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14 novembre 2013 - 11 Kislev 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Elia Richetti,
presidente
dell'Assemblea
rabbinica
italiana
Nel memorabile incontro, dopo ventott’anni di separazione, fra Ya‘akòv ed Esàw, la continua preoccupazione del primo è mantenere una certa distanza. È Esàw che gli corre incontro, è Esàw che abbraccia e bacia Ya‘akòv; non c’è quella reciprocità che ci sarà, a distanza di una generazione, nell’incontro di Yosèf con i fratelli.
È ancora Esàw che propone di viaggiare insieme, o almeno di fornire a Ya‘akòv una scorta armata.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Il 16 ottobre sono stati ricordati i settant'anni dalla tragica razzia tedesca nelle vie della comunità di Roma che in termini di concentrazione spazio-temporale causò in assoluto la più grave ferita inferta all'ebraismo italiano nei giorni della Shoah. Settant'anni dopo vengono in mente tante altre vicende di tragedia ma anche di eroismo, di tradimento ma anche di salvazione. Di queste storie, tutte importanti, tutte da ricordare, continua ad occuparsi quotidianamente la commissione per i Giusti delle Nazioni di Yad Vashem, il cui tavolo è colmo di pratiche in via di accertamento e di definizione. E molte famiglie che non hanno ancora iniziato la procedura di riconoscimento dei Giusti, o che semplicemente non hanno pensato a documentare il loro passato, dovrebbero farlo ora, prima che sia troppo tardi, prima che scompaiano gli ultimi testimoni.
 
"Paragone di Berlusconi su ebrei sotto Hitler offende Italia e Memoria"
“L’Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare l’anticipazione del libro “Sale, zucchero e caffè” in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
 
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Voci a confronto
“Negare l’Olocausto, reato o libertà di espressione?”, titola il Corriere della Sera di oggi dando voce alle riflessioni del parlamentare Pd Emanuele Fiano, dello storico Emilio Gentile e del presidente della Fondazione della Shoah Leone Paserman. “Finché mio padre sarà vivo, lascio a lui l’ultima parola sulla questione del negazionismo – afferma Fiano che poi aggiunge – secondo lui è necessario che le parole che negano la Shoah debbano essere sanzionate per legge. Dunque io mi affido alle sue parole”. Con la proposta, poi bloccata dalla Commissione Giustizia del Senato in sede deliberante (pesò il no del Movimento Cinque Stelle), del disegno di legge che avrebbe introdotto in Italia il reato di negazionismo, il dibattito sull’opportunità della norma si è riaperto nel nostro paese. A far discutere poi, l’assoluzione di ieri del professore Roberto Valvo (su Metro le parole del suo avvocato), accusato di incitazione alla violenza e alla discriminazione razziale, assolto perché “il fatto no sussiste”. A questo punto ci si chiede se vietare per legge espressioni negazioniste sia un valido argine alla proliferazione di queste false e pericolose tesi. Scettico il presidente Paserman che al Corriere dichiara, “La situazione non cambierebbe e si resterebbe sempre a dibattere sui confini tra libertà di espressione o di ricerca storica e una negazione che davvero istighi a un reato, come l’antisemitismo o l’odio razziale”. Educazione dei giovani, l’argine per evitare la proliferazione di queste tesi secondo Paserman, con creazione di strumenti come il Museo della Shoah. Nel taglio alto della stessa pagina, il quotidiano di via Solferino da spazio alla notizia dell’allontanamento dal ruolo di rabbino capo di Trieste di rav David Itzkhak Margalit. Di fronte al licenziamento, rav Margalit ha dichiarato, “Non escludo di andare dal giudice del lavoro perché dichiari illegittimo questo licenziamento, visto che non c’è una giusta causa”. Una situazione delicata che il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio ha spiegato come una rottura della fiducia tra il rabbino e la comunità stessa. Chiamata in causa anche la Cgil, a cui rav Margalit ha chiesto un consulto. “Controlleremo cosa si può fare ma la vedo dura”, afferma Adriano Sincovich, il segretario della Camera del lavoro di Trieste. A Roma ieri è stato piantato un Ulivo, donato dall’associazione Keren Kayemeth LeIsrael, per ricordare le Fiamme Gialle che si sacrificarono per salvare la vita di profughi ebrei (Il Messaggero). Guardando agli esteri, il premier israeliano Netanyahu congela la costruzione di 24mila case in Cisgiordania e Gerusalemme Est (Repubblica). La scelta rientrerebbe nella volontà del governo di Gerusalemme di non forzare la mano sulla Comunità internazionale e in particolare l’alleato americano mentre si sta trattando con l’Iran sul programma nucleare. Netanyahu vuole maggiore fermezza da parte dell’amministrazione Usa. Parla di “pessimo accordo” il premier e afferma “questo può condurre alla seconda opzione non desiderata”(la guerra). Tornando nel Vecchio Continente, l’Ultradestra antieuropea si unisce in Europa. E’ il quadro riportato oggi da La Stampa. La francese Marine Le Pen del Front National e l’olandese Geert Wilders del Partito per la libertà olandese, infatti, progettano di formare un gruppo europarlamentare autonomo, promettendo battaglia contro l’Unione Europea, definita dalla prima come un diavolo che terrorizza i popoli, dal secondo, “Stato nazista, mostro chiamato Bruxelles”. Dall’Italia, la Lega Nord di Roberto Maroni fa sapere che si unirà all’iniziativa così come faranno gli austriaci del Fpo.
 
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
Il dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
 
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  davar
antisemitismo
"Grazie alle forze dell'ordine,
mai abbassare la guardia"

“Voglio esprimere, a nome di tutti gli ebrei italiani, un caloroso ringraziamento alle forze dell'ordine per la nuova massiccia operazione in corso su tutto il territorio nazionale al fine di contrastare la rinascita del gruppo di estrema destra Stormfront. Un fatto particolarmente odioso e inquietante e sul quale è necessaria la massima vigilanza da parte di tutti a pochi mesi dal processo che ha condannato ideologi e fondatori di un sito specializzatosi nella diffusione di materiale razzista, xenofobo, antisemita. Attendiamo adesso di conoscere i risultati complessivi dell'operazione per valutare la portata e la dimensione del fenomeno”. Lo afferma in una nota il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. 

solidarietà
Filippine, Joint in prima linea
"Il nostro aiuto e il nostro grazie"

Adoperarsi per rendere il mondo un posto migliore e per portare soccorso a chi ne ha bisogno è un principio fondamentale della tradizione ebraica. Di fronte alla tragedia dell’uragano Haiyan che ha messo in ginocchio le Filippine, negli scorsi giorni, lo Stato d’Israele e le organizzazioni ebraiche internazionali si sono immediatamente mobilitate per inviare aiuti economici, cibo, medicine, volontari, come già tante volte avvenuto nel passato più o meno recente (nel 2010 per esempio commosse tutti il primo bambino nato nell’ospedale da campo impiantato da Tsahal in seguito al terribile terremoto di Haiti, che la mamma scelse di chiamare proprio Israel, per dire grazie ai suoi soccorritori).
Eppure in questo caso, l’American Jewish Joint Distribution Committee, una delle istituzioni fondamentali nel portare solidarietà dove c’è bisogno del mondo, ricorda come aiutare le Filippine abbia un sapore diverso, ancora più speciale. Prima della seconda guerra mondiale infatti, lo Stato asiatico aprì le porte al JDC per impiantare un campo di accoglienza per gli ebrei in fuga dal nazismo, approvato dall’allora presidente Manuel Quezon. Grazie alla solidarietà filippina trovarono salvezza oltre mille persone. E oggi, fa sapere il chief executive del JDC Alan Gill, è bello poter non solo aiutare, ma anche dire grazie.

qui roma
Le suore del coraggio
“La nostra famiglia ha avuto la fortuna di trovare molte persone che hanno aiutato, ma nessuno come la beata Elisabetta e madre Riccarda che ci hanno salvato la vita e restituito la dignità”. Convento di Santa Brigida, piazza Farnese. Nella Roma sotto occupazione nazista si consuma un'eroica azione di solidarietà. Protagoniste due religiose – madre Maria Elisabetta Hesselblad e madre Ricarda Beauchamp Hambrough – che all'interno del convento nascondono per molti mesi la famiglia Piperno, in fuga dalle persecuzioni antiebraiche dopo travagliate peripezie tra Siena, Monaciano e la Capitale.
Uno dei 'piccoli' di casa Piperno – Piero, oggi 84enne – ha ricordato con le parole sopra citate, apparse sul numero di settembre di Italia Ebraica, non solo il coraggio ma anche la profonda umanità e comprensione delle due religiose che, nei mesi trascorsi a Santa Brigida, non facero mancare il loro supporto affinché i Piperno potessero vivere la loro identità ebraica senza alcuna difficoltà e limitazione. “Quel giorno, per la prima volta dalla promulgazione delle Leggi razziste del '38 – ha spiegato Piero – tornammo a sentirci degli esseri umani”.
Dopo l'iscrizione del nome di madre Hesselblad nel registro dei Giusti tra le Nazioni il cerchio si chiude oggi con una nuova e solenne cerimonia: la consegna di due medaglie del centro Simon Wiesenthal di Los Angeles in memoria di entrambe le suore.
La cerimonia si svolgerà nel pomeriggio, a partire dalle 17.30, nella Casa di Santa Brigida. Ad accogliere le medaglie l'abbadessa generale, madre Tekla Famiglietti. In rappresentanza del Vaticano sarà presente, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani cardinal Kurt Koch.
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israele
Weizmann, una nuova frontiera 
La medicina personalizzata è il futuro. Ci crede il Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, che sta creando un centro specializzato nella ricerca e sviluppo proprio nel campo della medicina personalizza. Un progetto reso possibile dalle donazioni ottenute da privati e fondazioni filantropiche, che – ha dichiarato pochi giorni fa il Centro – ha superato i cento milioni di dollari. Il nuovo istituto, in fase di realizzazione, si chiamerà Nancy and Stephen Grand Israel National Center for Personalized Medicine.
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qui milano
Una storia giudeo-spagnola
Suggestioni linguistiche, culturali e nostalgiche del mondo degli ebrei di tradizione giudeo-spagnola nei territori del disfatto Impero Ottomano e ricordi della vita della Comunità ebraica milanese dagli anni del fascismo e della persecuzione. Il libro di Isacco Papo “Al tramonto di una civiltà. Un ebreo sefardita tra oriente e occidente” (Edizioni Salomone Belforte & C)  è stato presentato alla Libreria Claudiana di Milano in un evento organizzato dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, dall’Associazione culturale Nuovo Convegno e dalla libreria stessa insieme alla casa editrice. Presenti, oltre all’autore e all’editore Guido Guastalla, la storica del Cdec Liliana Picciotto e Paola Sereni di Nuovo Convegno.
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qui roma
In bottega, una pagina di storia
Si è svolto nella Sala Multimediale della Casa della Memoria e della Storia, l’incontro conclusivo della mostra "Ruine, macerie, vergogne! Settant'anni dal bombardamento su Roma" a cura di Alessandro Grammaroli e promossa da Collezione Grammaroli, Associazione Botteghe Storiche di Roma, Circolo Gianni Bosio. All'evento, dal titolo "Accendevamo una luce in vetrina..." hanno partecipato Giulio Anticoli presidente associazione botteghe storiche Roma, Guglielmo Del Fattore titolare dell’Hotel dei Cesari, l'avvocato Claudio Fano e lo stesso Alessandro Grammaroli. A moderare Fiorella Leone che ha anche curato il coordinamento organizzativo del convegno.
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qui trieste
La rimozione del rabbino capo
sulle pagine del Corriere

La notizia della rimozione del rabbino capo di Trieste David Itzhak Margalit finisce sulle pagine nazionali del Corriere della Sera in un articolo in cui intervengono il presidente della Comunità ebraica Alessandro Salonichio e lo stesso rav Margalit. Ieri la vicenda era stata riferita dal quotidiano triestino Il Piccolo.
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pilpul
Setirot - Il partito che ci manca
Commoventi, riuscitissimi, allegramente solenni i festeggiamenti milanesi per i cento anni dell'Hashomer Hatzair. “Il futuro del passato sono i giovani” hanno scritto su uno striscione. Ideali e parole – ebraismo sionismo socialismo pace scoutismo – senza tempo. Linguaggi differenti nei discorsi di generazioni di chaverìm che una cosa in comune mi sono sembrati avere tutti: la certezza dei propri valori senza l'arroganza delle proprie certezze.

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - Fratelli
C'è scritto all'inizio della parashah di questa settimana che Giacobbe invia dei messi a "Esav achiv", a suo fratello Esaù. Tornano gli emissari inviati da Giacobbe e questi non utilizzano più la stessa espressione e a proposito di Esaù dicono: "Baanu el achicha el Esav ve gam olech likratecha ve arba meot ish imo - Ci siamo recati da tuo fratello, da Esaù che anzi ti viene incontro con quattrocento uomini". E così anche Giacobbe poco dopo si rivolge a D-o pregando e dicendo: "Liberami dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù".

Daniel Funaro
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