Bartali nel libro dei Giusti
“Gino Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il riconoscimento dello Yad Vashem, che lo ha inserito oggi nel registro dei Giusti tra le Nazioni, è il giusto premio per una vicenda umana esemplare”. Lo afferma Guido Vitale, direttore della redazione di Pagine Ebraiche, il mensile dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane protagonista di numerose rivelazioni inedite sul coraggio del grande ciclista toscano durante il nazifascismo. A partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg, il piccolo ebreo fiumano che ad Adam Smulevich raccontò di essere stato nascosto in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino. “Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina”, spiegò allora Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba. Arriva da Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come raccontato al mensile UCEI, non potè beneficiare dell’azione di staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel Centro Italia. Oggi, dopo una lunga volata, l’annuncio più atteso. Una notizia che sta suscitando emozione in Italia e in tutto il mondo. “Finalmente!”, commenta commosso Andrea Bartali, figlio del campionissimo. Una soddisfazione che è anche di Sara Funaro, psicologa, promotrice del primo appello per la ricerca di nuove testimonianze pubblicata sul giornale dell’ebraismo italiano. “La decisione di Yad Vashem di dichiarare Gino Bartali Giusto tra le Nazioni – afferma il sindaco di Firenze, Matteo Renzi – è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo”.