Un anno di serenità e saggezza

Dopo l’anno che abbiamo passato abbiamo veramente bisogno di farci gli auguri per un anno nuovo e buono in cui finiscano le cose negative del 5774. La guerra ci ha distratto dalle nostre occupazioni, dalle nostre necessità. Come comunità ebraica dobbiamo prima di tutto investire al nostro interno per il nostro futuro, fare crescere le persone, educare, avvicinare. Le finestre spalancate all’esterno rischiano di mostrare un ebraismo tanto bello fatto di zucca marinata e di stracotto, di cabala che nessuno capisce ma che piace tanto, di umorismo ebraico, da una parte, e di Shoah e antisemitismo dall’altra. Ma che piano piano, anzi neppure tanto piano, si riduce e si dissolve senza che i padroni di casa se ne accorgano o se ne preoccupino. E se invece del lamento e del folklore badassimo al sodo con una vera teshuvà, un ripensamento serio sugli obiettivi? Che questo nuovo anno sia un anno di serenità, di felicità e di salute, ma anche un anno di saggezza, che faccia capire a tutti cosa bisogna veramente fare.


rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma