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Roberto Della Rocca,
rabbino
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Tra le varie indicazioni che vengono date a
Moshè sulla costituzione delle città dove possono rifugiarsi coloro che
si sono macchiati di un omicidio involontario vi è quella del diritto
al sole. Commentando Il testo di Devarìm, 4; 41, che menziona come le
città rifugio dovessero essere localizzate a oriente dove sorge il
sole, il Talmùd (Makkòt, 10 a) commenta che l'Eterno avrebbe detto a
Moshè: "...lascia che il sole splenda anche per coloro che hanno
commesso un omicidio...". Per coloro che tendono spesso a occultare e a
non voler affrontare questioni scomode, aggiungendo in questo modo solo
altra polvere sotto al tappeto, è stato detto: "il modo più efficace
per disinfettarsi è la luce del sole...".
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Dario Calimani, anglista
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È davvero confortante che in occasione
dell’attacco al ministro Kyenge l’intero ebraismo italiano,
istituzionale e non, abbia preso posizione contro la plateale e volgare
manifestazione di razzismo ‘politico’ di cui ella è stata oggetto. La
reazione ebraica, generalizzata e spontanea, è stata la migliore
espressione di un pensiero che si batte sì contro l’antisemitismo, ma
anche contro ogni forma di discriminazione. E ciò che più conta,
indipendentemente dal fatto che la ministro Kyenge ci stia o meno
simpatica o che se ne condivida il pensiero politico. L’antirazzismo è
per noi una professione di fede, e in questo caso lo si è testimoniato
a dovere.
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Rassegna stampa
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Voto all’unanimità per la scelta di inserire
l’ala armata (non quella politica) del gruppo libanese Hezbollah nella
lista delle organizzazione terroristiche dell’Unione Europea (Luigi
Offeddu sul Corriere). Alcuni paesi hanno espresso qualche riserva
(anche l’Italia), ma attacchi terroristici come quello di Burglas in
Bulgaria “non possono passare sotto silenzio” ha precisato il ministro
degli Esteri Emma Bonino. Su Repubblica Vincenzo Nigro ricorda i
contatti della politica italiana con Hezbollah e in particolare la
visita di Massimo D’Alema in Libano nel 2006 al termine della guerra.
Sulla Stampa il commento di Maurizio Molinari.A proposito del dibattito
circa la figura di Giovanni Palatucci, Avvenire pubblica un lungo
intervento di Ennio Di Francesco, ex commissario di Polizia che si è
molto interessato nel corso della sua carriera alle vicende dell’ex
questore di Fiume.
Sulla Stampa Alberto Mattioli riferisce della campagna lanciata dal
Centro Wiesenthal per rintracciare e catturare i gerarchi nazisti che
ancora vivono indisturbati in Germania. “Hitler uccise pochi Rom – E’
shock in Francia” così Repubblica riporta invece le affermazioni del
deputato centrista Gilles Bourdouleix durante una visita a un campo non
autorizzato.
Proseguono le polemiche politiche a proposito dell’introduzione della
legge contro l’omofobia (Repubblica).
Su Repubblica si racconta della mostra su Amy Winehouse al Museo
ebraico di Londra, a due anni dalla scomparsa della cantante.
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Israele - Rabbinato
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Previste per i prossimi giorni le elezioni
per il rinnovo degli incarichi di rabbino capo ashkenazita e sefardita
di Israele, attualmente ricoperti da rav Yona Metzger e rav Shlomo
Amar. Particolarmente intenso il dibattito sulla questione, che non
riguarda solo i nomi dei candidati, ma l’intero ruolo dell’istituzione
nella politica e nella società israeliana. |
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Qui
Trieste - Informazione, valori e diritti
nel confronto sindacale con Franco Siddi |
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La
crisi si fa sentire, l’autunno sarà difficile, l’autonomia dei
giornalisti italiani è minacciata, le loro istituzioni, presidio della
libertà d’informare e di esprimersi nel nostro paese, potrebbero non
reggere all’impatto. Franco Siddi, leader della Federazione Nazionale
della Stampa Italiana il sindacato unico dei giornalisti italiani,
arriva a Trieste al termine di una giornata di fuoco. Dopo un breve
saluto ai colleghi che lo attendono nella sede del Circolo della
stampa, assieme al presidente dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia
Carlo Muscatello, comincia la sua analisi inquietante. Non solo le
retribuzioni, ma anche e soprattutto i diritti, le garanzie, il quadro
normativo pazientemente messo assieme in decenni di sacrifici, sono
sotto attacco. Gli editori, tradizionale controparte della categoria,
come molti altri imprenditori italiani fanno sempre più fatica a far
quadrare i conti. Ma soprattutto mancano all’appello imprenditori veri,
enti e aziende capaci di volare alto, di combattere il precariato e di
investire sulla qualità.
Siddi anticipa nel corso della riunione le possibili strategie in vista
delle trattative del Contratto nazionale di lavoro, che dovrebbero
vedere Fnsi e Federazione italiana editori giornali presto a confronto.
Ma anche le linee guida per la riforma dell’Ordine dei giornalisti, per
la difesa dell’autonomia dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei
Giornalisti Italiani (l’unico ente previdenziale di categoria a non
essere ancora finito nel calderone Inps), della Cassa autonoma dei
giornalisti e degli altri cardini attorno ai quali si esercita la
professione giornalistica nel nostro paese.
Una situazione difficile, spiega Siddi ai colleghi, cui la categoria
dei giornalisti italiani dovrà far fronte con determinazione non per
difendere diritti o privilegi propri, ma per continuare ad essere la
tutela degli ideali di libertà e di progresso che sono fondamentali per
la crescita di tutta la società civile.
C’è tensione, una volta conclusa la relazione di Siddi e l’analisi di
Muscatello. Ma c’è anche aria di festa, nel corso dell’assemblea,
quando Rossella Tercatin, ospite con gli altri colleghi che partecipano
al laboratorio Redazione aperta, viene accolta e invitata a raccontare
l’esperienza di lavoro nel quadro dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane.
Interventi, saluti e proposte vengono da molti colleghi, sulla scia di
una tradizione di confronto franco e aperto, ma sempre attento ai
valori dell’unità della categoria. Il sindacato, fondato nel 1877 dal
letterato Francesco De Sanctis, quindi condotto dal giornalista ebreo
triestino Salvatore Barzilai al primo contratto collettivo di lavoro
nella storia italiana, continua ad essere un importante punto di
riferimento per tutta la società. In sala anche Luciano Ceschia, per
oltre dieci anni leader del sindacato unico dei giornalisti, direttore
dei telegiornali e dei giornali radio, oltre che di numerosi
quotidiani, negli anni della prima Repubblica.
Mentre il dibattito volge al termine, ancora una sorpresa: le agenzie
di stampa lanciano alcune indiscrezioni secondo le quali il fronte
progressista starebbe per lanciare la candidatura di Siddi nella corsa
alla presidenza della Regione Sardegna. Un suo impegno politico, che è
troppo presto per confermare e per ora non ha conferme, ma solo istanze
dalla Sardegna, comporterebbe ovviamente un cambio al vertice del
sindacato dei giornalisti e una nuova sfida, ma la leadeship del
sindacato in questa stagione difficile sembra per il momento la reale
priorità di Franco Siddi.
Prima della partenza da Trieste per rientrare, Siddi, che non è mai
mancato alle diverse edizioni di Redazione aperta, si è fermato con i
colleghi e i collaboratori per analizzare il lavoro, i progressi
compiuti dalla redazione, la qualità del lavoro svolto. I temi così
presenti nel lavoro della redazione della democrazia, della cultura,
della pace e del lavoro per i giovani, ha commentato, sono il presidio
di una società civile che ha bisogno dell’apporto delle minoranze. E
sono i medesimi che devono trovare uniti tutti i giornalisti italiani
per affrontare questa difficile stagione.
(nell’immagine il segretario della Federazione nazionale della Stampa
italiana, Luciano Ceschia, già leader della FNSI e direttore di
importanti testate cartacee e televisive con alcuni giornalisti della
redazione di Pagine Ebraiche) |
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Geografie |
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In Nigeria vivono un miliardo di persone. In Africa più
di quattro, quasi quanto nel Sudest asiatico. In Europa circa 650
milioni, in Italia più o meno 45. Totale nel mondo: undici miliardi.
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Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
– I 100 anni di Priebke
e le falsità su via Rasella |
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C’è un filo nero che lega gli annunciati imminenti
festeggiamenti per i 100 anni di Erich Priebke, uno dei boia delle
Fosse Ardeatine, e le polemiche su via Rasella sollevate da Pippo Baudo
in una trasmissione Rai di prima serata.
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Mario Avagliano
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