Con Israele, per un futuro di pace
Uniti e coesi. Contro il fondamentalismo, il disprezzo della vita umana, l’odio seminato dai terroristi di Hamas. È un nesso indissolubile di vicinanza quello che unisce, nel Tempio Maggiore di Roma, la più antica Comunità della Diaspora e lo Stato di Israele. Una veglia di incontro e di preghiera che vede il coinvolgimento di migliaia di persone. Dalla Capitale ma anche da altre città d’Italia. Con il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, numerosi leader ebraici e tanta, tantissima gente venuta a manifestare in queste ore difficili il proprio sostegno e la propria amicizia.
Forte, dal rabbino capo rav Riccardo Di Segni, l’invito alla condivisione di un impegno di fratellanza da parte di tutta la Diaspora. “Il popolo di Israele – ricorda il rav – non può arrendersi. Dobbiamo resistere, andare avanti, continuare a seminare frutti. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà cacciarci e ostacolarci. L’importante è tenere duro e restare fermi nelle nostre certezze. Non dobbiamo permettere alla cultura della morte di prevalere. Nessuno potrà toglierci Israele”.
Analogo richiamo arriva dal presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici. “È fondamentale andare avanti a testa alta e non farci schiacciare dall’angoscia. È una battaglia – afferma – da vincere anche sul fronte di un’informazione che ci è spesso ostile e che tende a mistificare la realtà”. Lo testimoniano i tanti volantini, fatti distribuire a tutti i presenti, in cui sono evidenziate le forzature e le gravi omissioni di alcuni media italiani. Cari giornalisti, si legge su un manifesto posto all’ingresso della sinagoga, ‘Israele non attacca, semmai risponde’. Serenità, speranza, futuro: sono queste le parole che rimbalzano più frequentemente dai quattro angoli del Tempio. “Oggi – esorta Pacifici – chiediamo protezione e pace per tutto il mondo. È questo l’unica cosa che vogliamo”.
Concorda l’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon, che assieme al rappresentante diplomatico di Gerusalemme presso la Santa Sede, Zion Evrony, si è reso in questi giorni protagonista di un’intensa campagna contro la disinformazione. “Israele – spiega l’ambasciatore – è stato costretto ad agire per porre fine a una situazione divenuta insostenibile. L’atteggiamento di chi non vuole vedere è una vergognosa ipocrisia che deve essere denunciata con forza. Oggi siamo qui, così numerosi, così coinvolti e così vicini, anche per questo. In un rapporto di mutua responsabilità che rende ebrei della Diaspora e Israele un’unica famiglia”.
“Noi tutti, uniti e determinati – commenta a fine serata il presidente Gattegna – abbiamo il compito di rendere chiaro a ognuno che Israele è il fulgido esempio di uno Stato che, pur costretto a combattere per affermare il proprio diritto a esistere, non ha mai rinunciato né al rispetto dei diritti umani, né alla civiltà e al progresso civile e sociale, né alla libertà e alla democrazia, né a percorrere tutte le strade possibili per arrivare a una pace stabile e sicura”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked