Qui Roma – Chanukkah con Letta e Netanyahu
“Vi ringrazio a nome di tutti gli ebrei italiani i quali, nel vedervi lavorare fianco a fianco, circondati dai ministri dei rispettivi governi, nell’assistere alle vostre strette di mano, provano un profondo sentimento di gioia, di completezza, di speranza che questo rapporto di amicizia rimanga stabile e costante e sia fonte di pace e di sicurezza. Quella pace e quella sicurezza che, per entrambi i popoli, per molti secoli sono stati beni sconosciuti”. Lo ha affermato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna rivolgendosi al primo ministro italiano Enrico Letta e al suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu in occasione della visita di entrambi al Tempio Maggiore di Roma per l’accensione del quinto lume della Chanukkiah. Ad accoglierli i vertici della Comunità ebraica, il presidente Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente del Keren Kayemeth LeIsrael Raffaele Sassun. Numerosi i temi toccati nel corso degli interventi: dal rapporto di amicizia tra Italia e Israele all’impegno per un futuro di pace, dal contrasto al piano di rafforzamento nucleare dell’Iran alle sfide dell’integrazione e della lotta al razzismo. “In questi sette mesi, ma lo sapevo già – ha affermato Letta – ho potuto apprezzare l’importanza per questo Paese delle comunità ebraiche italiane che svolgono un insostituibile ruolo di attore morale nel nostro paese e nella nostra società, un inestimabile contributo per un Paese come il nostro che troppo spesso perde la memoria”. “Sull’Iran non starò zitto”, ha annunciato Netanyahu invitando a non fidarsi di “false promesse” e sottolineando come l’attenuamento delle sanzioni verso Teheran rappresenti, a suo dire, un grave errore. “Purtroppo le sanzioni stanno iniziando a diradarsi – ha detto – e se non verranno presi provvedimenti immediati, questo sistema crollerà e con esso tutti gli sforzi di questi anni”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Pacifici, che ha ricordato le molte veglie e i molti momenti di raccoglimento che hanno caratterizzato la Comunità da lui presieduta nella vicinanza e nella solidarietà a Israele. A partire dal 1948, anno di fondazione di un moderno Stato ebraico, fino alle insidie contemporanee. Come l’Iran, appunto. “Non staremo zitti neanche stavolta”, ha promesso. “Siamo in un momento drammatico di energia ma l’accensione di queste luci è il senso miracoloso di questa esistenza ed è questo che ci dà la speranza”, ha concluso il rabbino Di Segni nello spiegare il significato della festa di Chanukkah.