Piero Dello Strologo (1936-2022)

Da Elie Wiesel a Willy Brandt, da Jacob Finci a Liliana Segre. Grandi figure del nostro tempo che hanno in comune la caratteristica di aver vinto, in momenti diversi, il premio annuale conferito dal Centro culturale Primo Levi a personalità che, con la loro testimonianza, “contribuiscono alla pace e alla giustizia per un mondo libero da pregiudizi, razzismo e intolleranza”.
Trent’anni di impegno che resteranno una delle eredità più vive di Piero Dello Strologo, il presidente e l’anima della prestigiosa istituzione genovese scomparso nelle scorse ore all’età di 85 anni. Profondo in cordoglio in tutta la città e in tutto l’ebraismo italiano nel ricordo di una figura di enorme spessore che molto aveva dato all’Italia ebraica stessa in qualità sia di presidente della Comunità di Genova, oggi guidata dal figlio Ariel, che di Consigliere e Proboviro UCEI. Nel 2004, in occasione di Genova Capitale Europea della Cultura, era stato tra gli artefici del Museo ebraico locale e lì aveva fatto accogliere alcune opere di Lele Luzzati.
Un’avventura, quella del Centro culturale, che era nata il 16 dicembre 1990 “davanti a un notaio e all’interno di una libreria chiusa al pubblico” e con la partecipazione attiva, raccontava Dello Strologo, di “una ventina di persone di diverso credo religioso, origine e opinione politica”. Il nome scelto fu quello di Primo Levi che, da poco morto, “non aveva ancora raggiunto la fama di testimone e di scrittore che lo rende oggi non solo il simbolo più alto della sofferenza di un popolo ma anche del riscatto ottenuto attraverso una testimonianza priva di odio e di rancore nei confronti della atroce violenza subita”.
L’inizio di una storia straordinaria che ha portato a Genova alcuni dei più importanti intellettuali italiani e internazionali. Il fiore all’occhiello di un Centro la cui missione si è dipanata in varie direzioni, sempre nel segno di una Memoria vigile e consapevole. Come in occasione, tra i vari appuntamenti promossi durante l’anno, del grande corteo che ogni mese di novembre ricorda la deportazione degli ebrei genovesi prendendo le mosse dalla galleria Mazzini.
“Un punto di riferimento autorevole, stimatissimo e riconosciuto per la sua dedizione e per gli infiniti contributi al mondo ebraico”, la vicinanza espressa al figlio Ariel, a nome di tutto il Consiglio UCEI, dalla Presidente Noemi Di Segni. “Tu in particolare, e noi assieme a te, abbiamo lui dinanzi agli occhi anche nella scelta di partecipare a questo consesso”, ha poi aggiunto Di Segni.
Proprio il figlio, commentando la sua scomparsa, ha affermato: “Mio padre ha avuto una vita iniziata nel peggiore dei modi, con la persecuzione. A otto anni aveva attraversato tutto il Nord Italia per mettersi in salvo in Svizzera con la famiglia. Quell’esperienza lo ha segnato, perché ha poi saputo aggredire la vita con una forza d’animo senza pari”.
Molte le reazioni a livello istituzionale. “Con Piero Dello Strologo se ne va una figura di grande cultura, riferimento autentico dell’antifascismo, anima culturale della città, strenuo difensore dei valori costituzionali”, il ricordo tra gli altri del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti e dell’assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo.
Dello Strologo, che è stato un protagonista della vita genovese anche fuori dal contesto ebraico, aveva ricevuto nel 2006 il Grifo d’oro massima onorificenza cittadina e più recentemente aveva festeggiato la Medaglia d’onore del Presidente della Repubblica conferita a quel Centro cui aveva scelto di dedicarsi con incrollabile passione e che, sotto la sua presidenza, ha scritto pagine indelebili nella coscienza collettiva.
Sia il suo ricordo di benedizione.

(2 gennaio 2021)