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Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova |
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“E
non ci sarà più nessuno come Qorach e la sua congrega…” (Numeri 17:5)
La disputa di Qorach viene assunta dai maestri della Mishnà (Avot 5:23)
come il paradigma della discussione “shellò leshem shamaim – che non è
in nome del Cielo”.
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Anna
Foa,
storica |
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Vorrei
ringraziare Alberto Cavaglion, da storica a storico. In primo luogo,
perchè ha portato all’attenzione degli studiosi e dei lettori un
documento di cui Sergio Luzzatto non aveva fatto menzione nel suo
libro: una nota del diario del curato di Brusson, diario
pubblicato e regolarmente a disposizione dei lettori fra i libri della
biblioteca regionale di Aosta, in cui si racconta di un’anziana donna
ebrea di Vienna rifugiatasi a Brusson e suicidatasi in seguito “alle
vessazioni e minacce dei partigiani”. E aggiunge che correva voce
che questi partigiani autori delle vessazioni sarebbero stati fucilati
per ordine del loro capo. L’altro motivo per cui volevo ringraziarlo è
per il tono dimesso dell’articolo su La Stampa in cui ha divulgato
questa notizia. Dice che è solo un tassello, che il “diario non risolve
il caso ma apre una prospettiva”, che molto resta da chiarire. In
questi tempi , in cui tutto è operazione editoriale e scoop, il tono
pacato di Cavaglion che invita ad approfondire le ricerche invece di
gridare ai quattro venti di aver trovato la verità è un valido
insegnamento per tutti noi.
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Rassegna
stampa |
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Sul
Corriere della sera botta e risposta tra Sergio Luzzatto e Alberto
Cavaglion dopo le inedite rivelazioni di quest’ultimo che, sulla
Stampa, smontava ieri in molti punti il tentativo di Luzzatto di
svalutare la figura di Primo Levi. “Conoscevo benissimo il diario del
curato e la tragica vicenda della profuga ebrea suicida – scrive
Luzzatto, che annuncia un lungo intervento proprio sulle colonne del
quotidiano torinese – ma dalle mie approfondite ricerche sull’argomento
risulta che i fatti non andarono come Cavaglion ritiene di aver
scoperto e comunque non ebbero alcun rapporto con l’esecuzione di
Oppezzo e Zabaldano. Ho preferito non parlarne nel libro, perché la
documentazione di cui dispongo ha un carattere privato e mi è stata
fornita in via riservata, sulla base di un rapporto fiduciario”. Pronta
la risposta di Cavaglion: “Non do per certo che responsabili della sua
morte fossero Oppezzo e Zabaldano, ma fa specie che il diario del
parroco non sia neppure menzionato in un libro che si sofferma anche su
minimi particolari della lotta partigiana in Val d’Aosta. Luzzatto non
gli dedica neppure una noticina, anzi non cita mai il curato. Adesso
forse demolirà quella fonte come inutile nella sua replica, ma è un po’
tardi, dopo che gli è stata rinfacciata la lacuna”. Luzzatto, prosegue
Cavaglion, ha allestito un processo indiziario per dimostrare che i due
ragazzi vennero uccisi per futili motivi “ignorando non solo la
testimonianza del curato, ma anche quella del medico condotto, che ora
sta venendo fuori”. Il suo, conclude, è un libro a tesi scritto con
l’obiettivo di gettare un’ombra su Levi”. Sul Giornale, rodando
meccanismi già sperimentati in occasione dell’uscita di Partigia, si
fanno i nomi dei cosiddetti ‘custodi dell’ortodossia resistenziale’:
oltre a Cavaglion, Repubblica, Gad Lerner, Pagine Ebraiche, Guido
Vitale, l’Anpi. |
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Dossier |
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Si
moltiplicano gli interventi a proposito della decisione approvata dal
Congresso dell’Unione giovani ebrei d’Italia che con una mozione ha
deciso di aprire le proprie attività a giovani non iscritti a una
Comunità ebraica e in particolare ai figli di unioni interreligiose con
un profondo interessamento nei confronti dell’ebraismo e precedenti
esperienze nell’ambito di organizzazioni ebraiche e a coloro che si
trovano in percorso di conversione (con parere del rav di riferimento). |
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Il
ritorno del Livorno in Serie A, il bomber
e la dedica a Nara “amore mio per sempre” |
Tre anni di purgatorio. E
poi finalmente la zampata di Paulinho, il prolifico attaccante
brasiliano conteso anche da alcune grandi, che riporta il Livorno in
Serie A a scapito dell'Empoli. Sul braccio del bomber, in bella
evidenza, un tatuaggio con la dedica in ebraico a Nara “mio amore per
sempre”.
Una moda, quella dei tatuaggi 'ebraici', che è sempre più dilagante e
che ha tra i suoi più autorevoli testimonial l'ex calciatore David
Beckham. Il tema è molto dibattutto all'interno dello stesso mondo
ebraico da sempre contrario, come prescritto nel Levitico,
all'incisione di scritte permanenti sul corpo. A fronte di questa
proibizione il numero di quanti scelgono di tatuarsi, soprattutto in
Israele, è comunque registrato in forte ascesa e non ha mancato di
suscitare una notevole dialettica tra diverse correnti di pensiero. |
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Oltremare
- Quinto: l'upupa tridimensionale |
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Appena comperata una bicicletta, il mezzo di
trasporto per eccellenza a Tel Aviv, per riabituare muscoli e
attenzione alla guida sulle nuove piste ciclabili ho iniziato ad
avventurami nel Park HaYarkon, nel profondo nord della città al
limitare della ricca Ramat Aviv.
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Daniela Fubini |
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| In cornice - Esploratori e icone
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Il
tragico episodio degli esploratori che tornano dalla terra di Israele e
invitano il popolo a non entrarvi - riportato nella parashà dello
scorso shabbat - ha invece avuto fortuna nell’arte ebraica e
israeliana. Leggi tutto... | |
| Daniele Liberanome | |
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Tea
for Two - Il bat mitzvah di Micol |
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Il
bat mitzvah. Ahh. Mentre scrivo le mie unghie sono laccate di smalto e
mi compiaccio pensando che c'è voluto il bat mitzvah di mia sorella per
rendermi 'coquette', come ama definire bonariamente mia nonna le
ragazzine smorfiose.
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Rachel Silvera |
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Ebraismo
e arte |
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L'albero della vita è
caratterizzato dalle dieci emanazioni divine, dette Sefirot.
Le dieci Sefirot sono collegate da ventidue percorsi tra di esse, come
in un grafo(...)
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Gabriele Levy, artista |
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