Problemi di bioetica: la fecondazione – Rav Luciano Caro
La posizione ebraica sul valore assoluto della vita umana è ben espressa dall’ammonimento che, secondo il Talmud, il giudice chiamato a giudicare su questioni di diritto penale, rivolgeva ai testi: “sappiate che il sangue dell’imputato (ove fosse condannato ingiustamente) ricadrebbe su di voi per tutte le generazioni successive”. E ancora: “l’uomo, secondo il racconto della creazione, è stato creato partendo da una singola unità per insegnare che chiunque causa la morte anche di un solo individuo è come se distruggesse l’intera umanità; chi salva un individuo è come se salvasse l’umanità”.
Salvare una vita umana è pertanto un imperativo categorico. Analogamente è considerato un impegno imprescindibile curare il malato e adoperarsi per tutelare la salute dell’uomo.
Chi, per mettere in pratica un precetto religioso, mette a repentaglio la propria salute, è chiamato peccatore. Si deve imporre al malato grave, anche contro la sua volontà, la giusta terapia anche se questa contrasta i doveri religiosi. Ciò premesso, occorre ricordare che la normativa ebraica si fonda sulle fonti antiche (la Bibbia, la letteratura talmudica e i “precedenti”).
Ecco alcune osservazioni di carattere generale: ma si tenga conto che la soluzione di ogni problema è demandata al proprio Maestro di riferimento, esperto in materia.
La procreazione è considerata un dovere primario. Chi non intende provvedervi è come se “sopprimesse una vita e causa l’allontamento della Provvidenza”.
Si adempie al precetto mettendo al mondo almeno un maschio e una femmina.
L’obbligo ricade soprattuto sull’uomo, in quanto si ritiene che nella donna il desiderio di maternità è talmente connaturato che non richiede un preciso dettato normativo in proposito.
Va anche premesso che la legge ebraica prevalente non parla tanto di diritti quanto piuttosto di doveri. Non si afferma il diritto alla vita, ma il dovere di presevarla e di non attentare alla vita. Non si afferma il diritto di proprietà ma si sostiene il dovere di non ledere il prossimo in ciò che possiede.
PROCREAZIONE ASSISTITA
La materia è elaborata e complessa, comprendendo aspetti fisici, psicologici ed etici;pertanto non è sempre possibile dare in proposito risposte definitive. Ogni caso va valutato a sé con grande attenzione. Sebbene le autorità rabbiniche propendano per posizioni facilitanti, non si può prescindere da problematiche alle quali occorre trovare soluzioni.
Ne citiamo alcune:
– divieto di dispersione del seme
– rischio di confusione tra donatori
– inadempienze dell’obbligo della procreazione
Và tenuto presente che per la norma ebraica il concepito acquisisce pieno stato giuridico solo al momento della nascita. Fin dal concepimento il feto è protetto ma i suoi diritti non prevalgono sull’integrità fisica, e, secondo alcuni, anche psichica della madre. La soppressione del feto è proibita, ma comunque non costituisce omicidio. Nei casi in cui la fecondazione avvenga in vitro si tende a sostenere:
– che l’embrione fino a quando non è impiantato nell’utero non è considerata vita potenziale
– che il feto nel corpo materno è considerato parte di questo
– che,in termini generali, l’impiego scientifico dell’embrione deve essere funalizzato in primo luogo a salvare vite umane
– che nei primi 40 giorni del concepimento l’embrione non è considerato essere umano a tutti gli effetti
A proposito del modo di produrre embrioni si sostiene che :
– la fecondazione omologa è consentita alle coppie sposate in difficoltà anche per salvaguardare il matrimonio (pratica da non applicare ai singles)
– quella eterologa è generalmente vietata
Questa proibizione nasce da una serie di ragioni:
– difficoltà di attribuire paternità e maternità
– problemi psicologici della coppia, del donatore e, successivamente, del concepito
– problemi legati al divieto di incesto
– problemi legati al diritto ereditario
A proposito del riconoscimento di paternità e maternità:
– se il seme è del marito questi è il padre a tutti gli effetti
– se il seme è eterologo, il marito non è il padre
Controverso se l’ovulo è di altra donna. Si pone il problema se la maternità sia ovarica o uterina.
RICERCA SCIENTIFICA:
sugli embrioni per la cura della sterilità
La norma ebraica è generalmente permissiva e la consente se fuori del corpo umano, ma è vietato produrre embrioni esclusivamente per la ricerca. E’ però permesso usare quelli in soprannumero. Per l’uso è richiesto il consenso informato degli interessati. Ma comunque l’operazione va fatta sotto costante controllo.
La ricerca è consentita per prevenire trasmissione di malattie genetiche.
ABORTO
Nelle fonti talmudiche non mancano i riferimenti a proposito dell’aborto.
Secondo la normativa è proibito causare la morte del feto mediante pratiche abortive, ma ciò non costituisce omicidio poiché, come s’è detto, i diritti dell’essere umano in quanto tale si determinano al momento della nascita. Il feto è considerato dal punto di vista legale una parte organica della madre. Ne consegue che l’aborto può anche implicare conseguenze giudiziarie in chi lo pratica per le eventuali lesioni causate alla madre.
La fonte Mishnica che tratta di un aborto per motivi medici sostiene: “Se una donna ha difficoltà nel partorire e rischia la morte, si può intervenire sopprimendo il feto perché la vita di lei (vita certa) ha la prevalenza su quella del feto ( vita in potenza). A meno che il bambino sia fuoriuscito in gran parte dal corpo materno (in particolare sia fuoriuscito quantomeno il capo).
Nelle fonti talmudiche si danno suggerimenti per tutelare il feto. Ad esempio è vietato alla divorziata o alla vedova di risposarsi durante la gestazione. Ma la cosa non ha indicazioni pratiche. Piuttosto si riibadisce che qualsiasi rischio per il feto mette a repentaglio la salute della madre. Secondo il Talmud, come s’è detto, la soppressione del feto è considerata vietata dai principi universali, ma non è considerata delitto.
La norma ebraica rispetta la vita fin dalle origini ma il livello di rispetto varia a seconda di circostanze e tempi. Pieno rispetto solo alla nascita. Solo si può parlare di vita con tutto ciò che ne consegue.
Luciano Caro