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3 giugno 2013 - 25 Sivan 5773
PAGINE EBRAICHE 24
  ALEF / TAV DAVAR PILPUL  
ALEF / TAV
 
 
 
   Adolfo Locci,
rabbino capo
di Padova
 
 
  “E non ci sarà più nessuno come Qorach e la sua congrega…” (Numeri 17:5) La disputa di Qorach viene assunta dai maestri della Mishnà (Avot 5:23) come il paradigma della discussione “shellò leshem shamaim – che non è in nome del Cielo”.
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   Anna
Foa,
storica
 
 
  Vorrei ringraziare Alberto Cavaglion, da storica a storico. In primo luogo, perchè ha portato all’attenzione degli studiosi e dei lettori un documento di cui Sergio Luzzatto non aveva fatto menzione nel suo libro: una nota del diario del curato di Brusson, diario pubblicato e regolarmente a disposizione dei lettori fra i libri della biblioteca regionale di Aosta, in cui si racconta di un’anziana donna ebrea di Vienna rifugiatasi a Brusson e suicidatasi in seguito “alle vessazioni e minacce dei partigiani”.  E aggiunge che correva voce che questi partigiani autori delle vessazioni sarebbero stati fucilati per ordine del loro capo. L’altro motivo per cui volevo ringraziarlo è per il tono dimesso dell’articolo su La Stampa in cui ha divulgato questa notizia. Dice che è solo un tassello, che il “diario non risolve il caso ma apre una prospettiva”, che molto resta da chiarire. In questi tempi , in cui tutto è operazione editoriale e scoop, il tono pacato di Cavaglion che invita ad approfondire le ricerche invece di gridare ai quattro venti di aver trovato la verità è un valido insegnamento per tutti noi.
 
 
Rassegna stampa
 
  Sul Corriere della sera botta e risposta tra Sergio Luzzatto e Alberto Cavaglion dopo le inedite rivelazioni di quest’ultimo che, sulla Stampa, smontava ieri in molti punti il tentativo di Luzzatto di svalutare la figura di Primo Levi. “Conoscevo benissimo il diario del curato e la tragica vicenda della profuga ebrea suicida – scrive Luzzatto, che annuncia un lungo intervento proprio sulle colonne del quotidiano torinese – ma dalle mie approfondite ricerche sull’argomento risulta che i fatti non andarono come Cavaglion ritiene di aver scoperto e comunque non ebbero alcun rapporto con l’esecuzione di Oppezzo e Zabaldano. Ho preferito non parlarne nel libro, perché la documentazione di cui dispongo ha un carattere privato e mi è stata fornita in via riservata, sulla base di un rapporto fiduciario”. Pronta la risposta di Cavaglion: “Non do per certo che responsabili della sua morte fossero Oppezzo e Zabaldano, ma fa specie che il diario del parroco non sia neppure menzionato in un libro che si sofferma anche su minimi particolari della lotta partigiana in Val d’Aosta. Luzzatto non gli dedica neppure una noticina, anzi non cita mai il curato. Adesso forse demolirà quella fonte come inutile nella sua replica, ma è un po’ tardi, dopo che gli è stata rinfacciata la lacuna”. Luzzatto, prosegue Cavaglion, ha allestito un processo indiziario per dimostrare che i due ragazzi vennero uccisi per futili motivi “ignorando non solo la testimonianza del curato, ma anche quella del medico condotto, che ora sta venendo fuori”. Il suo, conclude, è un libro a tesi scritto con l’obiettivo di gettare un’ombra su Levi”. Sul Giornale, rodando meccanismi già sperimentati in occasione dell’uscita di Partigia, si fanno i nomi dei cosiddetti ‘custodi dell’ortodossia resistenziale’: oltre a Cavaglion, Repubblica, Gad Lerner, Pagine Ebraiche, Guido Vitale, l’Anpi.  
 
Dossier
 
  Si moltiplicano gli interventi a proposito della decisione approvata dal Congresso dell’Unione giovani ebrei d’Italia che con una mozione ha deciso di aprire le proprie attività a giovani non iscritti a una Comunità ebraica e in particolare ai figli di unioni interreligiose con un profondo interessamento nei confronti dell’ebraismo e precedenti esperienze nell’ambito di organizzazioni ebraiche e a coloro che si trovano in percorso di conversione (con parere del rav di riferimento).  
 
 
Davar
 
Il ritorno del Livorno in Serie A, il bomber 
e la dedica a Nara “amore mio per sempre”
Tre anni di purgatorio. E poi finalmente la zampata di Paulinho, il prolifico attaccante brasiliano conteso anche da alcune grandi, che riporta il Livorno in Serie A a scapito dell'Empoli. Sul braccio del bomber, in bella evidenza, un tatuaggio con la dedica in ebraico a Nara “mio amore per sempre”.
Una moda, quella dei tatuaggi 'ebraici', che è sempre più dilagante e che ha tra i suoi più autorevoli testimonial l'ex calciatore David Beckham. Il tema è molto dibattutto all'interno dello stesso mondo ebraico da sempre contrario, come prescritto nel Levitico, all'incisione di scritte permanenti sul corpo. A fronte di questa proibizione il numero di quanti scelgono di tatuarsi, soprattutto in Israele, è comunque registrato in forte ascesa e non ha mancato di suscitare una notevole dialettica tra diverse correnti di pensiero.
 
 
Partigia - Il CDEC conferma le tracce italiane della donna viennese spinta al suicidio
dai partigiani giustiziati dai compagni
Il direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea conferma con un'ulteriore rivelazione la reale esistenza e le tracce italiane dell'ebrea viennese spinta al suicidio nel 1943 da infiltrati partigiani poi giustiziati dai compagni aggiungendo un nuovo elemento concreto nel dibattito fra gli storici a proposito del libro di Sergio Luzzatto "Partigia". Su Pagine Ebraiche di maggio e ieri ancora sulla Stampa lo storico Alberto Cavaglion aveva documentato come nella fretta di suscitare sensazione e di gettare un'ombra sulla figura di Primo Levi partigiano si erano con tutta probabilità tralasciati molti significativi elementi di valutazione. "La documentazione raccolta dal CDEC consente di identificare con precisione l'ebrea suicidatasi il 17 dicembre 1943 (ma sarebbe bene effettuare un controllo nei registri comunali del cimitero) in Valle d'Aosta, nella zona ove fino a pochi giorni prima era attiva la banda di Primo Levi. Il suo nome esatto è Elsa Pokorny (senza la lettera elle), nata a Vienna il 5 ottobre 1878 da Adolfo e Regina Verther, vedova di Leopold Amster (deceduto nel 1932), fino all'8 settembre 1943 residente ad Angera (in provincia di Varese, sul lago Maggiore, di fronte a Meina). Nessuna informazione era pervenuta al CDEC sulla sua tragica sorte. Non sappiamo quindi perchè dopo l'8 settembre volle o dovette scegliere di inoltrarsi verso il Piemonte e la Valle d'Aosta, piuttosto che restare nascosta in zona o muoversi verso la Svizzera. Possiamo solo aggiungere che non è purtroppo infrequente che benemeriti ricercatori locali individuino e ci segnalino ebrei stranieri suicidatisi in Italia dopo il decreto di espulsione del 1938 o dopo l'ordine di arresto del 1943."

Michele Sarfatti, Fondazione CDEC
 
 
Da Torino a Israele, omaggio alla Montalcini
Grande successo e folto pubblico questa mattina per il convegno in onore di Rita Levi-Montalcini organizzato dall’ambasciata italiana in Israele nella prestigiosa sede del Peres Center for Peace che oggi pomeriggio continua con due sessioni, dedicate più specificamente alla ricerca e a come la scienza possa rappresentare un fattore di crescita per la società.
 
 
Qui Tel Aviv – Immaginazione e impresa. Italia e Israele assieme per il 2 giugno
Sincero affetto, calore, emozione. Un migliaio di invitati, ieri sera, ha salutato il discorso di Shimon Peres, ospite d’onore al ricevimento per il 2 giugno offerto dall’ambasciatore d’Italia Francesco Maria Talò nel giardino della sua residenza a Tel Aviv.
 
 
Qui Verona - Un nuovo Sefer per la Comunità
A Verona centinaia di persone in sinagoga per un evento storico: l’ingresso di un Sefer Torah. Il primo, a parte quelli già in uso, ad essere accolto nel Tempio dal momento della sua inaugurazione nel 1929.
 
 
Qui Venezia - Saviano in visita al ghetto
Giornate caratterizzate da grandi incontri a Venezia. Oggi, nel vecchio ghetto, la visita a sorpresa di Roberto Saviano.
 
 
Qui Milano - Scuola, casa di tutti
Ha raccolto moltissime adesioni da più paesi la festa organizzata dalla Fondazione per la scuola della Comunità ebraica di Milano per inaugurare l'Associazione Alumni. Tra i vari contributi un intervento della storica preside dell'istituto, Paola Sereni, dedicato alla leggerezza intesa come “la qualità più straordinaria che si possa dare a un testo letterario”.
 
 
 
Qui Roma - Sami Modiano e la sua Rodi
“La Comunità ebraica di Rodi era come una cosa sola. Per questo dico che a Birkenau ho perso 2500 familiari”. Così il Testimone della Shoah Sami Modiano nel presentare il suo ultimo libro, Per questo ho vissuto (Rizzoli). 
 
 
Enzo Tayar (1922-2013)
È scomparso all'età di 91 anni Enzo Tayar, primo presidente dell'Opera del Tempio Ebraico di Firenze. La commozione della Comunità e di chi ne ha condiviso molte battaglie sul fronte della valorizzazione del patrimonio ebraico locale.
 
 
 
Casale - Omaggio in note a Salomone Rossi
Da Salomone Rossi a Gilberto Bosco: la musica di qualità conquista una nuova volta Casale Monferrato sotto la direzione artistica di Giulio Castagnoli.
 
 
Pilpul
  Oltremare - Quinto: l'upupa tridimensionale 
  Appena comperata una bicicletta, il mezzo di trasporto per eccellenza a Tel Aviv, per riabituare muscoli e attenzione alla guida sulle nuove piste ciclabili ho iniziato ad avventurami nel Park HaYarkon, nel profondo nord della città al limitare della ricca Ramat Aviv.
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  Daniela Fubini
 
 In cornice - Esploratori e icone
  Il tragico episodio degli esploratori che tornano dalla terra di Israele e invitano il popolo a non entrarvi - riportato nella parashà dello scorso shabbat -  ha invece avuto fortuna nell’arte ebraica e israeliana.
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  Daniele Liberanome
 
  Tea for Two - Il bat mitzvah di Micol
  Il bat mitzvah. Ahh. Mentre scrivo le mie unghie sono laccate di smalto e mi compiaccio pensando che c'è voluto il bat mitzvah di mia sorella per rendermi 'coquette', come ama definire bonariamente mia nonna le ragazzine smorfiose.
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  Rachel Silvera
 
  Ebraismo e arte
  L'albero della vita è caratterizzato dalle dieci emanazioni divine, dette Sefirot.
Le dieci Sefirot sono collegate da ventidue percorsi tra di esse, come in un grafo(...)
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  Gabriele Levy, artista
 
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