David
Sciunnach,
rabbino
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"…ed ecco sette spighe sottili e sbattute"
(Bereshìt 41, 6). Ci fa notare a proposito di questo verso il Ba’àl
ha-Turim che le spighe sottili e sbattute non nascono tutte da un solo
stelo com’è detto delle 7 spighe buone e rigogliose. Questo perché gli
anni buoni erano tutti uguali nella loro prosperità. Mentre gli anni di
carestia non erano così, ogni anno che passava era peggiore del
precedente.
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David
Assael,
ricercatore
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“Dobbiamo imparare dagli ebrei”, così, pochi
giorni fa, il Governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, mentre
sosteneva la necessità per i veneti, in Italia e nel mondo, dei dar
vita a un network capace di tramutarsi in pressioni lobbistiche. E
aggiunge il governatore di conoscere molto bene la comunità ebraica e i
suoi membri, e di ammirare il loro spirito di solidarietà e la capacità
di sostenersi l’un l’altro. Mah! Forse abbiamo frequentazioni diverse.
In ogni caso, accogliamo il complimento; certo, quando arriverà
qualcuno per cui tutto ciò sarà un difetto, sarà molto difficile
spiegargli che siamo uguali agli altri, con anche gambe, braccia,
occhi, naso e bocca.
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ROMA - Appuntamento per le 18 in piazza
Barberini per l'accensione pubblica organizzata dal movimento
Chabad-Lubavitch.
MILANO – Appuntamento in piazza San Carlo alle ore 18.30 per la
tradizionale accensione pubblica della Chanukkiah organizzata dal
movimento chassidico Chabad-Lubavitch, con la partecipazione del
rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, del presidente della Comunità
ebraica Walker Meghnagi e del sindaco Giuliano Pisapia.
VENEZIA - Alle 17.15, in Sala Montefiore, Riccardo Calimani dialogherà
con Stefano Caviglia sul libro, omaggio alla più antica comunità della
Diaspora, “Alla scoperta della Roma Ebraica”.
FIRENZE - Alle 18.30, alla Libreria dei Lettori, si presenta l'ultimo
libro di Laura Forti “Teatro”. Con l'autrice Enrico Fink, Ugo Caffaz e
Giampiero Judica.
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"Guardare in faccia
il nostro futuro" |
“Per guardare in faccia il passato è
necessario applicarsi allo studio e sviluppare capacità di analisi e di
critica. Per guardare in faccia il futuro le stesse qualità non sono
sufficienti, ne occorrono anche altre molto più rare, come dimostra il
fatto che nessuno, neanche i più grandi specialisti, può vantarsi di
aver previsto, solo cinque anni fa, le condizioni nelle quali
attualmente si trova il mondo”. Lo scrive il presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in apertura del numero
di dicembre di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione.
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Voci a confronto
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“Neanche nel segreto dell’urna, alcun
deputato ebbe la forza, il coraggio e la dignità per opporsi a
provvedimenti tanto aberranti”, sottolinea sulle pagine del settimanale
Oggi il presidente UCEI Renzo Gattegna, intervistato in merito alla
proposta del presidente delle Guardie d’Onore (incaricate di vegliare
sulle tombe dei reali sepolti al Pantheon) di riportare a Roma la salma
di Vittorio Emanuele III, il re che firmo le leggi razziste. “Come
biasimare i deputati -continua Gattegna – se lo stesso capo dello
Stato, il re Vittorio Emanuele III, infangò e distrusse il prestigio
morale della sua dinastia apponendo la firma al famigerato regio
decreto numero 1390 dopo essersi ritirato nella tenuta di San Rossore,
con indifferenza, forse con noncuranza e cinismo, contribuendo così
all’immane tragedia che ne seguì?”.
“Mai paragonato Berlusconi agli ebrei”, il vicepresidente della Regione
Lombardia Mario Mantovani smentisce le affermazioni che l’avrebbero
visto paragonare la situazione di Berlusconi alla persecuzione ebraica.
La frase incriminata, come riporta il Corriere della Sera, pronunciato
allo Yad Vashem sarebbe stata un fraintendimento. Quindi niente scuse
(e bocciata la mozione di censura) da parte di Mantovani, intervenuto
davanti all’assemblea regionale per chiarire la sua posizione. Di altro
tenore ma sempre sulle pagine del quotidiano di via Solferino, Haim
Baharier spiega il significato della festa di Chanukkah. Stasera –
riporta il giornale – in piazza San Carlo alle 18.30, verrà acceso in
pubblico il primo lume di Chanukkà, l’ultimo brillerà mercoledì, 4
dicembre.
Prove di distensione tra Gerusalemme e Washington, dopo l’irritazione
del premier israeliano Benjamin Netanyahu per la gestione delle
trattative a Ginevra sulla questione nucleare iraniana e l’accordo
siglato dai 5+1 (lenti puntate su Teheran per verificare l’effettivo
rispetto degli accordi, il Sole 24 Ore). “Nei prossimi giorni una
delegazione israeliana guidata dal consigliere per la Sicurezza
nazionale, Yossi Cohen, si recherà a Washington per discutere con gli
Stati Uniti dell’accordo definitivo con l’Iran”, riporta l’Osservatore
Romano, rilanciando le parole del premier Netanyahu alla Knesset.
Carlo Petrini, ideatore di Slow Food, su Repubblica racconta una Haifa
inedita, attraverso un itinerario gastronomico tra “tra pizze, profumi,
kebab e i piatti simbolo della convivenza in Israele”.
A Firenze è il dialogo interreligioso ad essere al centro
dell’attenzione con l’incontro tra Comunità ebraica e rappresentanti
della realtà islamica a Palazzo Bastogi, realzzato dalla Foundation for
ethnic understanding (La Nazione). Presenti la presidente della
Comunità ebraica Sara Cividalli, il rabbino capo Rav Joseph Levi,
l’imam Izzedin Elzir.
“Il paese del male”, definizione dura con cui l’inviato della La Stampa
Domenico Quirico dipinge la Siria, in un libro-racconto della sua
prigionia nel paese in ginocchio per la guerra civile in atto (Corriere
della Sera e Repubblica).
Continua l’indignazione suscitata dall’inchiesta di Repubblica su così
detti BanglaTour, i pestaggi organizzati da giovani di estrema destra a
Roma a danno di immigrati, in particolare bengalesi. Dopo 50 episodi in
un anno, la questione arriva in Parlamento (Repubblica Roma).
Il produttore di C’era una volta in America, il celebre film di Sergio
Leone è stato a lungo a servizio dei servizi segreti israeliani. Arnon
Milchan, magnate israeliano, come riporta La Stampa, ha confessato di
aver parte in gioventù del Mossad.
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci |
Il dossier raccolto dalla redazione circa il
denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede
protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
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chanukkah
Il
dovere di fare luce
La
celebrazione della Festa della luce (Chanukkah 5774 si conclude
quest'anno con l'ottava accensione al tramonto del 4 dicembre) riporta
al contrasto originario fra le culture dominanti e l'identità ebraica.
“Nella Diaspora - afferma nel suo intervento inviato alla redazione per
Chanukkah 5774 il professor Andrea Yaakov Lattes dell'Università Bar
Ilan - il gruppo ebraico si trovò sempre a essere una minoranza”.
“Questo continuo confronto con culture diverse, e la necessità di
diversificarsi e a volte distanziarsi da loro, è uno fra gli elementi
che hanno più influito sulla cultura ebraica così come la conosciamo
oggi. Ed è chiaro che nessun'altra popolazione si è mai posta questo
dilemma con tanta forza, se accettare oppure rifiutare la cultura
esterna. Ancora oggi ci troviamo dinnanzi alla necessità di un
confronto con una cultura globalizzata, quella dei McDonald’s e della
Coca Cola, e con l'esigenza di riuscire a ritagliare uno spazio
particolare in cui poter esprimere la propria peculiarità e con cui
identificarsi in una maniera distinta dalla moda corrente. Ma questo
millenario confronto fa vedere anche che fra i due estremi, il totale
rifiuto della cultura circostante da un lato e la sua passiva adozione
a scapito della specifica cultura ebraica dall'altro, vi è una via di
mezzo: l'accettazione della cultura estranea in maniera selettiva e
consapevole. Quello che può essere utile e non contrasta con i princìpi
tradizionali entra nell'ebraismo, quello che invece non è sano e utile
viene respinto. Non per niente gli stessi Maestri introdussero molti
termini greci nella lingua ebraica, tant'è che la massima istituzione
ebraica si chiamava Sinedrio, sostenendo che il greco è una lingua
bella e pertanto è permesso perfino scrivere un Sefer Torah in greco
(Mishnah, Meghillah)”. La luce che accendiamo ci aiuta a distinguere il
confine fra cosa rigettare e cosa accogliere. Serve a fare chiarezza
nella nostra ricerca di autentico equilibrio.
Pagine Ebraiche, dicembre
2013
La redazione
augura a tutti i lettori Chanukkah sameach, felice Festa della luce.
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seminario
figli della shoah
A
scuola di Memoria
Sono
passati quindici anni dal giorno in cui per la prima volta un piccolo
gruppo di sopravvissuti alla Shoah, di figli, nipoti e fratelli di chi
non è tornato dai lager nazisti iniziò a progettare un’associazione,
senza alcun fine di lucro, per ricordare la Shoah. Un gruppo davvero
piccolissimo, allora come ora, che però è riuscito a ideare, progettare
e a portare a termine iniziative di grande valore, che hanno portato a
una sensibilizzazione dell’opinione pubblica che ha aperto la strada
all’istituzione del Giorno della Memoria, come spiega Daniela Dana
Tedeschi. Ed è alle scuole che l’Associazione dedica gran parte delle
proprie energie, saranno 250, domani, gli insegnanti provenienti da
tutta Italia che parteciperanno al corso organizzato insieme al Cdec –
Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e con la collaborazione
della Fondazione Memoriale della Shoah. Il seminario di aggiornamento
per docenti "Insegnare oggi la Shoah: manuali di storia e percorsi
didattici”, che ha il patrocinio dell’Ufficio scolastico per la
Lombardia.
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"io
e te cambieremo il mondo"
Arik
Einstein (1939-2013)
Se
qualcuno volesse sapere che cosa vuol dire essere israeliani, dovrebbe
venire oggi in Kikar Rabin a Tel Aviv all'una del pomeriggio. In un
giorno di fine novembre e di scirocco secco, con 32 gradi e il sole
offuscato dalla sabbia, Israele si raduna per salutare uno dei suoi
grandi, e ad accompagnarlo fino al cimitero. Non un politico, non un
leader, non un ideologo. Un cantante. "IL" cantante, come ha
scritto il Presidente Peres: "colonna sonora dell'intera nazione".
Arik Einstein è morto ieri sera improvvisamente, a 74 anni, e Israele
stamattina si è svegliata orfana della sua voce calda e così
famigliare, della sua modestia che gli si leggeva ngli occhi anche
quando - raramente - rilasciava interviste, e perfino nei film nei
quali aveva recitato a inizio anni Settanta.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Ticketless
- Pagine ebraiche |
Voglio
ritornare una seconda volta sulle lampade che adornano le case
ebraiche. Lo farò a partire da un quadro, che riproduco qui a fianco
traendolo dal catalogo di una mostra che si svolse a Ferrara, “I Tal
Yà”, (Mondadori, 1990, p. 313). “Mia madre che benedice le candele”,
s’intitola l’olio su tela di Antonietta Raphael Mafai. Nell’atelier
romano della pittrice lituana, discendente di rabbini mistici e
sognatori, Silvia Berti si recava da bambina accompagnata dal padre,
Giuseppe Berti, alto dirigente del PCI, che dall’artista avrebbe voluto
acquistare quel dipinto: “Non si può vendere la propria madre”, fu la
risposta. Trascorsi molti anni, il destino ha reso possibile ciò che la
pittrice reputava incongruo. “Mia madre che benedice le candele” oggi
si trova nella casa romana di Silvia Berti circondato da rare edizioni
spinoziane..
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Accordi sospetti |
Per
esprimere un’opinione meditata sull’accordo sottoscritto tra i grandi e
l’Iran, riguardo a un parziale e temporaneo arresto del progetto
nucleare iraniano, in cambio di un alleggerimento delle sanzioni
economiche internazionali, occorrerebbe disporre di elementi di
conoscenza tecnica e di doti divinatorie che difettano evidentemente
non soltanto all’uomo comune, ma anche alle persone più esperte ed
informate. Quanto manca effettivamente all’Iran – in termini di tempo,
di tecnologia, di risorse - per potersi dotare dell’arma atomica? Anche
credendo all’attuale interruzione del programma, in quanto tempo, in
caso di ripresa, si raggiungerebbe la “linea rossa”?
Francesco Lucrezi, storico
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