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21 agosto 2013 - 15 Elul 5773
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“… su di esse [le pietre] dovrai scrivere tutte le parole di questa Toràh….”(Devarìm 27, 3). Ci si domanda per quale motivo Moshè Rabbènù comandi di scrivere tutta la Torà sulle pietre che dovranno essere erette entrando nella terra d’Israele.
 
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David
Assael,
ricercatore
Dopo nove anni, l’Ungheria è uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. E, in virtù della creatività degli strumenti finanziari utilizzati, c’è già chi parla di “Orbanomics”.
 
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"Nuove sfide per la
leadership ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013.
 
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Voci a confronto
Su Repubblica una panoramica di come la stampa tedesca ha accolto la visita della cancelliera Angela Merkel a Dachau e le polemiche sulla sua scelta di tenere, dopo la visita al lager, un comizio in una birreria. Il quotidiano riporta anche l’intero discorso di Merkel a Dachau. “Tutto comincia, naturalmente, con la legge Bossi-Fini, la più crudele e stupida di tutta l’Europa (e che l’Europa ha la colpa di non avere mai condannato), con il reato di “clandestinità”, che giuridicamente non può esistere perché è un reato dell’essere qualcosa (come essere ebrei durante il fascismo) e non del fare qualcosa (dai tempi del diritto romano solo il fare è punibile)”. Così Furio Colombo sul Fatto Quotidiano risponde alla lettera di un lettore a proposito degli ultimi episodi di viaggi della speranza verso l’Italia. “Giusto, dunque, complimentarsi e celebrare la “catena umana” dei bagnanti agrigentini, che non hanno esitato a dare una mano. Ma profondamente ingiusto dimenticare le testimonianze dei tanti comandanti di pescherecci che adesso ammettono: “Quando vedevo una barca di profughi alla deriva mi allontanavo perché, in caso di intervento, sarei stato imputato di aiuto all’immigrazione clandestina, avrei perduto il mio lavoro e avrei rischiato il processo – prosegue Colombo – Come per le leggi razziali, ricordiamoci che ci sono stati ‘i giusti’ e i delatori. Oltre ai fascisti (e ora ai leghisti) che hanno fatto e imposto le leggi”.
 
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Risorse e bilanci
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche.
 
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  davar
inchiesta
Ebrei italiani: chi siamo
dove stiamo andando

Se ne è parlato tanto, prima con incuriosita perplessità, poi raccontando come la ricerca stesse andando avanti senza rallentamenti, grazie al lavoro indefesso degli intervistatori, fino al crescere dell’aspettativa quando i primi dati sono iniziati a filtrare, per svelarsi in tutta la loro ricchezza quando il professor Campelli, quasi alla fine dell’elaborazione degli stessi, ha accettato di parlarne la prima volta, a Pagine Ebraiche, in aprile. Ora invece “Comunità va cercando, ch’è sì cara – Sociologia dell’Italia ebraica” è un libro, corposo (sono quasi trecento pagine), edito dalla FrancoAngeli, e riporta come sottotitolo Sociologia dell’Italia ebraica. L’obiettivo dichiarato è quello di tracciare un profilo della popolazione ebraica italiana, tanto dal punto di vista socio-demografico che in riferimento agli aspetti identitari e religiosi. L’ultima indagine socio demografica sull’ebraismo italiano effettuata con criteri scientifici, realizzata da Franco Sabatello e da Sergio Della Pergola, risaliva alla metà degli anni ’60 ed è stata utilizzata per tanti anni come punto di partenza per studi e ricerche. Per vari decenni quindi i consiglieri e i dirigenti comunitari hanno preso decisioni, anche di grandissima rilevanza, senza avere a disposizione dati aggiornati. Per questo circa tre anni fa l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha deciso di investire su una nuova ricerca, percepita come non più rinviabile, che dedicasse anche specifica attenzione alle relazioni fra gli iscritti e le istituzioni comunitarie, che sono spesso percepite come un elemento di notevole criticità. “Le Comunità e il Rabbinato, le istituzioni ebraiche nel loro complesso sembrano non aver avuto la capacità di un rapido e tempestivo adattamento alle nuove esigenze imposte dai forti mutamenti intervenuti nella vita sociale, non solo degli ebrei, ma degli italiani in generale. Ma esiste anche un forte elemento positivo, il profondo desiderio di Comunità, sia dal punto di vista religioso sia da quello politico sia da quello delle attività”, scrive il presidente UCEI Renzo Gattegna nella prefazione. La prima presentazione della ricerca, che ha avuto luogo durante il Moked di primavera a Milano Marittima, si è svolta in appendice a una riunione del Consiglio UCEI, e oltre all’animata discussione seguita al discorso tenuto da Campelli sono state numerose le richieste di presentazione dei risultati in varie Comunità. La raccolta dei dati ha inoltre permesso di avere a disposizione una quantità di informazioni enorme (circa 1500 i rispondenti, un centinaio le domande, sia chiuse che aperte) che presentano un grande potenziale e potranno essere utilizzati per altre analisi future. A tal proposito Campelli non nasconde che una seconda sezione del progetto di indagine prevede la considerazione specifica di quella fascia di ebrei non più iscritti o mai iscritti alle Comunità “la cui esistenza arricchisce e complica il quadro complessivo”. Il lavoro quindi è appena cominciato. E secondo il sociologo “la sensazione è che ci sia una potenzialità straordinaria nell’ebraismo italiano, che deve essere valorizzata”.

(Il grafico mostra i principali legami che si riscontrano fra le risposte possibili alla domanda "Sentirsi ebrei significa soprattutto…" contenuta nella studio)

Ada Treves, Pagine Ebraiche, agosto 2013

Israele 
Un luglio da record per il turismo

Non si arresta il trend positivo dell’industria del turismo israeliana. Sono stati 246mila i visitatori entrati nello Stato ebraico durante il mese di luglio, il 2 per cento in più rispetto allo stesso periodo nel 2012 e il 4 per cento in più rispetto al 2011. Un dato che si inserisce in una crescita costante da alcuni anni a questa parte. Il 2012 infatti ha registrato la presenza di 2,9 milioni di turisti, escludendo coloro che sono transitati da Israele per meno di 24 ore, con un incremento del 2 per cento rispetto all’anno precedente. E tuttavia molto rimane da fare per soddisfare l’obiettivo posto dal precedente ministro del Turismo Stas Misezhnikov di raggiungere i cinque milioni annui di viaggiatori entro il 2015 o addirittura triplicare i numeri attuali entro il prossimo decennio, come auspicato nelle scorse settimane dal premier Benjamin Netanyahu in occasione di una conferenza dedicata al tema.
(nell'immagine una veduta della spiaggia di Tel Aviv)
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pilpul

Ticketless - Microcitofono
Mark è un caro amico inglese. Ha studiato in Italia, vuole bene agli italiani, si dispera di fronte al nostro declino. L’ho rivisto questa settimana. Si occupa adesso di informazione televisiva, ma ha insegnato a lungo letteratura italiana. Con lui la conversazione è sempre brillante, ha un forte senso del comico e della teatralità. Anni fa ci aveva fatto morire dal ridere imitando le interviste ai politici colti alla sprovvista mentre camminano per strada. Il mutismo di Cuccia gli era sembrato un gioiello alla Chaplin, ma pur sempre un episodio da circo di strada, indegno di una civile e moderna informazione. Ho chiesto a Mark che cosa lo colpisce nei nostri telegiornali.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il fuoco vicino
Se un domani, per un'ennesima tragedia, il regno hascemita di Giordania fosse colpito da una guerra civile - per esempio, con gli islamisti determinati o rovesciare la monarchia, e l'esercito mobilitato nella repressione: non sono mancati segnali in questa direzione -, il grande incendio che avvampa fuori dai confini di Israele sarebbe completo. Già oggi, la posizione dello Stato ebraico nello scacchiere mediorientale appare decisamente critica e preoccupante. Siria, Egitto, Libano, Giordania e Palestina sono, piaccia o non piaccia, i vicini di Israele, e con essi è necessario trovare un modus vivendi.

Francesco Lucrezi, storico
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