Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Che la preghiera, la riflessione e il
digiuno possano avere influenza sulle decisioni divine è questione che
ci è chiara: su ciò si basano questi dieci giorni di teshuvah che
cominciano con Rosh haShanah e si concludono con Kippur. Che la abbiano
sulle decisioni umane è assai dubbio; come è dubbio il senso del
digiuno di chi, come i politici, dovrebbe decidere.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Nel numero di agosto di Pagine Ebraiche sono
stati resi noti i dati sulle risorse e dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane e sul loro impiego. Se si guarda la torta delle
provenienze si vedrà che due terzi delle entrate sono risorse esterne,
risorse che arrivano al mondo ebraico italiano da fuori del mondo
ebraico italiano. La domanda che mi pongo non è perché quelle risorse
arrivano da fuori, ma in base a che cosa arrivano.
Perché per una fetta non irrilevante di contribuenti italiani non ebrei
dare l’otto per mille all’UCEI è qualificante? A quali bisogni
corrisponde? Che investimento emozionale e culturale esprime quella
scelta? Di che cosa è conseguenza? A fronte di quale offerta e di quale
funzione pubblica del mondo ebraico giunge quella risorsa? Vi
contribuisce di più l’attività delle grandi o delle piccole comunità?
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5774 - Un anno di libertà
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Gli auguri del presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo
anno ebraico.
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Voci a confronto |
Due elementi in primo piano sui giornali:
iniziative e riflessioni legate al digiuno per la pace promosso da papa
Francesco e il ricordo dell’8 settembre 1943, di cui cade il
settantesimo anniversario. Sul Corriere della Sera, un articolo è
dedicato al significato del digiuno in diverse religioni, compreso
l’ebraismo, in cui il riferimento è in particolare allo Yom Kippur.
Sempre sul Corriere, l’editoriale di prima pagina firmato da Ernesto
Galli Della Loggia approfondisce il ruolo della guerra nella storia
dell’Occidente. Il testo integrale del discorso pronunciato dal
Pontefice è pubblicato da Avvenire. Una riflessione sulla guerra nel
mondo contemporaneo di Furio Colombo si trova sul Fatto Quotidiano. Sul
Messaggero, il ministro degli Esteri Emma Bonino spiega la posizione
dell’Italia dopo la firma del documento al G20. Il punto della
posizione europea è contenuto in un articolo di Repubblica. La Stampa
propone una riflessione del Segretario di Stato americano John Kerry.
Sull’8 settembre tra gli altri approfondimenti sul Corriere e sul Sole
24 Ore. Repubblica intervista il ministro Cecile Kyenge
sull’integrazione nelle scuole. Sul Corriere un intervento di Sefy
Hendler, senior lecturer di storia dell’arte, all’Università di Tel
Aviv, e Tomaso Montanari, professore di Storia dell’arte moderna
dell’Università Federico II di Napoli a proposito dell’annullamento del
prestito al Museo d’Israele di un capolavoro di Botticelli in seguito
alle tensioni con la Siria deciso dal Ministero della Cultura italiano.
“Ci auguriamo che il governo Letta confermi la decisione di non spedire
l’opera in Israele: non per gli ipotetici rischi (ben altrimenti
gravi!) di un’ipotetica guerra in Medio Oriente, ma per il rispetto dei
minimi standard internazionali sulla tutela di opere d’arte delicate.
Crediamo profondamente nell’amicizia tra Italia e Israele e nel ruolo
che la cultura può e deve avere nel rafforzarla: il nostro stesso,
continuo scambio scientifico è un minuscolo tassello di quell’amicizia.
Ma siamo convinti che le relazioni culturali tra i popoli non possano
essere rafforzati da scambi di singole opere «feticcio» decise dalle
diplomazie senza nessun coinvolgimento delle comunità scientifica e
anzi imponendo al museo prestatore e al museo ospitante un «evento» del
tutto estraneo alla loro vita” scrivono.
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Risorse e bilanci
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Un approfondimento sull’ultimo Bilancio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche.
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progetti
Mantova
Capitale della cultura Città e Comunità unite per l'idea
Una
città cosmopolita, multietnica e multireligiosa. Una città che investe
sulla cultura. Una città che chiama a raccolta le sue tante anime per
vincere. Mantova punta con decisione al progetto di divenire capitale
europea della Cultura 2019, mentre si prepara il deposito delle
candidature e si annuncia la discesa in campo di una quindicina di
centri italiani in competizione fra di loro. Il sindaco Nicola Sodano e
il presidente della Provincia Alessandro Pastacci hanno atteso uno dei
momenti culminanti di Festivaletteratura, quando il centro lombardo è
invaso da centinaia di migliaia di cittadini che si incontrano a
Mantova per centinaia di iniziative culturali in programma, e hanno
chiamato a presentare il progetto sulla soglia del Battistero di San
Lorenzo tutti gli esponenti di una realtà che punta con decisione sulla
cultura come risorsa di crescita e sviluppo. I mantovani e moltissimi
cittadini presenti in città per il Festival si sono raccolti in maniera
così numerosa da bloccare di fatto la zona della piazza delle Erbe per
sostenere la città in un clima di forte entusiasmo. “Da oggi si lavora.
Partecipiamo per vincere, non per partecipare. E possiamo vincere – ha
affermato l'industriale mantovana Emma Marcegaglia, che ha assunto la
guida del Comitato – non solo perché la città è bellissima, ma anche
perché abbiamo un tessuto sociale molto forte”. Al suo fianco il
presidente della Comunità ebraica mantovana Emanuele Colorni
(nell'immagine), che ha portato l'adesione al progetto della piccola,
gloriosa realtà degli ebrei di Mantova. Con lui moltissimi esponenti
della vita mantovana e amici della città, dal vescovo Roberto Busti
(che fu portavoce dell'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini),
all'opinionista del Corriere della Sera Beppe Severgnini, allo chef
ambasciatore della cucina mantovana Romano Tamani. Sempre nelle
giornate del Festival, fra le innumerevoli iniziative, la presenza in
città anche del ministro Cecile Kyenge, che ha partecipato a una
conferenza sul tema della cittadinanza umana e identità nazionale e
all'inaugurazione della nuova sede dell'Osservatorio contro le
discriminazioni Articolo 3.
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Bandiera
bianca su sfondo nero
Questa
domenica, nel mentre la situazione siriana si fa ancora più
ingarbugliata di quanto già non lo fosse da sé e il gigante dai piedi
d’argilla che porta il nome di Egitto continua a rimanere precariamente
in piedi, in attesa di nuovi sviluppi, speriamo non drammatici, ricorre
il settantesimo anniversario della disfatta italiana in età fascista e
monarchica.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Cose leggere e vaganti
Non
si può essere sempre in umore da Catullo. Con tutte quelle sue
bagatelle, per carità, sa essere simpatico, ma a volte è inopportuno.
In certe occasioni, per lo stesso motivo per cui Bridget Jones indossa
un pigiama inquietante e canta 'aaall byyy myseeelf' buttata su un
divano, in 'lunghe giornate d'affanno che senza lotta e senza pace
vanno' si preferisce la compagnia di uno come Umberto Saba.
Francesca Matalon,
studentessa di lettere antiche
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