Modigliani e il senso della Storia

Dal racconto dei personaggi più significativi della famiglia Modigliani alla peculiare vicenda della Livorno ebraica nel corso dei secoli, per arrivare a una ricognizione sui valori di ieri e su quelli che possono aiutarci ad affrontare il futuro. Sono molti i temi trattati nel corso di un convegno in svolgimento a Livorno, alla Goldonetta (il ridotto del teatro Goldoni), per omaggiare i 150 anni dalla nascita di Giuseppe Emanuele Modigliani. Protagonista di un pezzo di storia e politica italiana e fratello di Amedeo immenso interprete dell’arte. “Il senso della Storia. Il lungo viaggio per la costruzione del futuro”, il titolo scelto per ricordarne la figura.
L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione ESSMOI – Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani e dal Circolo di Cultura Politica “G. E. Modigliani, si è aperta con i saluti dei rappresentanti istituzionali, delle fondazioni e delle associazioni coinvolte. Tra gli argomenti toccati nel corso della giornata, che ha tra gli altri il patrocinio di Comunità ebraica livornese e UCEI, “Il mancato esilio americano di Modigliani” (Paolo Bagnoli), “Gli ebrei a Livorno società libera” (Bruno Di Porto), “Le donne ebree tra Ottocento e Novecento” (Anna Foa), “La famiglia Modigliani e il bagitto” (Paolo Edoardo Fornaciari). 
In evidenza l’impegno antifascista di Modigliani, che compiva 50 anni nelle stesse ore in cui si svolgeva la Marcia su Roma. “Avvocato di parte civile nel processo agli assassini di Giacomo Matteotti, in Parlamento si scagliò coraggiosamente contro i fascisti. Ormai bersaglio di ingiurie e violenze, nel 1926 lasciò l’Italia e riparò in Francia”, ricorda il portale Intellettuali in fuga nella scheda a lui dedicata. Socialista ed ebreo, nella Francia di Vichy “si autodenunciò orgogliosamente per i suoi ‘quatre quartiers d’ascendance juive'”.