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21 ottobre 2013 - 17 Cheshwan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
"Io l'ho preferito "perché solleciti i suoi figli" e la sua gente dopo di lui affinché osservino la via dell'Eterno…" (Genesi 18:19)
Rabbì El'azar da Worms detto "Roqeach" (1176-1238) sottoinea che nell'espressione "asher yetzawè et banaw" (perché solleciti i suoi figli), le lettere finali dei vocaboli formano la parola Torah. Non solo, ma Rav Chydà - riprendendo questo insegnamento - aggiunge che il valore numerico delle parole "asher yetzawè - perché solleciti" è lo stesso di "irat - timore divino" e "ghemilut chasadim - opere di misericordia".
 
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Anna
Foa,
storica
Bello e importante l’articolo finora inedito di Carlo Levi che sarà pubblicato a novembre dalla Regione Basilicata e di cui Il Sole di domenica anticipa alcuni brani. Il testo, scritto nel 1948, si interroga sulle paure e sul rapporto tra paure collettive e totalitarismi. Un tema oggi molto sviluppato oltre che dai sociologi anche dagli storici, e che Carlo Levi nel dopoguerra anticipò con lucidità e chiarezza. “La paura è il contrario della libertà”, scriveva, ripensando i lutti del passato prossimo e le ansie del presente, l’inizio della guerra fredda, la paura del comunismo, i timori che il fascismo sconfitto potesse rialzare la testa. Un tema, in questi tempi di diffuse paure collettive, che vale la pena di riproporre e discutere.
 
16 ottobre - Gattegna:
"Lotta senza tregua contro ogni razzismo"
“Oggi non siamo qui solo per ricordare il passato. Siamo qui per proseguire la lotta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, per difendere le conquiste di libertà e di uguaglianza che dal 1948, con la promulgazione della Costituzione repubblicana, hanno portato l'Italia ad essere un Paese all'avanguardia nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini” ha dichiarato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
 
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Voci a confronto
“Priebke è il residuo di un passato tragico, il più tragico nella storia dell’umanità, un baratro in cui è precipitata l’Europa. La verità è che questi provocatori ci impediscono di parlare dei valori dell’ebraismo che non possono essere soltanto richiamati per episodi di cronaca nera o per inutili provocazioni. Noi abbiamo il compito di raccontare la vita degli ebrei italiani e non di occuparci di sconfitti dalla storia, negazionisti e neofascisti”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nell’intervista rilasciata a Repubblica dopo l’ennesima provocazione del legale di Priebke, Paolo Giachini, che aveva detto di non essersi fatto mettere i piedi in testa “né dalle autorità né dalla Comunità ebraica”. Provocazione alla quale era seguito un durissimo comunicato in cui si ricordava come le istanze dell’UCEI siano state pienamente accolte e come vane siano le illusioni di Giachini e di chi ha “malsane smanie di protagonismo”. “Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Priebke, purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio. E non permetteremo che lo diventi, afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, protagonista in queste ore del Viaggio della Memoria a Cracovia e Auschwitz Birkenau organizzato assieme a Roma Capitale (Corriere, tra gli altri). All’Unità l’ex presidente UCEI Amos Luzzatto ricorda che coltivare la Memoria significa impegnarsi “a non far trasformare coloro che erano state vittime, reali e potenziali, di una persecuzione spietata, in persecutori, i persecutori in vittime innocenti”. Lunga intervista al Tempo per il prefetto di Roma Alfonso Pecoraro. Nel merito della vicenda parla di “accanimento incredibile su una salma”. È giusto non dimenticare quello che è successo e quello che ha fatto questa persona in vita, prosegue, “ma una volta che è morto, basta…”. Salgono a 17 gli indagati nell’inchiesta sui presunti abusi edilizi compiuti per trasformare la vecchia casa di riposo ebraica di Roma nell’albergo a cinque stelle The First Art Luxory Hotel. L’immobile è di proprietà della Comunità ebraica (Corriere Roma). Legge contro il negazionismo: sul Corriere, rispondendo a un lettore, Sergio Romano esprime le sue perplessità. Molte le notizie da Israele sui giornali italiani: su Repubblica un quadro sulle elezioni municipali a Gerusalemme; il Corriere racconta Karnit Flug, prima donna al vertice della Banca d’Israele; sulla Stampa l’incredibile vicenda con protagonisti i familiari di Mohamed Helmy, primo Giusto tra le Nazioni arabo, che hanno rifiutato il riconoscimento dello Yad Vashem.
 
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Giornata della Cultura
Ebraismo in piazza
Tradizione, cultura e valori dell’ebraismo. In decine di città italiane questo inizio di autunno ha visto il mondo ebraico protagonista con la celebrazione lo scorso 29 settembre della Giornata europea della cultura ebraica. Da Napoli, città capofila dell’evento, salendo e scendendo lunga la penisola migliaia di persone hanno avuto l’occasione di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo e natura, tema di quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località coinvolte per questa 14esima edizione che ha visto coincidere l’inaugurazione di un altro grande evento: il Festival di Milano Jewish and the city.
 
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  davar
memoria
Gattegna: "Sul caso Priebke smanie di protagonismo.
Testimoniamo i valori vivi”
 
“Il caso Priebke ha risvegliato molte malsane smanie di protagonismo”. Questa la valutazione del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un'intervista al quotidiano La Repubblica che stronca sul nascere ogni ulteriore speculazione basata su questa vicenda. “Le condizioni tempestivamente espresse dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rappresenta i valori e le istanze degli ebrei italiani nei confronti delle istituzioni e della pubblica opinione – si legge inoltre in una dura nota emessa dalla Presidenza UCEI ieri in serata – sono state ben comprese e accolte. Le legittime istituzioni dell'ebraismo italiano non hanno chiesto, all'indomani della scomparsa dell'ex SS, niente di più e niente di meno e hanno trovato piena rispondenza nelle autorità civili e religiose, oltre che nella pronta reazione di tutta la società civile. Non si illudano ora i provocatori di professione che sperano di fare del caso Priebke un'occasione di notorietà”.
Il presidente dell'Unione, nell'intervista, denuncia come questa e altre vicende corrano il rischio di condizionare gravemente il messaggio di testimonianza dei valori dell'ebraismo italiano, l'autentica missione delle istituzioni ebraiche.
“La verità – spiega Gattegna – è che questi provocatori vorrebbero impedirci di parlare dei valori vivi dell'ebraismo che non possono essere soltanto richiamati per episodi di cronaca nera o per inutili provocazioni”. Compito dell'Unione, sottolinea, non è infatti quello di occuparsi esclusivamente “degli sconfitti dalla storia, dei negazionisti e dei neofascisti”. Il giornale mette in rilievo anche come il presidente dell'Unione abbia scelto di intervenire evitando di chiamare in causa direttamente individui che a vario titolo, in nome della famiglia del criminale, hanno tentato di conquistare l'attenzione dei mezzi di comunicazione.
Al giornalista Gabriele Isman, che lo sollecita a espremirsi nel merito di una polemica che si trascina da giorni, Gattegna ribadisce che questo non dipende dalla volontà delle istituzioni che rappresentano l'ebraismo italiano e aggiunge: “La giustizia ha fatto il suo corso, è morto un uomo che ha torturato politici antifascisti in via Tasso e ucciso alle Fosse ardeatine dove 70 delle 335 vittime erano ebree. Le Fosse sono un lutto italiano, non soltanto della comunità ebraica”.
Nell'intervista Gattegna conferma inoltre i contatti con le massime autorità dello Stato e con il Quirinale. Un'intesa che ha consentito di risparmiare alla città di Roma l'affronto di assistere a celebrazioni in onore del criminale ora scomparso.
 
israele
Una donna alla Banca Centrale
È Karnit Flug il nuovo governatore della Banca centrale d’Israele. Già vice del predecessore Stanley Fischer(nell'immagine i due insieme), e facente funzione dopo le dimissioni di quest’ultimo lo scorso giugno, Flug è stata scelta dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro delle Finanze Yair Lapid, dopo una saga durata 112 giorni e l’evaporazione delle candidature di tre economisti di punta. La nomina di Flug, nata in Polonia nel 1955, emigrata in Israele con la famiglia a tre anni, laurea all’Università ebraica di Gerusalemme, dottorato alla Columbia di New York, esperienze al Fondo monetario internazionale e all’Inter-American Development Bank, ha ricevuto il plauso degli attori economici e finanziari del paese.
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memoria
"Una scuola per Shlomo"
"Sto pensando di dedicare il nome di una scuola di Roma a Shlomo Venezia per aiutare meglio a ricordare l' orrore". Lo annuncia il sindaco di Roma, Ignazio Marino, tornato dalla sua prima vista al campo di concentramento ad Auschwitz. “Sono stato tentato di restare fuori, per me che ho avuto il padre internato dopo essere stato catturato l’8 settembre, non è stato facile”, ha affermato . E’ il testimone, che riuscì a sopravvivere al campo di sterminio, Sami Modiano a raccontare al sindaco della Capitale le terribili condizioni della prigionia. Assieme a loro oltre centro studenti di scuole romane e una numerosa delegazione della Comunità ebraica di Roma, guidata dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dal presidente Riccardo Pacifici, in Polonia per portare avanti il progetto dei “viaggi della Memoria” organizzato dal Comune della Capitale assieme alla Comunità ebraica romana.
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libri
L’albero della Memoria
Raccontare, trasmettere la Memoria ai giovani. Una sfida anche per la didattica. Per facilitare l’incontro delle nuove generazioni un libro può fare molto. Nasce con questa consapevolezza “L’albero della Memoria”, volume appena dato alle stampe con Mondadori che arriva a completamento di un ciclo di pubblicazioni in cui Anna e Michele Sarfatti – insegnante la prima, storico il secondo – rivolgendosi agli alunni della scuola elementare toccano con grande sensibilità i temi delle società progredite: l’affermazione dei valori democratici; il rispetto dei diritti individuali, il rifiuto della violenza; la resistenza a ogni forma di fascismo intellettuale e politico. Un libro che ha conquistato grandi e piccini nella presentazione che la Comunità ebraica di Firenze ha ospitato ieri in Sala Servi. Pubblico foltissimo, copie andate esaurite in pochi minuti.
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libri
DafDaf e l'albero
DafDaf ha avuto la possibilità di offrire “L’albero della memoria” in anteprima ai suoi lettori già lo scorso mese. Infatti il numero 37 - un numero speciale perché segnava il terzo compleanno del giornale ebraico dei bambini - conteneva un’anticipazione dei contenuti e delle illustrazioni, due pagine che la redazione ha potuto fare grazie alla collaborazione con gli autori, Anna e Michele Sarfatti, e con la Mondadori, la casa editrice. Per i piccoli lettori di DafDaf una storia bella, la storia di un albero, importante perché, come aggiungono gli autori, “è una figura importante: in tempo di guerra, quando le famiglie vengono disperse o uccise e le case razziate o bombardate, accade che siano gli alberi a farsi carico della memoria delle persone.”
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pilpul
Oltremare - Bethlehem
Alla fine dei film si applaude ancora, nelle sale israeliane. Come se ci fosse qualcuno dietro lo schermo o in cabina di proiezione che possa raccogliere quell'applauso come un successo, o il silenzio come poco apprezzamento del film. E' un buon esempio della tendenza israeliana ad esprimere opinioni e sentimenti.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - Josef Albers
I quadri di Josef Albers esposti al Palazzo delle Stelline a Milano, possono apparire semplici, freddi, quadrati concentrici - ma solo a chi non vuol vedere. Sono invece sforzi estremi verso la perfezione, ognuno diverso dall'altro, con un uso virtuosistico del pennello, con la capacità da applauso di accostare colori, di giocare con i nostri sensi per percepire un quadro diverso da distanze e angoli diversi.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Il birchon
Nei momenti nei quali la vita mi inquieta, ho delle rivelazioni. Ero panciuta dopo il pranzo di Shabbat e, in preda ad un attimo di pia buona fede, ho preso a caso un birchon dalla pila e l’ho aperto. L’idea era di fare la birchat hamazon, la benedizione post abbuffata, anche perché il pasto meritava.

Rachel Silvera, studentessa
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