Tematiche di fine vita. Deontologia, giurisprudenza e religioni a confronto a Milano
“Le diverse visioni e la diversa concezione dell’uomo trovano risposte specifiche al letto del malato, in un contesto assistenziale e in una fase della vita che richiedono particolare attenzione da parte degli operatori sanitari. Fino a che punto l’assistenza è dovuta e non sconfina in accanimento terapeutico? Cosa significa eutanasia e cosa morte assistita? E il testamento biologico come trova – se la trova – applicazione nei contesti sanitari italiani?”. Sono questi alcuni degli interrogativi a cui cercheranno di rispondere i professionisti della salute e i rappresentanti dell’ebraismo, dell’islam, del cristianesimo e del buddismo il 14 gennaio a Milano, dalle 16.30 alle 20.30, presso la Clinica Mangiagalli della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, in occasione di un nuovo appuntamento con Prendersi Cura, il ciclo di incontri interreligiosi promossi dalla Biblioteca Ambrosiana, dall’Associazione Medica Ebraica , da CoReIs Italiana, dal Collegio Ipasvi Mi-Lo-MB e dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda.
“I casi di Eluana Englaro e di Piergiorgio Welby hanno diviso l’opinione pubblica portando alla ribalta questioni spinose che, oggi forse più che mai, meritano una profonda riflessione condivisa. Per questo i rappresentanti delle religioni si confronteranno, attraverso l’analisi di casi clinici, sui punti chiave dell’assistenza al morente, in dialogo con gli operatori sanitari che ogni giorno si misurano con questi temi e a confronto con esperti di Diritto, Deontologia e Filosofia”, spiegano li organizzatori in una nota.
“Pur sapendo – proseguono – che non esiste una risposta univoca, ma più risposte che vanno adattate all’individuo, alle sue convinzioni, alla sua concezione della vita e alla sua religione, il seminario rappresenta un’occasione per interrogarsi su cosa realmente significhi assistere una persona nella fase terminale della sua vita. E qui, in questo contesto, le religioni o la non religione possono muovere le persone in direzioni diverse, ciascuna consona a chi le intraprende, a chi le vive”.
(quotidianosanità.it . Martedì 12 Gennaio 2016)