Israele ripensa il sistema scolastico
Non era possibile escludere che i cambiamenti tanto sbandierati fossero solo campagna elettorale e invece lavorando con calma, un passo per volta, il ministero dell’Educazione israeliano sta portando avanti una piccola rivoluzione. Negli ultimi anni il numero di scuole religiose del network Ma’ayan Hahinuch Hatorani, collegata allo Shas, è aumentato rapidamente, includendo scuole non autorizzare e addirittura due istituti che avevano ricevuto un’ingiunzione a chiudere. Un rapporto del ministero dell’Economia ha evidenziato una situazione preoccupante: il network riceve gli stessi finanziamenti delle scuole statali ma risulta abbia compiuto diversi abusi, tra cui la falsificazione dei rapporti sul curriculum di studi adottato. Anche il sistema scolastico gestito da United Torah Judaism riceve gli stessi finanziamenti delle scuole statali (la condizione per accedervi è adeguarsi alle direttive sulle materie secolari), e anche in questo caso data la mancanza di controlli non è possibile sapere se il curriculum minimo è stato seguito solo in parte, come probabile nel caso di Ma’ayan, oppure per nulla, come ritiene il ministero.
Il ministero dell’Educazione ha scelto almeno per il momento di non intervenire sulle scuole superiori ma sui livelli precedenti la pressione è fortissima: sono stati modificati in maniera radicale i requisiti per accedere ai finanziamenti statali e lo scorso mese c’è stato il primo successo, immediatamente seguito da altri. Dopo la prima scuola elementare haredì che ha scelto di entrare nel nuovo sistema scolastico Stato-Haredì, accettando di sottoporsi alle condizioni richieste – supervisione totale e completa, seguire completamente il curriculum di studi concepito specificamente per le scuole religiose e partecipare ai test standardizzati del ministero – si prevede che molte altre seguiranno. Anche Ma’ayan e United Torah si sono impegnate a rientrare nel nuovo sistema, insegnando il curriculum delle materie secolari e accettando i controlli, mentre la maggior parte delle scuole religiose femminili (non ufficiali ma riconosciute) insegneranno il 75 per cento delle materie in cambio del 75 per cento del budget che ricevono le scuole statali, e le scuole maschili arriveranno al 55 per cento, in cambio di un finanziamento corrispondente.
Si tratta della fine di un sistema di menzogne note a tutti che è andato avanti per decenni, e ha permesso di deviare soldi statali per finanziare uno stile di vita fortemente ideologizzato e separatista. È un cambiamento storico per il sistema scolastico religioso, che sarà sottoposto a controlli non solo tramite la prevista supervisione e con visite regolari di ispettori, ma anche tramite i risultati degli esami standardizzati nelle materie secolari a cui gli studenti, come in tutto il resto del mondo, dovranno ora sottoporsi. E in futuro i due network principali di scuole religiose potrebbero essere completamente sostituiti dal nuovo sistema scolastico Stato-Haredì, totalmente sotto supervisione e che seguirà il curriculum completo (in cambio di finanziamento completo), oppure decidere di entrare a far parte del sistema, accettandone le condizioni.
Non sarà un processo di cambiamento semplice, sia per il potere politico dei partiti collegati ai network scolastici haredì che per diversi problemi molto pratici che vanno risolti prima di poter procedere: mancano testi adeguati (che per esempio devono essere privi di immagini femminili per le scuole maschili, e viceversa), e mancano insegnanti haredì che abbiano la formazione necessaria ad insegnare le materie secolari. In realtà il ministero deve costruire il nuovo sistema partendo praticamente da zero, e lottando anche contro la prevedibile contrarietà dei sistemi esistenti.
Ma i primi passi sono stati fatti, e mostrano chiaramente che la situazione attuale non sarà più accettata.
Ada Treves twitter @atrevesmoked