A Firenze un convegno che ospita la società israeliana Neuronix e il suo dispositivo di stimolazione artificiale

Contro l’Alzheimer
Di: Mara Vigevani
07/03/2013 Gerusalemme
Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel campo della medicina e  della cura dell’Alzheimer. Arriva da Israele, dove un gruppo di
ricercatori ha sviluppato un metodo di cura della malattia, non  invasivo ed efficente. La malattia di Alzheimer sta raggiungendo
proporzioni epidemiche in Europa. L’Europa occidentale ha la più alta  percentuale di malati di Alzheimer (19% – oltre 10 milioni di europei)  di tutte le regioni del mondo. E queste cifre sono destinate ad  aumentare drammaticamente nel 2020, a causa del prolungamento della  vita degli anziani in Europa – il settore in più rapida crescita in  molti Paesi.

Tra il 6 e il 10 marzo la Neuronix presenta la propria ricerca sulla  malattia durante un Congresso a Firenze. Il morbo uccide le cellule
cerebrali, con conseguente significativo deterioramento della memoria  e dell’intelletto, nonché fa comparire gravi problemi comportamentali.
Oggi, l’Alzheimer è considerato la causa principale di demenza senile.

La società isrealiana ha sviluppato un dispositivo, che combina la  stimolazione elettromagnetica con l’allenamento cognitivo gestito dal  computer. «Si stimola il cervello a livello biologico e sul piano  cognitivo», ha detto al Bollettino il CEO di Neuronix, Eyal Baror,
affermando che questo doppio approccio crea benefici di più lunga  durata. Il dispositivo consiste in una sedia contenente un sistema
elettronico e il software, nella parte posteriore, e una bobina  piazzata sulla testa. È stato testato su pazienti con demenza di
Alzheimer da lieve a moderata, ma non completamente dipendenti. Il  sistema viene sperimentato attualmente all’Harvard Medical School /  Beth Israel Deaconess Medical Centre. I pazienti sono trattati per  un’ora al giorno, cinque giorni alla settimana, per sei settimane.  «Vediamo un miglioramento che dura 9-12 mesi e poi i pazienti possono  tornare ed essere sottoposti di nuovo al trattamento», ha detto Baror.

Secondo Alvaro Pascual-Leone, direttore del Centro Berenson-Allen per  la Stimolazione Cerebrale non-invasiva dell’ospedale, la stimolazione  cerebrale – o la stimolazione magnetica transcranica – fa sì che una  corrente molto bassa sia applicata ad una parte specifica del  cervello. «L’applicazione nell’Alzheimer e in combinazione con la  formazione cognitiva è innovativa», ha detto Pascual. Circa il 20 per  cento dei pazienti ha un leggero mal di testa, ma non ci sono effetti  negativi a lungo termine. Pascual-Leone, che è ricercatore principale  nell’esperimento alla Harvard, ha detto che dei 12 pazienti allo  studio, sei sono sottoposti al trattamento vero e proprio e tutti  hanno mostrato un miglioramento cognitivo. «Il loro miglioramento è  stato significativamente superiore alla media vista nei pazienti che  assumono solo farmaci», ha detto.

Non è la prima volta che Israele si trova in prima fila nella ricerca  sull’Alzheimer. Già da tempo è l’unico Paese al mondo che fa largo uso  della marijuana medica per contrastare gli effetti dell’Alzheimer sui  malati. La marijuana non può curare ma migliora la qualità della vita  di molti malati.

(dal Bollettino della Comunità di Milano)