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25 settembre 2013 - 21 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
Il Lulav con le sue quattro specie (palma, cedro, mirto e salice di fiume) simboleggia quattro qualità che l'ebreo deve avere. La palma che deve essere dritta e più compatta possibile simboleggia la rettitudine nel comportamento che l'ebreo deve tenere. Il cedro con il suo odore profumato che accenna al suo sapore ci insegna che così come siamo esteriormente dobbiamo essere interiormente. Il mirto che con le sue piccole foglie tutte in torno coprono il suo stelo simboleggia la pudicizia e la riservatezza - la tzniut, che l'ebreo deve avere. La aravah - il salice di fiume, è un piccolo arbusto che grazie all'acqua cresce fino a divenire un albero grande dal tronco possente. Così è l'ebreo senza l'acqua - la Torah, non cresce, anzi si secca e perde le sue foglie.
 
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David
Assael,
ricercatore
È passata sotto silenzio la scelta, un paio di settimane fa, del sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, di accogliere nella propria città il raduno neonazista rifiutato, visti i precedenti del giugno scorso, da Giuliano Pisapia a Milano. Sconcertante è la motivazione del sindaco del PD: ”Da democratico garantisco i diritti di tutti ecco perché ospito il raduno di Forza Nuova”. Per spirito democratico, dunque, bisogna accettare la libera espressione di gruppi nazisti che inneggiano a Hitler e alla caccia all’ebreo o al “negro”. Ed io, per conseguenza, chiedo che cessi ogni forma di discriminazione nei confronti di assassini, ladri, pedofili e chi più ne ha più ne metta. Davvero mi chiedo se questa gente sia mai andata a scuola per tirare fuori, con piglio intellettuale, simili argomenti. Sarebbe opportuno chiedere ragguagli al partito di provenienza, che alla censura delle parole del proprio sindaco si spera aggiunga la solidarietà a Riccardo Pacifici ancora una volta preso di mira dal gruppo neonazista Militia Roma. Anche questa è libertà d’espressione?
 
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Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
Inizia domenica, in concomitanza con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, l’avventura del festival milanese Jewish and the city. Un appuntamento molto atteso, cui il Corriere della sera dedica oggi un’intera pagina ospitando le riflessioni del rav Roberto Della Rocca, direttore del Dec UCEI e direttore scientifico della manifestazione. “Il popolo itinerante e senza terra ha costruito i santurari sul tempo”. Questo il titolo dell’intervento, dedicato allo Shabbat (filo conduttore del Festival), del rav Della Rocca. Sempre domenica appuntamento con la Giornata della Cultura con città capofila. Ospite d’onore, come riporta Libero, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Campagna shock (“Mandate una cartolina al giudeo Pacifici”) dei neonazisti italiani nei confronti di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma. L’iniziativa è stata lanciata sul web (Repubblica). Sull’Osservatore Romano un articolo di Adam Smulevich, redattore di Pagine Ebraiche, che racconta il contributo del giornale dell’ebraismo italiano nella raccolta di testimonianze per Bartali Giusto tra le Nazioni. Su Avvenire, a firma di Anna Foa, un ritratto della pittrice ebrea Charlotte Salomon, uccisa ad Auschwitz all’età di 26 anni. Politica internazionale: Maurizio Molinari, sulla Stampa, si sofferma sulle aperture di Obama all’Iran di Rohani. All’Onu botta e risposta tra i due leader, ma – al momento – nessun incontro.
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
la giornata di settembre
Progetti di Cultura
La quattordicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica vedrà ques'anno aumentare i Paesi aderenti all'iniziativa e, in ogni, Paese, aumentare le località che ospiteranno eventi. In Italia avremo due nuove località, che portano a 66 le città aderenti, oltre il triplo delle 21 città sedi di comunità ebraiche, a dimostrazione del successo di questa iniziativa che vuole portare la storia, la cultura e il contributo dell'ebraismo alla civiltà europea a un pubblico sempre più vasto. Il successo sempre in crescita nelle precedenti edizioni conferma la validità della scelta operata nel 1999 per contribuire alla lotta al pregiudizio antiebraico attraverso la conoscenza dei nostri valori e della nostra cultura. Ai primi timidi passi incentrati sull'apertura al pubblico dei luoghi simbolo della presenza ebraica sono seguite conferenze e dibattiti, spettacoli teatrali e musicali e presentazioni di opere letterarie. Numerose iniziative sono in fase di messa a punto quest'anno per attirare nuovo pubblico, stimolare nuovi interessi e confermare all'Italia il primato di presenze tra tutte le nazioni europee aderenti. Particolarmente significativa è la scelta di Napoli come città capofila dell'edizione italiana, per il fatto che questa Comunità rappresenta oggi la più antica realtà ebraica meridionale con i suoi 150 anni di vita. Napoli rappresenta il punto di riferimento per la rinascita della presenza ebraica in tutto il Meridione di Italia che, nei secoli, ha visto fiorire e scomparire grandi centri di studio e cultura: l'UCEI attribuisce quindi grande rilievo a questa scelta e agli sviluppi che potrà avere nei prossimi anni. Nonostante il difficile momento politico, contiamo di poter avere significative presenze istituzionali alle varie iniziative, sulla scia di ciò che era avvenuto a Venezia lo scorso anno con la presenza di due ministri alla cerimonia ufficiale di apertura. Anche quest'anno sono già stati concessi l'alto patronato del presidente della Repubblica e il patrocinio del ministeri dell’Istruzione, della Cultura e degli Esteri: è così confermata e rafforzata l'immagine di evento culturale di rilevanza nazionale e istituzionale della manifestazione. Questa iniziativa di portata europea e sovranazionale trova in Italia un terreno molto fertile per altre iniziative locali che nel corso dell'anno mettono le nostre Comunità a contatto con la cittadinanza e le istituzioni: penso a titolo di esempio al Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica di Roma appena terminato e alla prima edizione del Festival di Cultura Ebraica di Milano, Jewish and the City, che si terrà nei giorni a cavallo del 29 settembre, dando ancor più risalto e richiamo alla Giornata Europea, ampliando su quattro giornate gli eventi e le occasioni di incontro. Non posso inoltre dimenticare in questa occasione le tre nuove strutture permanenti, attualmente in diversi stadi di realizzazione, quali il Museo Nazionale della Shoah di Roma, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e il Memoriale della Shoah di Milano. Questi non saranno solo centri espositivi e luoghi di memoria e testimonianza storica, ma strutture al cui interno potranno svilupparsi progetti formativi per giovani studenti. Attraverso lo studio e la conoscenza della storia del popolo ebraico essi potranno contribuire a diffondere i nostri valori etici e morali per una società del futuro multietnica, rispettosa delle tradizioni e della cultura di tutte le sue componenti.

Roberto Jarach
vicepresidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Pagine Ebraiche, settembre 2013


giornata europea della cultura ebraica
Nel segno della natura
Da Merano a Siracusa: sono 69 le città coinvolte nella 14esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica 29 settembre. Città capofila per il 2014 è Napoli. Ospite d'onore delle celebrazioni il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
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qui Milano
Jewish and the city al via
Al via nel finesettimana in occasione della Giornata della cultura ebraica la prima edizione del festival milanese Jewish and the City. Il Corriere della Sera di oggi mercoledì 25 settembre dedica grande spazio al tema, con un intervento, tra gli altri, del rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e direttore scientifico del festival.

Non è facile individuare una comunità umana che al pari del popolo ebraico interpreti il ritmo interno della propria esistenza come un fenomeno fortemente determinato dallo svolgimento del tempo. Il dipanarsi dei giorni, le scansioni dei mesi e delle solennità costituiscono la struttura portante attorno alla quale si sviluppa l'intera esistenza ebraica nella quale si distribuiscono in modo intellegibile gioia e dolore, attività lavorativa e cessazione di ogni azione creativa Nel corso dei secoli, accompagnato dalla memoria e dalla speranza messianica, l'ebreo ha individuato bella ricorrenza il punto di riferimento della sua storia, lo spazio sacro entro cui collocare la propria dimensione esistenziale. Grazie a questo rapporto sempre rinnovato con il tempo, il popolo ebraico itinerante nello spazio, lontano dalla terra di Israele e in particolare da Gerusalemme e dal suo Santuario, ha sviluppato una profonda coscienza storica e un forte senso di memoria collettiva creando alcune province della sacralità temporali, che possono essere osservate e celebrate dovunque. E proprio l'osservanza di questi «santuari del tempo», come vengono definiti dal filosofo A.J. Heschel (1907-1972), ha permesso all'ebraismo di preservarsi dall'estinzione e di non essere sorbito completamente dalle culture dominanti. A differenza delle civiltà impegnate a costruire nello spazio, come quelle egiziane, greche e romane, che esprimevano in magnificenze architettoniche le loro forme di culto e di identificazione, nell'ebraismo è prevalsa nel corso dei secoli, la santificazione del tempo. I giorni della settimana lavorativa, che si assommano monotonamente, ascendono passo dopo passo verso lo Shabàt, tanto che — secondo la cultura ebraica — non hanno nemmeno il diritto di fregiarsi di un proprio nome specifico, ma sono semplicemente enumerati come il primo giorno, il secondo giorno e così via: tanto da essere chiamati nel loro complesso con un'espressione che potrebbe essere tradotta con «i giorni di sabbia», in quanto difficilmente distinguibili l'uno dall'altro, proprio come i granelli della sabbia. Simbolo del diritto al riposo, ma ancora di più della necessità di tutelare la libertà e la dignità umana, il Sabato per gli ebrei significa un trasferimento dalla dimensione spaziale, regno delle cose concrete, dei rapporti produttivi ed economici nell'ambito del quale ci muoviamo durante i giorni della settimana, alla dimensione temporale, regno della vita spirituale. Tra le aspirazioni dell'osservanza dello Shabàt c'è quello di stabilire un limite al dominio dell'uomo sulla natura. In particolare l'osservanza del Sabato implica l'astensione da qualsiasi atto «creativo» che possa in qualche modo modificare la natura. È questa la motivazione per cui è proibito, per esempio, accendere il fuoco o utilizzare una macchina, atti entrambi che turberebbero il consueto svolgimento della natura. L'uomo per sei giorni lavora e si dedica soltanto a cose anaterial », in questo giorno, invece senza l'ossessione dell'attività produttiva deve dedicarsi a se stesso, alla comunità, alla società, per stare con i propri familiari e gli amici, a studiare e riposare. Se durante i giorni lavorativi l'uomo tende a vivere secondo le modalità dell'avere, in, un certo senso d'uomo è solo ciò che ha», nello Shabàt prevale la modalità dell'essere e d'uomo è ciò che è». Non si intende con ciò chiedere all'uomo moderno di rinunciare alla civiltà tecnologica, ma di riuscire ad esserne indipendente. Essere ebrei significa affermare il mondo terreno senza rimanerne schiavi. Non dobbiamo disprezzare il corpo, né sacrificare lo spirito. Senza lo spirito il corpo è un cadavere, senza il corpo lo spirito è uno spettro. Troppo spesso siamo corpi senza spirito tesi a consumare il tempo per guadagnare lo spazio, a controllare e dominare il mondo della natura credendo di essere dei creatori che non hanno da rendere conto a nessuno sopra di noi rendendoci schiavi degli oggetti che noi stessi plasmiamo. Oggi molti hanno raggiunto un alto grado di libertà politica e sociale, ma pochissimi non sono schiavi delle cose. Il nostro problema è proprio questo, come vivere con gli uomini e restare liberi, come vivere con le cose e restare indipendenti.

Roberto Della Rocca, rabbino

jewish and the city
Nel cuore dello Shabbat
jewish and the city
La sosta per la mente
jewish and the city
La festa che rende uguali
torino spiritualità
Il valore della scelta
Ultime ore tranquille questa mattina al Circolo dei Lettori di Torino, sede centrale di Torino spiritualità, che arriva quest’anno alla nona edizione, assumendosi nuovamente il rischio di approfondire un argomento non facile. Come anticipato sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione in questi giorni – che fa già bella mostra di sé all’ufficio stampa e nelle sale del Circolo – sono numerosi gli interventi in cui la cultura ebraica gioca un ruolo forte.
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gattegna sulle minacce antisemite
"Solidarietà contro l'odio"
“A nome di tutti gli ebrei italiani voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza a Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, bersaglio di una nuova campagna di odio dei gruppi di estrema destra”. Lo afferma, in una nota, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
“I deliri, le farneticazioni, le azioni di questi individui – prosegue Gattegna – costituiscono una minaccia per tutta la società italiana e richiedono, da parte di ognuno di noi, massimo impegno e vigilanza affinché i violenti, gli estremisti, i razzisti, chiunque attenti ai valori fondanti della Costituzione repubblicana sia messo in condizione di non nuocere".

pilpul

Ticketless - Alla peggio
andrò in biblioteca

Rimango spesso colpito dalla fragilità sentimentale dei miei studenti. La delusione amorosa – a dispetto di luoghi comuni diffusi – produce, come sempre, dolore, rabbia, solitudine. Allo sfortunato corteggiatore, che non sapendo dove picchiare la testa viene a cercarti per trovare una parola di conforto, ricordo sempre la pagina di Svevo (Una vita) in cui Alfonso Nitti rincorre una donna che lo ha affascinato, ma dopo averla seguita, persa, ritrovata e ripersa ancora, esclama: “Alla peggio andrò in biblioteca”, a voler dare un senso alla propria passeggiata.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Felicità
Mi colpì, sulla Newsletter dello scorso 16 agosto, un breve intervento di Laura Salmon, che offriva ai lettori la seguente considerazione: “Uno dei traguardi psicologici più difficili dell’esistenza umana è accettare la priorità della serenità sulla ‘felicità’. Quando s’invecchia pare sempre più chiaro in cosa consista la differenza e quanto vantaggioso sia comprenderlo, ma spiegarlo resta comunque difficile”.

Francesco Lucrezi, storico
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Pitigrilli e la mazzetta
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