La missione del premier italiano in Israele
Gattegna: “Parole di Renzi colgono
lo spirito dell’ebraismo”

renzi gattegna yad vashem thumbL’immagine della missione in Israele del primo ministro italiano Matteo Renzi è tutta nel prolungato applauso tributato dalla Knesset al suo discorso. La riaffermazione del diritto di Israele a esistere, il riconoscimento dell’universalità degli ideali che portarono alla sua costruzione e in cui l’Italia si rispecchia ma anche il rapporto con l’ebraismo, visto come patrimonio della società italiana, sono alcuni dei temi con i quali Renzi ha conquistato il parlamento israeliano. Un discorso che ha saputo “volare alto senza essere retorico” e ha saputo “centrare i sentimenti dell’ebraismo italiano”, la valutazione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, parte della delegazione che ha accompagnato il Primo ministro in Israele. Secondo Gattegna, intervistato dall’agenzia Ansa, quelli espressi da Renzi sono “pensieri e sentimenti che non sono solo degli ebrei italiani ma di tutte le persone che vogliono comprendere il contributo dato dal popolo ebraico all’intera umanità nel corso dei millenni”. Tra i vari passaggi del discorso del Premier, il presidente UCEI rileva l’importanza dell’aver ribadito con forza il diritto di Israele a esistere, nonostante i tentativi di delegittimarlo. Ricordando tra gli altri il fatto che quel diritto-dovere all’esistenza dello Stato ebraico, così fortemente rivendicato, “non sia una compensazione e un risarcimento per il genocidio e gli stermini effettuati dai fascisti e dai nazisti”.
“Le origini dello stato di Israele risalgono indietro nel tempo, nei millenni. Lo stato ebraico esiste non per la Shoah ma nonostante la Shoah”, sottolinea il presidente citando l’affermazione di Renzi alla Knesset, il quale aveva anche sottolineato che “Israele non ha solo il diritto di esistere ma il dovere di esistere. Anche per i miei figli”. Apprezzati inoltre, rileva Gattegna, i riferimenti a personaggi del sionismo e dell’ebraismo italiano, tra cui il rabbino emerito di Roma rav Elio Toaff, scomparso lo scorso aprile e il sopravvissuto Nedo Fiano, definito dal premier un amico personale. Commovente anche il ricordo dei giovani volontari della Brigata Ebraica, “che combatterono in Italia contro gli eserciti fascista e nazista”. Un omaggio terminato con uno straordinario saluto rivolto ad un anziano combattente della Brigata, Asher Dishon.
Tanti intrecci, tra ebraismo, Italia e Israele, che secondo il presidente Gattegna testimoniano come il Primo ministro italiano sia consapevole dell’indissolubile fratellanza tra i due paesi in quanto, al di là delle differenze, “molte cose li uniscono e soprattutto hanno un comune destino”.

(23 luglio 2015)