Mario Pacifici – Una cosa da niente e altri racconti – 13.01.2013 presso Sala Margana, Roma
Le leggi razziali del ’38 e la discriminazione antisemita. In dodici racconti il dramma di una minoranza tradita dal regime ed estromessa dalla propria patria. I soprusi, le umiliazioni, l’isolamento, l’indifferenza di una società a volte distratta a volte malevolmente partecipe. L’esordio di un autore che fa del racconto breve un folgorante strumento espressivo. L’indifferenza che accompagnò l’emanazione delle leggi razziste del ’38 all’indomani delle quali cittadini dello Stato persero i diritti civili, padri di famiglia il lavoro, giovani studenti la possibilità di andare a scuola, singoli divieti che all’occhio superficiale e disattento potrebbero anche sembrare banali, ma con delle ripercussioni catastrofiche nella vita delle persone che li subirono e che vengono esaminati – ciascuno in un racconto – nel libro di Mario Pacifici “Una cosa da niente”.
Del volume si è discusso ieri pomeriggio (13 Gennaio 2013) alla sala Margana con il rabbino capo rav Riccardo Di Segni; Donatella Di Cesare, professore ordinario di Filosofia teoretica della Sapienza di Roma; lo storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah; il professor Lamberto Perugia, ortopedico; Renato Caviglia, medico gastroenterologo Vice-Presidente AME Roma (che ha promosso l’evento assieme al Centro di Cultura ebraica, il Benè Berith, l’Ospedale Israelitico e la Libreria ebraica Kiriat Sefer) e l’artista Georges de Canino che ha dato lettura di alcuni brani del libro. Moderatore dell’incontro Federico Ascarelli. Fra il numeroso pubblico intervenuto in sala anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.
Già nell’introduzione Pacifici ci ricorda il trauma subito dagli ebrei italiani quando l’emarginazione razziale divenne Legge, quello che fu più assurdo – ha sottolineato l’autore – fu la reazione dell’intera società italiana. “Ci fu soltanto silenzio”.