European Jewish Medical Forum 31 august-2 september 2015. London
Dal 31 agosto al 2 settembre 2015 si è tenuto a Londra il convegno delle associazioni mediche ebraiche europee in collaborazione con la World-Fellowship dell’ Israel Medical Association.
Per l’italia erano presenti i dottori G. Mortara di Milano e R. Caviglia di Roma.
1- La prima sessione ha riguardato lo stato attuale delle conoscenze e delle ricerche sulle malattie geneticamente trasmesse più frequenti nella popolazione ebraica. Sono state presentate 3 relazioni: la prima sulle malattie da deficit lisosomiale (Gaucher, Tay-Sachs ), la seconda sulle malattie infiammatorie intestinali ed in particolare sul morbo di Crohn nella popolazione askenazita e la terza sullo screening effettuato per la ricerca della presenza del gene BRCA 1 e BRCA 2 nelle donne affette da carcinoma mammario.
In particolare nella prima presentazione il relatore , prof T. Cox, ha riferito che nella malattia di Tay-Sachs si sono evidenziate diverse mutazioni con conseguente diversità del danno biochimico della cellula colpita; nel morbo di Gaucher si è dimostrato anche un interessamento delle cellule nervose e, in alcune popolazioni, un’ associazione con morbo di Parkinson, dato che merita ulteriori studi di conferma.
Tutti gli studi sono partiti dall’analisi degli alberi genealogici e successivamente si è arrivati allo studio del genoma con l’identificazione dei geni responsabili. Quest’ultima indagine di laboratorio ormai può essere fatta con facilità e a prezzi ragionevoli prospettandone per il futuro un utilizzo quasi rutinario. Ampia ed interessante è stata la discussione sull’utilità degli screening e sulle loro implicazioni.
2 – Una intera sessione è stata dedicata allo “Status del brit milah in Europa “.
E’ emersa la necessità da un lato di garantire una adeguata preparazione dei mohalim da un punto di vista medico (al fine da ridurre al minimo le complicanze) che si concluda con un attestato di idoneità, dall’altro di controbattere i divieti presenti in diversi paesi, soprattutto del nord Europa, all’esecuzione della milah stessa.
E’ doveroso segnalare che l’unione dei mohalim europei (UME) fondata dall’European Jewish Congress nel 2013 non è ancora abbastanza conosciuta e diffusa in ambito ebraico. Pertanto non è riuscita ad imporsi nell’ambito ebraico come referente e ad avere una funzione di coordinamento e di rappresentanza nei confronti delle istituzioni comunitarie europee.
Da un punto di vista legale è stato affermato da parte di tutti i presenti, sia ortodox che conservative, la necessità di un consenso scritto preliminare all’atto firmato da entrambi i genitori.
Il dott. G. Mortara ha fatto da prima un breve excursus storico e successivamente ha spiegato cosa prevede la legislazione italiana che attualmente permette la pratica della milah ed ha esposto i problemi riguardanti la certificazione dei mohalim.
E’ stato sottolineato che anche in ambiente ebraico ed in Israele vanno prendendo piede delle correnti di pensiero contrarie alla esecuzione della circoncisione .
Ultimo argomento di discussione è stata l’opportunità di eseguire in età neonatale la milah a figli di matrimoni misti qualora entrambi i genitori ne facciano richiesta.
3 – La successiva sessione ha riguardato la delegittimazione di Israele nel mondo accademico e sui media europei. È risultata evidente l’importanza di dare riaposte a questi attacchi anche mostrando l’attività che gli israeliani svolgono in campo sanitario nei confronti non solo della popolazione palestinese e dei feriti che giungono alla frontiera dalla Siria, ma anche con le cure prestate ai feriti della popolazione araba di Gaza durante l’ultima guerra, oltre ovviamente all’aiuto che viene dato dal Magen David Adom e da altre organizzazioni sanitarie israeliane durante i disastri dovuti a calamità naturali (Haiti, Nepal , centro africa ecc).
Hanno parlato i colleghi israeliani ( Z. Feldman , L. wapner , T. Sieev-Nir, A. Lauder ) che hanno supportato le loro relazioni con filmati e proiezioni di diapositive che dovrebbero mandarci per aiutarci ad effettuare anche nei nostri paesi un’ attività di contro informazione .
Specialisti inglesi quali, M. Whine del CST (comunity security trust) responsabile anche della difesa e sicurezza del European Jewish Congress, e il prof. D. Hochhauser, esperto nel combattere il pregiudizio anti semitico ed anti israeliano sulla stampa ed in particolare su quella medica, hanno insistito in particolare sulla politicizzazione della medicina da parte dei sostenitori della causa palestinese che tendono a sostenere, suffragandoli con dati statistici falsi, che la salute dei palestinesi nei territori è stata danneggiata dall’occupazione israeliana.
Ampia è stata la discussione su come combattere il boicottaggio che porta alla delegittimazione di Israele, ma anche degli ebrei europei in ambito professionale.
L’ IMA ha denunciato la propria scarsa disponibilità finanziaria per tali attività, non essendo un organismo governativo, ma avendo la funzione di sindacato dei medici e contemporaneamente di organo di controllo delle attività sanitarie in Israele.
Palesi sono state le difficoltà di organizzare una attività di contro-informazione, soprattutto in paesi in cui la presenza ebraica è scarsa; i mezzi necessari a tale scopo sono ingenti, sia in termini economici che di impegno , competenza e tempo. Bisogna finanziare degli specialisti che lavorino full-time perché è necessaria la tempestività della risposta, soprattutto a livello di stampa che di social network. Ogni paese agisce indipendentemente e manca una risposta comune europea. A dimostrazione della difficoltà di collaborazione tra le associazioni mediche europee, c’è da segnalare che erano presenti soltanto rappresentanti di associazioni di Germania , Italia e Svezia oltre agli inglesi.
Questo dimostra:
– il parziale fallimento dell’IMA tramite la World-Felloship, di riuscire a riunire e a coinvolgere in questa attività le associazioni mediche ebraiche diasporiche.
– la necessità di un cambio di strategia da parte di Israele sia nel campo della propaganda e contro informazione sia la necessità di un reale coordinamento con le istituzioni ebraiche in Europa tale da modulare l’attività in funzione della situazione dei singoli paesi (vedi la diversità tra le necessità e le problematiche esistenti nei paesi europei dell’est da quelli dell’ovest). La discussione su questi argomenti è stata vivace durante le sessioni, ma soprattutto nei colloqui informali tra i partecipanti.
4 – Un ultimo argomento che ha suscitato vivo interesse è stata la presentazione da parte del prof. I. Roberts dell’università di Oxford dell’utilizzo di tecniche mini-invasive e di imaging post-mortem (TAC e RMN) nelle autopsie e sul loro valore medico-legale.
Di recente è stato riconosciuto dalla giustizia inglese la validità di tali tecniche che evitano la tradizionale autopsia creando un istituto apposta nel distretto di Oxford. Tale iniziativa ha suscitato vivo interesse nella popolazione mussulmana ed ebraica del Regno Unito; nel primo biennio di attività si è verificata una riduzione del 90% delle autopsie tradizionali a scopo medico legale.
Il meeting si è concluso dando l’appuntamento a Maggio 2016 in occasione del congresso dell’IMA in Israele.
Le tematiche discusse a Londra verranno riprese e dibattute nella prossima riunione del consiglio allargato dell’Associazione Medica Ebraica per individuare delle strategie e degli interventi coordinati con le altre organizzazioni ebraiche operanti in Italia sfruttando anche i legami che si sono creati con l’IMA e gli altri gruppi europei.