Oms, innovazioni low cost per i Paesi a basso reddito
Apparecchiature biomediche appositamente progettate per i Paesi emergenti e sottoposte a test in base alle condizioni locali di installazione, spesso estreme – caratterizzate da inquinamento atmosferico da polveri, elevati livelli di calore e di umidità, utilizzo particolarmente intensivo – oppure ancora sottoposte a situazioni di emergenza come interruzioni frequenti di erogazione elettrica, e in ogni caso, sviluppate per funzionare con un basso consumo energetico. È l’ultima frontiera dell’ingegneria biomedica e, insieme, un nuovo mercato per molte aziende di fronte alla crescente domanda di salute d i Paesi a basso e medio reddito, come Cina e India, che hanno stabilito ingenti stanziamenti per migliorare le strutture sanitarie nei prossimi anni. Questi ultimi, segnala l’Oms, hanno difficoltà a utilizzare macchinari a elevata richiesta di energia, originariamente progettati per i Paesi ricchi, che non hanno particolari problemi di approvvigionamento elettrico. Non a caso, si fa notare, il 76% di tutte le strumentazioni mediche sono utilizzate solo dal 13% della popolazione mondiale, mentre la maggior parte degli apparecchi biomedici donati ai Paesi in via di sviluppo è, di fatto, solo in parte utilizzabile se non totalmente inutilizzabile. Del resto, nei Paesi poveri, ospedali e cliniche sono spesso messi in difficoltà dall’installazione di questi strumenti e sono costretti a ricorrere a generatori supplementari o, in casi estremi, al riutilizzo di batterie destinate alla dismissione. Ma, al di là dell’inadeguato dimensionamento elettrico, quest i strumenti non sono progettati per affrontare condizioni climatiche estreme (per esempio, nel 70% dei casi in Africa Sub-Sahariana i macchinari sviluppati per i Paesi occidentali non funzionano). Da queste difficoltà, e dal rapido sviluppo di nuove economie, è così sorto un nuovo campo di innovazione tecnologica.