Relazione European Jewish Medical Student Conference

Dal 26 al 28 febbraio 2010 ha avuto luogo a Londra la prima European Jewish Medical Student Conference dal tema Looking forward: probing modern issues for the 21st century jewish medic organizzata dalla Student Jewish Medical Association UK, nelle persone dei due co-presidenti Naomi Kaplan e Sebastian Vandermolen. I partecipanti sono stati in circa 40, di cui la grande maggioranza studenti inglesi o iscritti all’università in loco, 2 italiane (Jael Nizza e Michal Ram, vincitrici delle borse di viaggio offerte dall’AME) e due olandesi.
Nel corso della conferenza si sono tenute 3 sessioni. Nella prima, dal titolo Panel discussion- beginning of life issue, hanno partecipato:
Jonathan Sacks: studente al secondo anno alla Barts & The London School of Medicine and Dentistry, ha frequentato in precedenza la Yeshiva University di New York dove è stato membro attivo della Medical Ethics Society;
Dott. Michael Coren: pediatra al St. Mary’s Hospital, Paddington
Rav Dott Akiva Tatz: laureato alla University of Witwatersrand Medical school, attualmente lavora al Jewish Learning Exchange and Ohr Somayach ed è il fondatore ed il direttore del Jerusalem Medical Ethical Forum.
Jonathan Sacks ha parlato dell’approccio alachico alla fecondazione in vitro, analizzando in particolare le problematiche riguardanti l’attribuzione della maternità e la condizione di mamzer. In entrambe le questioni la comunità rabbinica non ha un parere unanime: secondo alcuni la madre è la donatrice d’ovulo, mentre secondo altri è colei che porta a termine la gravidanza. Secondo il precetto “ crescete e moltiplicatevi” sarebbe auspicabile che la donatrice fosse ebrea; tuttavia in questo caso ci sarebbe la remota possibilità che si venissero a creare unioni proibite tra individui nati da ovuli di una stessa donatrice. Per ovviare a questo problema sarebbe meglio che la donatrice fosse non ebrea, contravvenendo, però, al suddetto precetto.
Il dott. Coren ha presentato alcuni casi clinici caratterizzati da problemi etici correlati al ruolo decisionale dei pazienti pediatrici, come il consenso ad interventi o la scelta di essere sottoposti a diagnosi genetica per malattie potenzialmente non curabili e mortali. Egli ha inoltre illustrato le problematiche relative alla scelta di concepire un altro figlio attraverso la selezione preimpianto, in modo da dare origine ad un individuo sano in grado di essere compatibile con un fratello affetto da una patologia avente il trapianto come unica opzione curativa.
Infine, Rav Tatz ha trattato della definizione dei gradi di rischio secondo l’alachà con le sue conseguenze sulle decisioni mediche. Secondo l’alachà, un rischio è considerato basso se deriva da una condizione comunemente accettata dalla maggior parte delle persone e un individuo può decidere di sottoporvisi. Il rischio moderato può essere considerato accettabile per i professionisti; le persone comuni possono liberamente scegliere di sottoporsi, ad esempio, ad un intervento a rischio moderato, ma non possono essere incolpate o costrette in caso contrario. Se una terapia è rischiosa, ma potenzialmente curativa, è bene che venga effettuata, ma il paziente è libero di rifiutarla.
La seconda sessione, intitolata Alternative medicine- to quack or not to quack?, è stata condotta dal prof. Michael Baum, professore di chirurgia al King’s College Hospital, al Royal Marsden e al University College Hospital. Egli ha presentato i principi della medicina omeopatica, riportando l’evidenza scientifica che ne dimostra l’inefficacia, ed ha analizzato i rapporti tra medicina tradizionale ed alternativa, arrivando alla conclusione che quest’ultima può essere considerata unicamente come soluzione aggiuntiva e non sostitutiva.
L’ultima sessione, Panel discussion: Medicine and the media – can we leave our nationalist feelings at the door?, ha visto come oratori il prof. David Katz, presidente della Jewish Medical Association UK e membro degli Scholars for Peace in the Middle East, e Benjamin Pogrund, giornalista ed attivista nella lotta contro l’apartheid in Sud Africa, a fianco di Nelson Mandela, e fondatore dello Yakar’s Centre for Social Concern di Gerusalemme. Quest’ultimo ha dimostrato l’inconsistenza dell’accusa di apartheid nei confronti dello Stato di Israele, sottolineando le differenze tra la passata realtà sudafricana e quella israeliana. Il prof.Katz ha, invece, analizzato il rapporto tra la stampa medica e la comunità medica israeliana, riportando esempi di scorretta informazione che hanno messo in cattiva luce l’operato dei membri dell’Israel Medical Association, attribuendo loro responsabilità di connivenza con presunti atti commessi dall’esercito israeliano contro cittadini palestinesi.
Nel programma della conferenza è stata prevista la possibilità di partecipare alle tefillot di Shabbat e di Purim e sono state organizzate attività ricreative, come la festa di Purim e la visita al grande magazzino Harrods.
Il giudizio complessivo dell’esperienza è positivo. L’organizzazione è stata ben coordinata e l’accoglienza ottima. La scelta degli oratori, altamente qualificati, è stata oculata e le conferenze hanno sviscerato interessanti problematiche contemporanee, con particolare attenzione al pensiero ebraico. La partecipazione alla conferenza è stata un ottimo espediente per far incontrare studenti di medicina e professionisti del settore provenienti da Paesi diversi. È stata, inoltre, un’occasione per confrontarsi con culture e approcci alla medicina differenti, contribuendo ad arricchire il nostro bagaglio culturale e clinico. Tuttavia, una maggior internazionalità dei partecipanti avrebbe potuto favorire la socializzazione ed un ancora maggiore scambio interculturale.
In conclusione, dato il felice esito del connubio tra svago e cultura di questa prima Conferenza europea degli studenti di medicina ebrei, auspichiamo che esperienze simili possano essere replicate in futuro.

Jael Nizza e Michal Ram

Contatti: Student Jewish Medical Association UK (sJMA UK): studentjma@googlemail.com