA – TNPEE – Responsabile terapisti della riabilitazione
Dr.ssa CINZIA TRISCARI – Medico specialista in neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza
Sig.ra AGAPE TERZI – Coordinatrice infermieristica
Dr.ssa EMANUELA AIANI – Pedagogista – Responsabile servizio socioeducativo
Riassumo qui di seguito, in sintesi, gli elementi più significativi di un’esperienza che è stata per tutti noi molto costruttiva sia dal punto di vista professionale che umano: siamo rimasti veramente molto impressionati dalla serietà, dalla determinazione e dall’impegno profuso nel lavoro svolto quotidianamente.
CENTRO DI RIABILITAZIONE DI RISCIONLEZYYION
La struttura svolge 3 diversi tipi di attività:
Asilo nido riabilitativo
Scuola materna riabilitativa
Scuola elementare riabilitativa
È inoltre presente un’attività motoria in acqua, che si svolge nella piscina interna del Centro. In sintesi qui di seguito, le attività cui abbiamo partecipato, accompagnati da Alessandro Viterbo, genitore membro del direttivo e referente del progetto di gemellaggio:
1. classe asilo nido: sotto la direzione di Vered Madmoni, vice direttrice centro e conductor senior: programma composto da vari stadi:colazione, passaggi attivi, preparazione piscina; Illustrazione del programma di idroterapia; incontro con Hana Alajem genitore fondatore e ora dirigente “Tsad Kadima’;
2. visita generale a 4 classi del Centro, con incontro con conduttori e personale, utilizzo di materiali e strumenti.
3.Osservazione di programma motorico per terra per tre bambini, condotto da Dooa Mata; Partecipazione attività con bambini diversi,conoscenza angoli attivi, posture.
4.visita scuola in crescita:incontro con la direttrice Larissa Proteskaja
5. Visita appartamento di apprendimento e incontro con i ragazzi e con lo staff , in particolare Avi Colodner e Dooa Mata; partecipazione programma ragazzi
Osservazioni:
• L’attività del nido si svolge a partire dalla primissima infanzia,su bambini del 2006- 2007-2008;i pazienti sono omogenei per patologia (PCI, SINDROMI);
• Ambienti essenziali e semplificati; strumenti a parete per spingere il bambino a stare in piedi.
• È una modalità più affettiva e più accogliente
• I pasti vengono consumati in aula
• Gli accessi degli operatori al domicilio del bambino vengono fatti obbligatoriamente due volte all’anno, in raccordo con i servizi e l’educatore comunale
• In Israele le strutture residenziali sono pochissime. I bambini stanno in famiglia;
• Il bambino trascorre la quasi totalità della giornata nello stesso ambiente e con gli stessi operatori.
Questo criterio di lavoro presenta evidenti vantaggi, sia per il bambino sia per l’operatore:
Per il bambino:
• La prevedibilità ambientale, che facilita il riconoscimento degli spazi e la riduzione di un possibile stato d’apprensione derivato dalla non conoscenza di ciò che si andrà a svolgere
• Una continuità nella relazione con le persone di riferimento
• Un ambiente protetto
• Un maggior numero di trattamenti quotidiani
Per l’operatore:
• Una conoscenza globale del bambino.
• Risparmio in termini di tempo grazie allo svolgimento dei trattamenti nell’ambiente di vita quotidiana, senza doversi spostare nelle sale di terapia.
• Una condivisione degli obiettivi terapeutici e una collaborazione fra le figure professionali che, supervisionati da un referente, si occupano del bambino.
• Libertà di scelta su quando effettuare i trattamenti nel corso della giornata.
• L’ambiente e tutto ciò che è presente in esso (tavoli, sedie, giochi, angoli di lavoro ecc.)sono costruiti a misura del bambino.
La superficie di alcuni tavoli è costituita da listelli di legno, che forniscono un appiglio per il passaggio dalla postura seduta (a terra o sulla sedia) alla stazione eretta; questi travicelli permettono, inoltre, l’incastro del piatto al tavolo (accorgimento talvolta necessario durante i momenti del pasto), l’incastro di alcuni giochi e il fissaggio di piani di lavoro per permettere ai bambini posizionati sulla statica di poter lavorare ad una altezza giusta.
• Le sedie, oltre ad avere una seduta adeguata alla statura dei bambini, hanno il retro dello schienale costituito da una piccola scaletta a pioli; questa costituisce un appoggio che facilita sia il passaggio dalla postura seduta a terra a quella eretta, sia la deambulazione nella stanza.
• L’arredamento, i giochi, gli ausili, ecc. sono molto semplici ma incredibilmente pratici. Da noi le statiche, ad esempio, sono spesso ingombranti, pesanti e, talvolta, richiedono la presenza di due operatori per il loro trasporto. Pertanto, la messa in statica del bambino viene ridotta ad una sola volta al giorno. Diversamente, tali ausili in Israele risultano strutturalmente più semplici, leggeri e meno ingombranti. Il bambino viene posizionato in statica più volte nell’arco della giornata e, durante il fine settimana, l’ausilio viene facilmente caricato in macchina dei genitori (con le nostre statiche è, talvolta, impensabile), permettendo di proseguire il lavoro anche a casa.
• Ogni ambiente è suddiviso in spazi di lavoro ben differenziati e strutturati. Il bambino sceglie il luogo in cui svolgere l’attività e il materiale da utilizzare; l’operatore, di conseguenza, si inserisce nel gioco intrapreso dal bambino per facilitare il raggiungimento degli obiettivi preposti. Tale principio, che si basa sull’importanza della scelta del gioco da parte del bambino, è quello su cui si basa la neuropsicomotricità anche in Italia.
• Nel centro riabilitativo di Riscion Lezyyion è presente una piscina gestita da terapisti. La preparazione dei bambini per l’ingresso in piscina avviene, anziché negli spogliatoi, nell’aula dove trascorrono gran parte della giornata. Anche questa fase viene sfruttata come trattamento; i bambini sono, infatti, stimolati sia attraverso la gestualità degli operatori sia attraverso il linguaggio verbale (spesso il personale effettua le comunicazioni utilizzando delle filastrocche). Una volta pronti, i bimbi raggiungono il bordo vasca e rimangono per alcuni minuti ad osservare altri bambini già presenti in acqua; in seguito, i terapisti in acqua iniziano a richiamare l’attenzione dei bambini che dovranno effettuare il trattamento. Questo sistema permette di entrare in relazione con loro ancor prima dell’inizio della seduta.
CENTRO di RIABILITAZIONE TSAD KADIMA di B’EER- SHEVA e THE CHILD DIAGNOSTIC and REHABILITATION CENTER, B’EER- SHEVA
La visita a B’eer- Sheva è stata per tutti noi molto significativa per l’incontro con la dirigente sanitaria drssa Marina Norsi, la cui esperienza ultraquarantennale nel settore diagnostico e riabilitativo ci ha impressionato tantissimo.
Il contesto in cui operano le strutture è molto particolare, in quanto a B’eer- sheva convivono in pratica gruppi etnici con abitudini e stili di vita eterogenei ( emigrati di origine russa, emigrati di origine etiope, nomadi beduini).
Il lavoro svolto in questi anni ha comunque cercato di valorizzare l’apporto della famiglia e di rafforzarne le competenze educative, assistenziali e riabilitative, a partire proprio dal contesto culturale di partenza. Inoltre, pur prendendo avvio dall’applicazione del metodo ungherese Petὂ, l’attività operativa se ne differenzia sotto alcuni profili significativi:
– In Ungheria l’attività viene impostata sulla residenzialità , dal momento che un genitore, quasi sempre la mamma, può assentarsi dal lavoro per un tempo molto lungo, fino a 10 anni, per seguire il bambino disabile in Istituto;al contrario, in Israele si punta sull’attività diurna, e sul mantenimento a domicilio del bambino con la sua famiglia;
– L’attività riabilitativa viene svolta da terapisti di formazione diversa, mentre in Ungheria tutto si incentra sulla figura del Conductor.
Centro per bambini affetti da sindrome autistica:
Vengono svolte attività all’interno di un’unica aula, tranne che per l’espansione delle autonomie relative all’igiene personale ed all’utilizzo della toilette.
I bambini stanno insieme, mangiano all’interno dello spazio-lavoro (discretamente ampio e adeguatamente strutturato, con un grande tavolo al centro della stanza e angoli gioco tutt’intorno). Nell’aula grande, si affacciano 2 aulette di dimensioni inferiori, chiuse da porte, delle dimensioni di circa 2 x 2,5 mt, fornite di tavolino, 2 sedie e mensole per l’appoggio di giochi, attività da proporre ai bambini (incastri, puzzle..).
I bambini svolgono attività individualizzate, con l’educatore professionale, per circa 4 ore al giorno. I trattamenti proposti sono infatti a carattere intensivo, finalizzati ad inquadrare le difficoltà del singolo bambino ed impostare opportuno lavoro.
I bambini osservati avevano età media compresa tra 2 e 4 anni. Un’età in cui appare ancora molto difficoltosa una diagnosi di sindrome autistica, ma utile per un’accurata osservazione del bambino rispetto alle sue capacità di relazionarsi con l’altro, di seguire con lo sguardo, di mostrarsi curioso rispetto a quanto lo circonda, imitare, manipolare, utilizzare i vari oggetti. Un’età in cui è possibile evidenziare la presenza di stereotipie motorie, verbali, l’utilizzo non funzionale di qualsivoglia oggetto, il non entrare in relazione con l’altro. Le attività proposte sono quindi inizialmente finalizzate ad osservare il bambino e proporre semplici esercizi attraverso i quali valutare competenze e deficit su cui poi lavorare.
I momenti del trattamento sono adeguatamente suddivisi nell’arco della giornata.
Gli operatori che lavorano coi bambini ruotano sugli stessi, alternandosi e dando gradualmente al bambino la possibilità di relazionarsi con più persone (da valutare il numero degli operatori che ruotano, che comunque non è alto).
I bambini sono messi poi nella situazione di condividere diversi momenti: il momento del pranzo, del gioco, del riposo pomeridiano, in un contesto molto rilassante e affettivo.
I bambini svolgono inoltre visite specialistiche e trattamenti FKT, questi ultimi in un’aula a parte, dove vengono effettuate anche eventuali prove tutori e/o carrozzine.
Per i trattamenti FKT hanno differenti strumenti: dalle statiche, alle scale con altezza graduata, alle carrozzine a motore, per le quali vengono adeguatamente istruiti.
Viene ampiamente utilizzata la comunicazione per immagini, previa valutazione del logopedista ed impostazione di immagini scelte e quadernini per il singolo bambino. Altro importante utilizzo è quello del computer, attraverso il quale i bambini riescono a comunicare, indicano, imparano, scrivono.
ATTIVITA’ A GERUSALEMME
Martedì 24 febbraio 2009: partecipazione alla conferenza del dottor Alessandro Viterbo alla presenza di una rappresentanza della Comunita’ italiana a Gerusalemme.
I membri della delegazione hanno partecipato all’incontro / conferenza di Alessandro Viterbo nella sala Prato del Tempio Italiano di Gerusalemme, raccontando della loro esperienza e dell’importanza di contatti e scambi professionali e rispondendo altresì alle numerose domande del pubblico. Visita dell’appartamento di apprendimento a Gerusalemme; incontro con Yuval Tsur responsabile del progetto, partecipazione ai Programmi Tsad Kadima di Gerusalemme.
Incontro con i ragazzi (Harrot di origine armena, Yoel, Adar, Haghit).