Una donna alla Banca d’Israele
È Karnit Flug il nuovo governatore della Banca centrale d’Israele. Già vice del predecessore Stanley Fischer, e facente funzione dopo le dimissioni di quest’ultimo lo scorso giugno, Flug è stata scelta dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro delle Finanze Yair Lapid, dopo una saga durata 112 giorni e l’evaporazione delle candidature di tre economisti di punta, Jacob Frenkel, presidente di JPMorgan Chase e già governatore della Banca d’Israele tra il 1991 e il 2000, che ha rinunciato a causa dello scandalo su un presunto episodio di taglieggio di cui Frenkel si sarebbe reso colpevole nel 2006 all’aeroporto di Hong Kong, e gli argentini Leo Leidermann, capo economista di Bank Hapoalim poco incline a trasferirsi nel settore pubblico e Mario Blejer che guidò per un breve periodo la Banca centrale dello Stato sudamericano durante la gravissima crisi del 2002. Nel frattempo, Flug, nata in Polonia nel 1955, emigrata in Israele con la famiglia a tre anni, laurea all’Università ebraica di Gerusalemme, dottorato alla Columbia di New York, esperienze al Fondo monetario internazionale e all’Inter-American Development Bank, teneva il timone e aspettava.
Pur con la sponsorizzazione di Fischer infatti, non riscuoteva la simpatia del premier Netanyahu. Che però alla fine si è reso conto di avere davvero in casa migliore delle soluzioni possibili, dopo mesi di incertezza e frustrazione che rischiavano di irritare i mercati. L’intero processo di nomina è stato fortemente criticato da Lapid, che lo ha definito orribile e sbagliato.
Cosa aspettarsi ora da Flug? Scelte in linea con quelle del suo predecessore, una politica monetaria espansiva per favorire la crescita, trasparenza e fissazione di obiettivi quantitativi da perseguire. Tra le preoccupazioni maggiori in questo momento, quella di contrastare la debolezza del dollaro rispetto allo shekel, in particolare per quanto riguarda le esportazioni, paventando società costrette a pagare i dipendenti con la costosa moneta israeliana, ricevendo pagamenti nella valuta dello zio Sam. Fenomeno che, senza correre ai ripari, Flug ritiene possa comportare la perdita di posti di lavoro. È stata proprio la lucidità dei ragionamenti dell’economista su questi temi, esposta nel corso di una delle riunioni estive, a convincere Netanyahu alla svolta. Anche se alcuni fanno notare come anche la recente scelta del presidente degli Stati Uniti Barack Obama di nominare alla guida della Federal Reserve proprio una donna, Janet Yellen, pure lei vice del precedente governatore Ben Bernanke, non sia certo passata inosservata a Gerusalemme.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked