“Una sentenza lacerante,
per Israele e nella Diaspora”

La sentenza dell’Alta Corte israeliana è oggetto, in queste ore, di un’approfondita analisi anche da parte del rabbinato italiano. Queste le prime prese di posizione.
Molto critico rav Elia Richetti, in passato presidente dell’Assemblea rabbinica italiana. “Questa sentenza – afferma – rischia di creare una lacerazione fortissima. E non solo in Israele. Tutte le Comunità della Diaspora, per riverbero, ne saranno toccate. Diversi aspetti collegati alla sentenza incideranno infatti in modo negativo sulla vita dell’intera collettività ebraica”.
Il rav esprime parole molto nette: “Faccio un paragone, per essere il più possibile chiaro. Il fatto che persone che non hanno competenze di Legge ebraica si siano espresse su un simile tema lo pongo sullo stesso livello di chi medico non è e decide come curare un paziente; di chi ingegnere non è e si mette a costruire un edificio. Situazioni per cui, in genere, si va nel penale”.
Per rav Richetti si tratta di una sentenza doppiamente sbagliata: non solo nei contenuti, ma anche nei tempi. “Sbagliatissimo intervenire così, ad appena poche settimane dal voto per le elezioni politiche. Un’ingerenza del tutto inopportuna”.
Lapidario il rav Alberto Moshe Somekh, che commenta: “La sentenza dell’Alta corte sui ghiurim crea una spaccatura irreversibile in seno al popolo ebraico. La responsabilità di questo fallimento è di tutti”.

(2 marzo 2021)