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28 agosto 2013 - 22 Elul 5773
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Vedi, oggi io ho posto davanti a te la vita e il bene …” (Devarìm 30, 15) Si domanda  Rabbì Shelomò Efraim di Lunzitz nel suo commento chiamato “Keli Yakkàr” perché la Toràh non anticipi in questo verso il bene alla vita, quando ci viene insegnato che le buone azioni di un uomo gli danno meriti e di conseguenza gli allungano la vita. Pertanto in base ad un ragionamento logico il verso sarebbe dovuto essere: “Vedi, oggi io ho posto davanti a te il bene e la vita ecc.” Egli risponde nel suo commento, che la Toràh viene ad insegnarci di non agire solo per l’effetto benefico del nostro comportamento, e cioè l’allungamento della vita, bensì, l’uomo viva la sua vita al fine di fare del bene.
 
David
Assael,
ricercatore
Dunque, l’Arabia Saudita sunnita appoggia i ribelli (sempre sunniti) contro l’alawita Assad. Il quale è visto con ostilità perché troppo vicino agli sciiti di Theran. I Fratelli Musulmani, sunniti, hanno come base programmatica l’unità dell’Islam, per cui guardano un po’ ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran (pecunia non olet). Quest’ultima, sciita, dà da anni ed anni aiuto agli arabi palestinesi e ad altri gruppi teoricamente appartenenti all’area sunnita. E poi, il problema palestinese, i logici interessi delle potenze straniere, l’avanzamento della cosiddetta generazione facebook…
 
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"Nuove sfide per la leadership ebraica"
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione, è pubblicata in forma integrale la relazione tenuta dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione del Consiglio del 14 luglio 2013.
 
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Voci a confronto
Le vicende siriane in primo piano sui giornali di oggi.
“L’Occidente salvi l’onore in Siria. Le minacce di Putin sono un bluff” si intitola l’editoriale del filosofo francese Bernard-Henri Lévy sul Corriere.
Sono in molti a dedicare spazio alle possibili ripercussioni su Israele dell’intervento contro Bashar Al Assad. Lo stesso Corriere propone un’intervista allo scrittore Etgar Keret che racconta con la sua ironia la paura di un attacco a Tel Aviv, mentre Maurizio Molinari sulla Stampa scrive come grande sia il timore nello Stato ebraico che, con la caduta del dittatore, il paese finisca nelle mani di Al Qaeda. E il rischio che qualsiasi risultato in Siria possa rappresentare un pericolo per Israele è la posizione espressa da Nahum Barnea, columnist di Yediot Achronoth in un editoriale sull’International Herald Tribune. “Non siamo parte della guerra civile in Siria, ma siamo pronti ad ogni scenario. Se intercetteremo un’aggressione, reagiremo” le dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu riportate da Giorno-Carlino-Nazione.
“Quel mosaico di religioni al confine con Israele” è invece il titolo scelto dal Mattino per un articolo in cui si offre al lettore una panoramica della situazione della Siria e il suo ruolo geopolitico. Il quotidiano napoletano propone anche un’intervista al ministro degli Esteri Emma Bonino in cui viene ulteriormente specificata la posizione italiana di non prendere parte a un’operazione militare senza l’avallo delle Nazioni Unite.
 
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Risorse e bilanci
Sul numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche.
 
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  davar
 
rosh hashanah 5774
Nuova politica e speranze di pace
Il L'anno 5773 non è stato uno dei peggiori nella storia di Israele e del popolo ebraico. Non ci sono state maggiori guerre o altre moríe, la demografia globale degli ebrei ha registrato una piccola crescita anche se esclusivamente grazie al motore Israele che di conseguenza incrementa ancora di un poco la propria posizione di principale componente del collettivo; il prodotto lordo per capite è ancora aumentato in Israele, e per gli ebrei della diaspora grazie alla migliorata posizione economica degli Stati Uniti e alla loro forte predominanza rispetto all'ebraismo diasporico è improbabile sia diminuito nonostante la stasi economica.

Sergio Della Pergola, Pagine Ebraiche, settembre 2013
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diritti civili
"I have a dream" - Il ricordo
degli ebrei in marcia

Sono passati cinquant’anni da quando il pastore Martin Luther King, pronunciò le parole “I have a dream”, “Io ho un sogno”, capaci di plasmare il corso della storia degli Stati Uniti d’America, e non soltanto. Mentre il Washington Post ricorda di aver clamorosamente mancato la notizia, la stampa ebraica newyorkese sottolinea con orgoglio il proprio lavoro giornalistico durante quelle giornate. “La marcia verrà ricordata nella storia come la più potente dimostrazione di ascesa morale e virtù umana – scrisse Moishe Crystal sull’allora quotidiano yiddish Forverts – Il lato ebraico è stato inoltre molto evidente e di impatto nella partecipazione a Washington”. Perché furono tanti gli attivisti ebrei e i rappresentanti della comunità ebraica americana a fianco di Martin Luther King. E due di loro, in quel 28 agosto 1963, lo precedettero sul palco: il presidente del Congresso ebraico americano Joachim Prinz e il presidente del Synagogue Council of America Uri Miller.
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rosh hashanah 5774
Qui Venezia - Un anno altruista
Rosh HaShanah marca l'anniversario della creazione del mondo e costituisce il giudizio divino universale su tutta l'umanità. Come, ad esempio, il consiglio di una comunità che si riunisce per valutare le capacità e le qualità di uno per poi decidere se assumerlo oppure no, così proprio si implica il giudizio di Rosh Hashanah.

Gili Benjamin, rabbino capo di Venezia
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rosh hashanah 5774
Qui Torino - Un anno prospero
Questo è il periodo degli esami di coscienza, il momento per ripensare al proprio comportamento nei confronti di Dio e del prossimo, e l’occasione per compiere un tikkùn, una riparazione. Impegniamoci dunque nel lavoro per le istituzioni comunitarie, nel rispetto verso gli altri membri della Comunità anche se con opinioni e posizioni diverse dalle nostre, nell’aiuto a chi è più debole, nella proclamazione dei diritti di Israele a una esistenza riconosciuta e sicura, nella denuncia più ferma ed assoluta verso ogni atto di razzismo e xenofobia.

Beppe Segre, presidente della Comunità ebraica di Torino
 
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rosh hashanah 5774
Qui Livorno - Un anno
per riavvicinarsi

L'anno ebraico che va concludendosi ha registrato molteplici motivi di soddisfazione per la nostra Comunità: i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della Sinagoga, l'ingresso di due Sifrei Torah, l'apposizione delle prime pietre d'inciampo. Tutte iniziative molto belle e partecipate. A fronte di questi successi persiste però, in alcuni, un approccio profondamente sbagliato su cosa sia davvero una Comunità.

Vittorio Mosseri, presidente della Comunità ebraica di Livorno

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rosh hashanah 5774
Qui Mantova - Un anno di gioia  Un
S'avvicina capodanno// e gli auguri ch'altri fanno//sono sempre tutti uguali//e per nulla originali.// Ecco dunque che qui provo// ad usare un modo nuovo// per mandar gli auguri miei //a voi tutti, amici ebrei.// Cos'è mai la mia trovata? //Una rima sol baciata:// 'sto shanà sia a voi sereno// e di gioie sempre pieno!

(Versi tratti dalle "Odi molto barbare" di Emanuele Colorni)

Emanuele Colorni,
presidente della Comunità ebraica di Mantova


rosh hashanah 5774
Qui Merano - Un anno di pace
Augurare a tutti noi e a tutto Israele un anno senza stragi, guerre e catastrofi sembra un'utopia ma voglio farlo, con convinzione, ugualmente. Che l'imminente 5774 ci riservi solo salute, pace e prosperità e la venuta del Messia.

Elisabetta Innerhofer,
presidente della Comunità ebraica di Merano


pilpul

Ticketless - Fuori servizio
Il sistema non eroga biglietti. Sono in vacanza. Niente Ticketless questa settimana. Chiuso per ferie. Torno subito. Da mercoledì prossimo ritorneremo alle cose serie. Il cartello che scelgo di mettere fuori della porta, per informare della mia assenza, è preso da Rabelais. Pantagruel, ingresso di Thélème. Nel Novecento, molti ebrei (anche rabbini, francesi e svizzeri), trovarono asilo intellettuale in questo edificio del libero pensiero. La targa fu tradotta (con fatica) in tutte le lingue. Immagino esista una traduzione ebraica.. Non invidio il traduttore.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - L'islam e noi
Non c’è dubbio che, tra le più significative iniziative promosse nell’ambito della rassegna pugliese di arte, cultura e letteratura ebraica “Lech Lechà” (la cui importanza è stata ampiamente illustrata su queste pagine, e per la cui realizzazione si deve rinnovare un sincero plauso a tutti gli organizzatori – a partire dal Direttore artistico Francesco Lotoro e dal Rabbino capo dell’Italia meridionale, Scialom Bahbout – e a tutte le Istituzioni che hanno assicurato il loro appoggio) ci sia stato il dibattito (il “Lechà…peritivo”) avvenuto proprio oggi alla libreria La Maria del Porto di Trani, tra Tullio Levi e l’Imam Yahya Pallavicini, coordinato dal sottoscritto, intitolato “Alcune proposte di cammino dell’uomo e della società”.

Francesco Lucrezi, storico
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