Qui Ferrara – Meis, uno sguardo al futuro
Entro la metà del 2016 la prima parte del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah sarà operativa. A spiegarlo, Carla Di Francesco, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna nonché consigliere della Fondazione Meis, in occasione dell’incontro “Il Meis: lo stato dell’arte”, appuntamento del secondo giorno della Festa del Libro ebraico di Ferrara. Fissati dunque i tempi per quello che sarà, nella definizione del presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani, “un punto di riferimento per la storia ebraica in Italia e per l’Europa”. A ribadire la centralità sul piano nazionale del progetto museale di Ferrara anche il ministro della Cultura Dario Franceschini, presente ieri all’inaugurazione della mostra Vita, Colore, Fiabe – il mondo ebraico di Emanuele Luzzati, esposta nella Palazzina di via Piangipane (complesso dove sorgerà il museo). Un’iniziativa che interessa tutto il Paese e un onore per Ferrara, ha dichiarato il ministro che ha poi sottolineato come “i fondi per il completamente del primo lotto ci sono e ora si tratta solo di procedere”. Impaziente di vedere il completamento dei lavori, il presidente Calimani ha sottolineato durante l’incontro in merito allo stato di avanzamento del progetto museale – a cui ha partecipato il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani – come il Meis si configurerà non solo come un museo di oggetti ma anche come un laboratorio culturale capace di dare nuova energia a tutta la città. “Una grande e importante novità nel tessuto urbanistico di Ferrara”, ha affermato il sindaco Tagliani.
“Dal 2016 funzionerà la prima parte del museo – ha spiegato Di Francesco – con uno spazio per le esposizioni, per la biblioteca e le altre funzioni a queste connesse. Inoltre, una parte di questo sarà dedicato alle attività didattiche”. Questo per quanto riguarda il primo lotto (per cui i lavori di demolizione per la successiva realizzazione inizieranno quest’estate, grazie al finanziamento ministeriale), mentre per il secondo verrà successivamente realizzato un nuovo edificio.
Tra gli appuntamenti che hanno poi caratterizzato la domenica ferrarese, all’insegna del secondo giorno della Festa del Libro ebraico, l’l’assegnazione del premio di cultura ebraica Pardes – giunto alla terza edizione – alla scrittrice israeliana Lizzie Doron, al giornalista Enrico Mentana e all’attore Gioele Dix (a presentare l’evento, la giornalista Daria Gorodisky).
“La Shoah è stato un enorme dramma del Novecento che non va certo negato, ma la mia speranza è che lo straordinario filone culturale dell’ebraismo possa trovare la propria identità in qualcosa di diverso da quella cesura terrificante e dalla millenaria storia dell’ebreo errante”, così Mentana nel suo intervento, dopo aver ricevuto il Premio Pardes alla carriera. Accanto a Mentana, la scrittrice israeliana Lizzie Doron, che ha ricevuto il premio alla letteratura e nel corso della giornata ha presentato il suo ultimo libro L’inizio di qualcosa di bello (Giuntina). A Gioele Dix il Pardes per la saggistica, in particolare per il libro autobiografico “Quando tutto questo sarà finito. Storia della mia famiglia perseguitata dalle leggi razziali”
Altro appuntamento di rilievo quello legato alla celebrazioni di Yom HaShoah. A riflettere sulle ripercussioni sul presente della più grande tragedia del Novecento, gli storici Luca Alessandrini (direttore dell’istituto storico Parri) e Marcello Pezzetti (direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma), affiancati dal rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro. A moderare l’incontro Anna Quarzi, presidente dell’Isco di Ferrara.