Il Kibbutz Lotan: specializzato in ecologia e nello shiatsu in acqua

Il kibbutz è una colonia agricola in Israele a conduzione collettivistica, basata sulla proprietà comune della terra e sull’esclusione del denaro come mezzo di scambio. Il kibbutz presuppone ideali di uguaglianza e comporta per ciascuno l’obbligatorietà di lavorare per la comunità. La direzione del kibbutz è formata da un numero ristretto di persone e le decisioni vengono prese nell’assemblea generale. Il kibbutz è un esempio unico di democrazia diretta nel mondo moderno, fondata sulla libertà personale, l’autogoverno e la reciproca responsabilità.
Il kibbutz Lotan è situato 55 km a nord di Eilat, nel deserto dell’Aravà, a sud d’Israele. Lotan era il figlio di un capo tribù orita che viveva in quest’area (Genesi 36:20).
Il kibbutz Lotan è stato fondato nel 1983 da un gruppo di giovani israeliani e americani, la maggior parte dei quali apparteneva ai movimenti giovanili dell’ebraismo riformato. Oggi al Lotan vivono 55 adulti di 9 Paesi diversi, la cui età media è 40 anni. Ci sono inoltre 60 bambini. Abitano nel kibbutz anche 30 residenti non membri e vi trascorrono dei periodi anche gruppi giovanili e volontari. Il kibbutz ha assunto un’impronta ecologica non molto tempo fa, in particolare quando, nel 1995-96, un terzo dei membri ha lasciato il kibbutz.
La crisi si è verificata con il “coming of age” dei membri fondatori. Essendo arrivati al Lotan come single all’età di vent’anni, i fondatori si sono posti  questa domanda da sposati, una volta raggiunta la trentina: “Vogliamo veramente stare così lontano dal centro del Paese? Vogliamo veramente crescere qui i nostri figli?”
Esitavano perché non avevano fiducia nella possibilità del kibbutz di sopravvivere nel lungo periodo. Non erano certi che la vita che avevano condotto da giovani single fosse proprio quella che desideravano per la loro famiglia e i loro bambini. Altri kibbutzim dell’area vissero una crisi simile, ma nel Lotan la crisi fu particolarmente forte. Era ormai assordante la “sirena” della società occidentale. La risposta del kibbutz fu un periodo di ridefinizione della durata di due anni. Il prodotto di questo processo fu la dichiarazione d’intenti del Kibbutz Lotan, formalmente firmata dalla maggioranza dei membri nell’ottobre 1997. Un piccolo gruppo spinse per includere nella dichiarazione la necessità dell’ attivismo ambientale. Il kibbutz stava per diventare un’espressione di sionismo ecologicamente orientato. Questo interesse ha le sue origini nell’ingiunzione biblica ad Adamo quando fu mandato nel Giardino dell’Eden come amministratore della terra, “per sorvegliare e lavorare” (Genesi 2:15).

Il Lotan è diventato perciò un kibbutz particolare, perché dal 1997 ha assunto una vocazione ecologica: le case sono costruite in fango con una metodologia che riduce al minimo l’utilizzo di aria condizionata, dal momento che risultano termoisolate; sono stati installati pannelli solari ed è stata istituita una scuola di ecologia in collaborazione con diverse università che consente a giovani di tutto il mondo di partecipare ad un progetto chiamato “Green Apprenticeship” della durata di 5 mesi, nel corso dei quali vengono insegnate metodiche costruttive ecologiche e si fa diretta esperienza sul campo.

UNA SFIDA  ECOLOGICA

Il Kibbutz Lotan è stato premiato nel 2006 come “Ecovillage Excellence” dal Global Ecovillage Network. Il Centro per l’ecologia creativa che ha sede nel kibbutz ha le sue radici nel “Tikkun Olam”, il concetto di origine ebraica di aggiustare e trasformare il mondo. Il Centro offre tours, workshops, i programmi “Peace, Justice & the Environment College Semester” e “Green Apprenticeship  Permaculture and Ecovillage Design and Training“. Gli studenti che prendono parte a questi progetti vivono in case fatte di paglia e malta naturale nell’ EcoCampus, un prototipo di quartiere energicamente autonomo e fornito di molte  tecnologie sostenibili, tra cui i pannelli fotovoltaici e i forni solari.

PANNELLI FOTOVOLTAICI

I pannelli solari producono energia pulita sfruttando l’energia del Sole. Il loro utilizzo è un atto di “Tikkun Olam”, dal momento che non inquina e non provoca l’emissione di CO2 nell’atmosfera. L’energia solare sta riducendo l’uso del combustibile fossile in Israele e favorirà la creazione di un’atmosfera pulita.

FORNI SOLARI
Esistono due tipologie di forni solari:
-a scatola: sono i più semplici e, sebbene si trovino anche in commercio, si possono costruire facilmente in casa con materiali poveri (cartoncino, carta stagnola, colla).
La cottura avviene a temperature relativamente basse: ciò consente di allontanarsi, senza rischiare di bruciare il cibo. Questi forni hanno inoltre il vantaggio di cuocere una grossa quantità di cibo senza la necessità di riposizionarla per seguire la direzione dei raggi solari.

– a concentrazione (o parabolici): molto più efficienti di quelli a scatola seppure un po’ più cari, sfruttano uno specchio parabolico per concentrare al massimo la luce nel punto in cui si pone la pentola con il cibo, superando anche i 200 °C di temperatura: in condizioni di cielo sereno e con sole visibile, è possibile, ad esempio, cuocere del riso per otto persone in 25 minuti. Per la loro utilità e praticità,  si stanno diffondendo molto in alcuni campi profughi.

Da alcuni anni  il kibbutz si è specializzato anche in una particolare tecnica di rilassamento del corpo praticata nell’acqua:

IL WATSU

Il Watsu è una disciplina che associa il massaggio shiatsu allo stretching, ma il trattamento si svolge in acqua. Infatti il termine deriva dall’unione delle parole Water e Shiatsu.
Lo shiatsu è una tecnica di massaggio e manipolazione da eseguire con le mani, i gomiti, i piedi o le ginocchia. Utilizzando anche le conoscenze mediche, il massaggiatore Shiatsu ha il compito di riattivare sulla persona i flussi energetici necessari per l’auto-rigenerazione del corpo. L’approccio allo Shiatsu deve quindi essere dolce e l’operatore deve mettere a completo agio colui che riceve le cure, al fine di fargli raggiungere l’equilibrio psicofisico. Il termine è di origine giapponese (Shi = dito e atsu = pressione) e la diffusione della disciplina si deve ai monaci buddhisti che, a partire dal VI secolo, si stabilirono in Giappone dove iniziarono a diffondere i principi curativi della medicina tradizionale cinese.
Unendo shiatsu e ambiente acquatico si crea una disciplina nuova in grado di curare il corpo in maniera dolce, senza alcun tipo di stress. La sensazione che si ottiene a fine seduta è quella di un corpo forte e allo stesso tempo allungato e rilassato.

STORIA

Il Watsu è nato oltre 25 anni fa in California. L’inventore viene considerato Harold Dull, una vera autorità nel campo delle attività acquatiche di fitness. Presidente di WABA (Wordlwide Acquatic Bodywork Association), oltre al Watsu egli ha dato vita a nuove discipline come il Woga (Water Yoga), lo Ai-Chi (Tai Chi in Acqua) e lo speciale acqua-stretching da svolgersi in minipiscine Jacuzzi. Esperto sia di discipline olistiche che di fitness, Dull ha saputo combinare le sue competenze per sviluppare nuove attività che fossero in grado di amplificare gli effetti benefici di singole discipline, come lo Yoga o lo Shiatsu.
La diffusione del Watsu è ormai mondiale, dal momento che vanta istituti di formazione e federazioni nazionali in tutti i continenti, tali istituti si mantengono in costante relazione tra di loro e con la casa madre americana (Worldwide Bodywork Associacion) con la quale è vivo lo scambio di aggiornamenti e di ricerche.

COME VIENE EFFETTUATO IL TRATTAMENTO

Il trattamento si svolge in acqua, alla profondità di circa 120 cm per consentire di mantenere una posizione confortevole e sicura sia a chi si sottopone al trattamento sia all’operatore specializzato, detto watsuer. La temperatura dell’acqua, possibilmente termale, è di circa 35 gradi. Il Watsuer esegue delle manipolazioni, effettuando  delle pressioni con le dita di una mano sul corpo del soggetto che si sottopone al trattamento, e lo sostiene ponendogli l’altra mano sotto la nuca. Chi si sottopone al Watsu, invece, è disteso  in acqua con le orecchie immerse e il resto del capo fuori. Il watsuer inoltre induce il paziente a svolgere movimenti degli arti, come rotazioni o stiramenti.

BENEFICI

Il Watsu apporta gli stessi benefici del massaggio shiatsu:
Rilassamento mentale
Maggiore consapevolezza del proprio corpo
Cura di dolori muscolari e articolari
Scioglimento delle tensioni muscolari
Potenziamento delle capacità motorie
Qualora il trattamento venga svolto in acque termali, si aggiungono i vantaggi derivanti dalle proprietà dell’acqua. Vengono impiegate preferibilmente acque  salsobromoiodiche e  sulfuree, dalle proprietà  antibatteriche e decongestionanti.

E’ possibile anche per i turisti  trascorrere una o più settimane nel deserto, al Lotan, lavorando come volontari e praticare lo shiatsu in acqua. Per chi fosse interessato questo è il link dove richiedere informazioni:

http://www.kibbutzlotan.com/