STORIA Mantova, dove le comunità fiorirono
Ermanno Finzi / E ALLA FINE NON RIMASE NESSUNO / Istituto Mantovano di Storia Contemporanea
Una storia della presenza ebraica nel mantovano, a Marcaria, San Martino dell’Argine, Gazzuolo e Bozzolo. Contrade in cui gli ebrei furono presenti almeno dal XII secolo, ma che acquistarono una rilevanza, anche numerica, con lo sviluppo della comunità ebraica di Mantova, che fiorì tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV secolo, la cui crescita interessò capillarmente anche il territorio circostante.
Un insieme di vicende locali, ripercorse nel recente “E alla fine non rimase nessuno”, di Ermanno Finzi, edito dall’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea nella collana Qehillà.
Questa monografia costituisce il quarto episodio dell’indagine dell’autore, avente per tema gli ebrei nei borghi minori del Ducato di Mantova. Una indagine che pone al suo centro la storia generale degli ebrei in questi luoghi, ma anche quella delle singole famiglie: non a caso il volume propone oltre cinquanta pagine alberi genealogici delle principali “casate” dei luoghi presi in esame.
Ne esce un quadro composito, di una minoranza molto radicata nel territorio, dedita perlopiù all’attività di prestatori di denaro, tra le poche consentite, che venne sostituita nei secoli da un diffuso impegno nel commercio. Una evoluzione che permise alle famiglie ebraiche, man mano che si avvicinava (e poi avveniva) l’unità d’Italia, di integrarsi facilmente nel più ampio tessuto della società, in una Italia che finalmente garantiva anche agli ebrei i diritti. Una evoluzione non lineare, e che non avvenne parallelamente in tutte le località.
Marcaria infatti si spopolò della sua componente ebraica già verso la fine del cinquecento; a Gazzuolo e San Martino, tra fine settecento e inizio ottocento, le comunità si assottigliarono fin quasi a scomparire; sicuramente il centro più attivo per molti secoli, e fino a inizi ‘900, è stato quello di Bozzolo, inizialmente una gemmazione di San Martino, poi divenuto località in grado di attrarre numerosi correligionari. “La varietà dei settori affaristici in cui furono implicati gli ebrei bozzolesi e il loro profondo radicamento nella realtà locale ne fanno un caso interessantissimo”, scrive l’autore.
Un piccolo paese, che arrivò ad avere una popolazione ebraica di oltre centoventi persone, e che ancora oggi prende parte al circuito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, con l’apertura del cimitero ebraico, unica testimonianza di quella comunità così attiva. Chiude il capitolo su Bozzolo la riproduzione delle Ketubboth di quel paese, cinque esemplari di gran pregio conservate presso la Jewish National and University Library, in Israele.
Marco Di Porto