Contando l’Omer – Un’esperienza mistica

Venerdi 4 maggio 27° giorno dell’Omer, 3 settimane e 6 giorni

Il periodo dell’Omer è diventato centrale nell’esperienza della kabbalà, la mistica ebraica. Il senso più profondo della parola sefirà, la “conta”, riferita all’Omer, è nell’uso che ne fa la kabbalà, con la dottrina delle sefiròt, al singolare sefirà. In uno dei testi mistici più noti dall’antichità, il Sefer Yetzirà (Il libro della creazione), la parola sefirà compare a proposito dei “32 sentieri” della creazione, rappresentati da 22 lettere (sono le 22 lettere dell’alfabeto ebraico) e dieci sefiròt, che a prima vista, in questo contesto, dovrebbero essere i 10 numeri con cui, appunto, si conta. Di qui, attraverso complicati passaggi simbolici, la parola sefirà indica gli aspetti con i quali la realtà divina si manifesta. C’è una apparente analogia con la “sfera” che abbiamo ereditato dalla lingua greca, che si presta in qualche modo, molto controverso, a rappresentare le sefirot come sfere concentriche; ma sarebbe solo un’analogia suggestiva, una strana coincidenza (anche se in questi campi è improprio parlare di coincidenze). Che cosa c’entra tutto questo con l’Omer? C’entra molto perché attraverso questi collegamenti e allusioni i giorni della conta diventano un’esperienza mistica, un percorso attraverso le sefirot, come vedremo avanti.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – twitter @raviologist