Bologna capitale della cultura per i giovani
Appuntamento alla Children’s Book Fair

Il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche assieme al giornale ebraico per bambini DafDaf ci sarà. E non solo con questo dossier dedicato alla letteratura per chi cresce e giunto alla sua seconda edizione, ma anche con un appuntamento organizzato dalla redazione del Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it previsto per martedì 20 marzo alle 11.30. Scrittori, traduttori e docenti si confronteranno su identità e modelli culturali nelle società plurali. La Fiera internazionale del libro per ragazzi, poi, di edizione in edizione (siamo alla 49°) è intanto arrivata a coprire 20mila metri quadrati con 1200 espositori provenienti da 66 paesi. Col grande successo, anche internazionale, ha cambiato nome: ora è nota come la Bologna Children’s Book Fair. E non si tratta di spocchia, ma di banalissimo senso pragmatico, l’inglese serve, eccome: l’ospite d’onore di quest’anno è il Portogallo, due anni fa la Corea – uno sbarco in piena regola, più di 70 editori, una delegazione di 800 persone, mostre, incontri, anche la città invasa – e l’anno scorso la Lituania, con il suo enorme patrimonio di favole e folklore popolare, una vera miniera d’oro per autori e illustratori che infatti hanno avuto un notevole successo. E il tentativo costante, garantito anche dalla nuova sezione del Bologna Ragazzi Award chiamata Opera prima, che premia opere di autori e illustratori esordienti, di valorizzare il coraggioso lavoro di ricerca con la realizzazione di progetti innovativi. Quest’anno c’è un’altra novità sul fronte dei premi, con una categoria dedicata all’emergente editoria digitale: uno sguardo al meglio delle apps che sono stae sviluppate per bambini e ragazzi dai 2 ai 15 anni, in collaborazione con la Children’s Technology Review americana. E hanno sempre più successo, con il numero di iscritti che aumenta ogni anno, i premi ormai storici ossia la classica sezione Fiction, dedicata a opere di fantasia, libri di storie o favole illustrate, la sezione Non Fiction, che comprende pubblicazioni a carattere informativo, su ogni area del sapere, scienza, storia, arte, musica, biografie, attualità, testi utili all’apprendimento. Esiste poi anche il premio speciale New Horizons, riservato all’editoria dei Paesi Arabi, dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa, che offre spunti di grande innovazione permettendo anche a realtà minime di emergere, visto che basta mandare un libro per partecipare. Vengono premiati l’intuizione, la voglia di cercare, sperimentare, e il coraggio di editori che, veramente da ogni angolo del globo, inviano i propri lavori. E’ importante sottolineare che sono gli editori ad essere premiati, sono loro il centro della fiera di Bologna, sono loro che possono fare, o non fare, i libri del futuro. Ed è questa un’idea molto importante per Roberta Chinni, project manager della BCBF, che a volte ha trovato difficile far capire che è per questo motivo che la fiera non è aperta al pubblico ma solo ai professionisti. “La Fiera – spiega – condensa in sé un momento ben preciso, che è quello della progettazione: qui si incontrano gli illustratori con gli autori e con gli editori. Qui ci sono gli agenti letterari, che sono presenti per poter approfittare appieno di quello che è un luogo privilegiato per gli scambi del mercato di copyright per ragazzi, anche grazie ad un centro apposito che garantisce loro tutta l’assistenza professionale necessaria. Alla Bologna Children’s Book Fair non si viene per comprare libri, la presenza del pubblico non è possibile perché tutte le energie dei professionisti presenti devono essere rivolte al futuro, a quelli che saranno i libri di domani”. Sicuramente non è facile avere un interesse per i libri per bambini e sentirsi esclusi da una fiera che ospita 20mila metri quadrati (netti!) di editori e illustratori, mostre e incontri, premiazioni e addirittura una sorta di tazebao per gli aspiranti illustratori di domani. Bisogna però ricordare che è tutta la città ad essere coinvolta, con mostre e conferenze che si tengono un po’ dappertutto, nei musei, nelle librerie, in tutti gli spazi possibili, riempita di gente al punto che per trovare un posto per dormire a Bologna nei giorni della BCBF bisogna muoversi con mesi di anticipo. La project manager e i suoi collaboratori lavorano per tutto l’anno. “Vorrei tanto che fra un anno e l’altro passasse un anno e mezzo – scherza – servirebbe di sicuro! Ora, che sono nel periodo più frenetico, e la situazione può solo peggiorare all’avvicinarsi dell’apertura, sto però anche già lavorando sul futuro, per esempio abbiamo già fatto l’accordo con il paese ospite ufficiale per la prossima edizione: in occasione della cinquantesima.