Rita Levi Montalcini (1909-2012)
“Un secolo d’intelligenza”. Così s’intitola l’intervista che Rita Levi Montalcini, scomparsa ieri all’età di 103 anni, concesse al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche nell’aprile 2010, alla vigilia del suo 101esimo compleanno. Un colloquio in cui la scienziata discusse tante cose, dai benefici che la suamente traeva dal passare degli anni a dispetto del declino fisico (“Con l’età, l’immaginazione si esalta. Diminuisce, questo sì, la capacità di apprendere. Ma per uno scienziato ‘Imagination is more important than knowledge’. Lo diceva anche Einstein. E se a vent’anni avessi avuto l’immaginazione che ho oggi…”), al lavoro che continuava a portare avanti al suo European Brain Research Institute, dove ha profuso il suo impegno fino alla fine.
Ma soprattutto, in quell’incontro, il Premio Nobel per la Medicina e senatore a vita confidò il suo rapporto con l’identità ebraica e con tanti temi a essa connessi. “Mi sento ebrea, sono ebrea, ma laica, totalmente laica”. Riferendosi al periodo delle persecuzioni razziste spiegò che “per la prima volta sentii l’orgoglio di essere ebrea e non israelita, termine che veniva usato nel clima liberale della nostra prima età. E sentii vivo il vincolo con quanti come me erano vittime di una campagna così feroce come quella scatenata dalla stampa fascista – aggiunse – Quel periodo così tragico fu la chiave di volta della mia vita. Paradossalmente dovrei dire grazie a Hitler e a Mussolini che, dichiarandomi razza inferiore, mi preclusero le distrazioni, la vita universitaria e mi condannarono a chiudermi in una stanzetta dove non potevo far altro che studiare. Il letto, il tavolo da lavoro, l’incubatrice, pochi strumenti rudimentali e gli embrioni di pollo, che faticosamente riuscivo a procurarmi… Le prime, fondamentali scoperte nacquero lì. Non è un miracolo?”.
Si occupò anche di raccontare il suo legame con lo Stato ebraico “Israele è per me un riferimento imprescindibile, guai se non ci fosse – sottolineò – Sono contraria a ogni forma di intransigenza, di fanatismo. Vorrei Israele in pace, capace di comprendere le ragioni dei palestinesi, di arrivare a una soluzione condivisa. E’ un paese straordinario, così ricco a livello culturale, scientifico, e ne sono orgogliosa, anche se io mi sento prima ditutto italiana. Ho rotto i rapporti con vari amici perché ero ferita dal loro atteggiamento nei confronti di Israele, anche se ci sono molti aspetti della politica israeliana che non condivido. Ma ciò non incrina il mio attaccamento al Paese. Come ho già avuto occasione di dire è facile da lontano esprimereriserve o giudizi, mentre Israele vive come una fortezza assediata”.
Orgogliosamente ebrea e orgogliosamente italiana dunque Rita Levi Montalcini, come ha sottolineato nel suo messaggio il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha ricordato come la vita della Signora della Scienza fu scandita anche da uno straordinario impegno per il bene comune. E infatti non soltanto le scoperte in laboratorio, ma anche la sua partecipazione alla vita politica e sociale del paese, gli sforzi per l’istruzione delle donne nel mondo e in particolare in Africa, il suo rapporto speciale con le nuove generazioni, e in particolare con i giovani scienziati, sono al centro dei messaggi di commozione e partecipazione al lutto formulati dai rappresentanti delle istituzioni, della politica, della cultura e della società tutta, come testimonia anche il fatto che per alcune ore “Rita Levi Montalcini” è stato uno degli argomenti più twittati, segnalati dal social network tra le sue tendenze.
“Una luminosa figura” l’ha definita il presidente Giorgio Napolitano. “Una donna carismatica e tenace, che ha dato battaglia per tutta la vita per difendere i valori in cui credeva” le parole del presidente del Consiglio Mario Monti. Ma a ricordare Rita sono stati anche i sindaci di Torino e Roma, città natale e città d’adozione, Piero Fassino e Gianni Alemanno, e ipresidenti delle rispettive Comunità ebraiche “Ci lascia in eredità il coraggio e il valore della centralità dello studio” le parole di Segre, “Quella della Montalcini è una perdita per l’umanità intera” il pensiero di Pacifici, che ha ricordato con orgoglio come, nel 2007, la scienziata accettò l’iscrizione onoraria alla Comunità ebraica capitolina. Un riconoscimento che arrivò dopo una brutta pagina della politica italiana, l’attacco che Levi Montalcini subì per aver votato a sostegno del governo Prodi dall’attuale leader de La Destra Francesco Storace, che offrì di regalare a lei e a tutti gli altri senatori a vita “un paio di stampelle”.
Poi ancora ci sono i messaggi del portavoce di Benedetto XVI, padre Federico Lombardi, dell’oncologo Umberto Veronesi e dell’astrofisica Margherita Hack, dei presidenti dei due rami del parlamento Renato Schifani e Gianfranco Fini, dei giornalisti Enrico Mentana e Gad Lerner, dello scrittore Roberto Saviano, dei principali leader politici.
È tutta l’Italia dunque a piangere questa scienziata speciale, cui è stata dedicata anche la prima pagina dei principali quotidiani. Un paese che RitaLevi Montalcini ha amato, e di cui è andata profondamente orgogliosa, come emerge dalla sua straordinaria biografia. Perché nonostante le persecuzioni razziste che subì in gioventù, e i soggiorni all’estero che ebbe l’opportunità di sperimentare (compresa la trentennale permanenza negli Stati Uniti), si sentì sempre legata al Belpaese, come ricordò il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento in occasione dei festeggiamenti per il centesimo compleanno. “Rita Levi-Montalcini mostrò il suo profondo attaccamento all’Italia, alla libertà, alla democrazia, resistendo alla dittatura, sottraendosi al destino dell’esilio, accogliendo dopo la Liberazione dell’Italia l’occasione che le fu offerta nel più grande paese amico, presidio di vita democratica e di progresso scientifico, gli Stati Uniti d’America, per portare più avanti le sue ricerche. Ma volle e seppe tornare a casa, tornare da noi e trasmettere al nostro paese il suo sapere, la sua esperienza, il suo magistero morale”.Oggi al Senato dalle 15:30 fino alle 21 sarà aperta lacamera ardente per l’ultimo saluto a Rita Levi Montalcini. I funerali si terranno invece il 2 gennaio a Torino in forma strettamente privata.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked