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28 aprile  2013 - 18 Iyar 5773
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moked è il portale dell'ebraismo italiano
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carucci
Benedetto
Carucci Viterbi, rabbino


 


A che titolo festeggia la liberazione, e dunque - almeno si suppone - la libertà chi non la riconosce agli altri, nascondendosi dietro pretesti risibili ed inaccettabili?

David Bidussa, storico sociale delle idee
 


L'economista Albert O. Hirschman, in un libro oggi “scomparso” dal titolo “Felicità pubblica e felicità privata”, riflette sulla dimensione storica e individuale del complesso rapporto tra sfera pubblica e privata, e sostiene come sia la delusione a spingerci verso il privato. Una delusione segnata da aspettative fortemente esagerate, infatuazioni totali, avversioni improvvise. Nel caso del passaggio verso il privato, spesso questo ritiro è mascherato da scelta “umile”, ovvero dal rifiuto della dimensione del potere a favore di una dimensione più pratica e concreta dell’esistenza: non si può cambiare il mondo, cerco allora di cambiare il “mio” mondo. Non so se da ieri sia aumentata la squadra dei delusi e dunque si prospetti una nuova stagione di coltivazione del proprio particolare, Mi augurerei di no. Temo di sì.

davar
Terremoto - Porte aperte per la scuola della speranza
ricostruita con la raccolta dell'Otto per Mille UCEI
“Grazie per averci ricostruito il futuro”. È commosso il sindaco Fernando Ferioli al momento di ringraziare quanti – enti, associazioni, privati cittadini – hanno permesso la ricostruzione della scuola Elvira Castelfranchi di Finale Emilia. Un luogo simbolo del sisma che ha colpito il Centro Italia la scorsa primavera e che torna a vivere grazie al contributo dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, delle Comunità territoriali (Modena e Parma) e dell'Adei Wizo. Ad essere destinata una quota dei fondi della raccolta dell'Otto per Mille specificamente rivolta alla realizzazione della nuova biblioteca nel nome di un'insegnante, l'ebrea finalese Elvira Castelfranchi, che ancora oggi popola la memoria cittadina a quasi 70 anni dalla scomparsa.
L'abbraccio tra dirigenti scolastici e donatori nel corso di una cerimonia pubblica svoltasi questa mattina nel cortile dell'istituto. In rappresentanza dell'Unione il consigliere Giorgio Mortara, investito della missione di seguire le comunità colpite dal sisma già nel passato esecutivo. Al suo fianco il presidente dell'Adei Wizo Ester Silvana Israel, il presidente della Comunità ebraica di Modena Sandra Eckert e il rabbino capo rav Beniamino Goldstein. Sul palco Mortara è accompagnato da Chiara Iepschy, pronipote della maestra Castelfranchi.
“Nel Pirkè Avot, le massime dei padri – afferma – si dice che lo studio della Torah è bene sia accompagnato dal giusto comportamento sociale. Il che significa rispondere alle necessità di questo genere in tutti gli aspetti sia all'interno che all'esterno della Comunità. È quindi motivo di felicità essere qua oggi per dare un nuovo segnale alla rinascita della vita culturale e civile di Finale”. Sviluppata su impulso delle Comunità territoriali in collaborazione con Maria Pia Balboni, esperta di storia ebraica locale, la decisione di destinare i fondi dell'Otto per Mille alla Castelfranchi è stata immediatamente accolta dall'UCEI. Si è voluto privilegiare la scuola, ha proseguito Mortara, “in virtù della grande importanza attribuita allo studio nel mondo ebraico”.
“Oggi è una giornata speciale – ha spiegato il dirigente scolastico, Rossella Rossi – l'occasione per ringraziare chi ci ha aiutato e sostenuto. Una giornata sempilce, concreta ed essenziale. Come la gente di queste parti”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

Qui Ferrara – Una notte di emozioni tra libri, musica e sapori
Un successo, malgrado il maltempo. Ad assaporare suggestioni, suoni e sapori della terza notte bianca ebraica c’era infatti moltissima gente raccolta attorno all’evento più atteso della Festa del Libro ebraico di Ferrara. Fulcro della manifestazione il Castello estense dove tre protagonisti della vita culturale ebraica italiana – Elena Loewenthal, Daniel Vogelmann e Umberto Fortis – sono premiati nelle diverse categorie del premio Pardes (a tracciare un profilo dei tre è Wlodek Goldkorn, responsabile cultura dell’Espresso) e dove ci si raccoglie fino a tarda notte dopo performance teatrali, sessioni di jewish milonga e immersione nelle atmosfere notturne della Ferrara ebraica ed estense.
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Qui Ferrara – Riccardo Calimani (Meis) “Fieri di questa città”
Con un’ampia intervista sul Resto del Carlino, il presidente della Fondazione Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah Riccardo Calimani risponde alle accuse lanciate dal critico d’arte Vittorio Sgarbi sulle pagine del Quotidiano Nazionale il 24 aprile. “Fieri di Ferrara” sottolinea Calimani.
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Moked 5773 - Si chiudono gli Stati Generali dell'ebraismo
Si chiudono oggi i lavori del Moked 2013 di Milano Marittima, gli stati generali dell’ebraismo italiano. Grande partecipazione da tutte le Comunità, momenti d’incontro, di studio e di divertimento, ma soprattutto di riflessione su tutti i temi che caratterizzano il mondo sfaccettato dell’ebraismo italiano.
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Moked 5773 – L’ambasciatore Gilon racconta Israele
Una situazione in rapida e complessa evoluzione. Così l’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon, in visita al Moked di Milano Marittima, ha spiegato al folto pubblico la sua visione sul Medio Oriente di oggi, le sfide e i problemi ma anche le nuove opportunità, introdotto dal presidente UCEI Gattegna.
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Moked 5773 – Ebraismo e società
"Il pregiudizio antiebraico rimanda alla psicologia sociale, perché questa parola consente di considerare l’ostilità antiebraica come una delle tante manifestazioni di un meccanismo mentale e comportamentale, legato al principio dell’economia attraverso cui si sviluppa il pensiero umano”. Così Betti Guetta, sociologa della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, nella sessione dedicata al pregiudizio antiebraico durante il Moked 5773.
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Moked 5773 – Giovani al centro del progetto
Anche i giovani protagonisti agli Stati Generali dell’ebraismo italiano, attraverso la presentazione dei progetti a loro dedicati dal corso di formazione e leadership Yeud organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a J-Party, applicazione web vincitrice del concorso bandito nel 2012 dall’Associazione Hans Jonas (notizia ripresa anche dal Corriere), passando per gli incontri organizzati dall'Ufficio giovani nazionali dell'UCEI (decine di ragazzi tra i 12 e i 17 anni si sono ritrovati anche a Milano Marittima).
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Israele – Al via il viaggio di JCall
Al via questa mattina il viaggio di JCall in Israele e Cisgiordania. La rete ebraica europea "per Israele, per la pace"  ha raccolto cento rappresentanti delle comunità ebraiche di Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Svizzera per un itinerario di formazione politica della durata di una settimana.
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pilpul
Tra riflessione e intenzione
L’ultimo libro di Sergio Luzzatto, "Partigia. Una storia della Resistenza", si segnala all’atto stesso del primo contatto fisico, ossia quando il lettore lo prende in mano per la prima volta, soppesandone la qualità a partire dalle dimensioni, come un volume corposo. Sono quasi quattrocento pagine, impegnative e, a tratti, impegnate. La vicenda raccontatavi parte dal breve periodo in cui Primo Levi aveva militato in una banda partigiana, stanziata precariamente in Valle d’Aosta. Tra i giorni seguenti all’8 settembre e il 13 dicembre del 1943, data della sua cattura insieme a Luciana Nissim e Vanda Maestro, lo scrittore torinese aveva vissuto l’esperienza di un partigianato che era ancora in forse, al suo primo abbozzo. (...)

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Claudio Vercelli

Nugae - Il Bar-Mizvah e i 15 minuti di celebrità
È evidente che quei 15 minuti di celebrità che Andy Warhol concedeva a chiunque ad alcuni non bastano. Quando arrivano sono una specie di epifania, si tratta dell’istante in cui intuiscono di essere nati per stare su un palcoscenico. Per gli ebrei questo protagonistico quarto d’ora può arrivare piuttosto precocemente, ovviamente al bar mizvah. Ormai lontano dall’essere solo il solenne passaggio alla maggiore età religiosa, è sempre più vero che si tratta spesso di un’occasione di lussuosa follia in cui un ragazzino con l’acne si trasforma in una celebrity con l’acne: ci sono un agente (la mamma diventata isterica), i fan e i paparazzi (gli ospiti e i fotografi), e la pubblica apologia per comportamenti selvaggi e offensivi (i bigliettini di ringraziamento). E per alcuni quel temporaneo status di star diventa un momento centrale dell’esistenza. Di questo fenomeno si è accorta  la scrittrice statunitense Jill Rappaport, che ha scritto un libro intitolato Mazel Tov: Celebrities' Bar and Bat Mitzvah Memories , brillantemente recensito sul Jewish Journal, in cui ha intervistato 20 celebrità (anzi 19, visto che un capitolo è dedicato al bar(k) mizvah dei due cagnolini di Ruth Bell), provenienti dal mondo dello spettacolo, come gli attori Jeremy Piven, Noah Wylie e Henry Winkler, ma anche dalla politica, come il senatore  Joseph Lieberman e l’ex sindaco di New York Ed Koch, per indagare se il bar mizvah abbia effettivamente costituito per loro questa ispirata rivelazione. Così, accompagnate da meravigliose foto d’epoca di tredicenni paffuti, il lettore può perdersi nelle loro riflessioni sulla religione e sulla vita, ma soprattutto consolarsi nel sapere che anche gli attori più hollywoodiani, nel senso idealizzante del termine, hanno imbarazzanti episodi adolescenziali da raccontare. L’attore Harvey Fierstein ricorda che sua mamma, non si capisce bene per quale ragione, ha finto un attacco di cuore durante la cerimonia (mentre lui ha stoicamente continuato la sua lettura); l’attore Howie Mandel dovette far rallentare i balli israeliani per far sì che un pittore assunto al posto del fotografo potesse ritrarli dalla giusta angolazione; la comica Judy Gold con il suo metro e ottanta di altezza torreggiava sul rabbino alto uno e cinquanta, suscitando l’empatia di tutte le ragazze che a 12 anni hanno subito il trauma di essere più alte di tutti i coetanei (ovviamente nessun riferimento personale). Insomma, altro che 15 minuti di fama. 

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF


notizie flash   rassegna stampa
Obama “La posta in gioco per gli USA nella pace in Medio Oriente è alta”
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Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ricevendo alla Casa Bianca il re di Giordania Abdallah, ha dichiarato che per gli Stati Uniti, così come per la Giordania, la posta in gioco nella pace in Medio Oriente è altissima. Obama ha lodato il re e il modello di governo giordano. Al centro dell’incontro anche la situazione in Siria.


 

“Conoscendo da tanti anni Vittorio devo dire che sono rimasto stupito perché l’articolo mi sembra frutto di amarezza e non di rabbia. Mi pare che l’obiettivo non sia il Meis quanto piuttosto, del resto lo dice lui stesso, la sua Ferrara che ai suoi occhi sembra essere ingrata.
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