Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Dopo molti e lunghi anni di distacco e di
incertezza sui destini del proprio figlio, grazie a un messaggio in
codice che Yoséf gli manda - che fa capire a suo padre che è rimasto
fedele al suo ebraismo - Yaakòv può finalmente affermare: "mio figlio
Yoséf è ancora vivo". (Bereshìt, 45;28).
Siamo testimoni del fenomeno di molti ragazzi che frequentano per i
primi quattordici anni di vita le istituzioni educative ebraiche e poi
repentinamente si allontanano perdendo progressivamente gli
insegnamenti ebraici che hanno appreso. La preoccupazione principale
delle famiglie, nella valutazione della vita di un figlio a distanza di
anni, ruota principalmente attorno a questa domanda: si è creato una
famiglia e una condizione socio-economica rispettabile? La dialettica
tra il nostro Patriarca Yaakòv e il figlio Yoséf ci ripropone un
ulteriore e inquietante interrogativo: un ebreo che non studia Torah è
vivo?
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Dario
Calimani,
anglista
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In questi tempi difficili per il paese, si
ha la netta sensazione che se non ci fosse stato il Presidente
Napolitano a garantire una minima stabilità alle istituzioni non si sa
dove sarebbe finita la fragile democrazia italiana. Ora ne viene
chiesto l’impeachment e, in questa azione di sconquassamento, la
demagogia di un Berlusconi agli sgoccioli si unisce alle strilla del
qualunquismo grillino. Non è troppo strano che forze fino a ieri
ideologicamente e programmaticamente contrapposte si associno nel
disperato tentativo di far saltare il banco. Quel che conta è
garantirsi le luci della ribalta, anche a costo di rivelare certe
impreviste identità.
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FERRARA - Si presenta domani alle 16, presso
il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, il
sito web “I nomi della Shoah Italiana”. Ad intervenire Liliana
Picciotto, consigliere UCEI e storica della Fondazione Cdec di Milano;
Alberta Bezzan, collaboratrice del Cdec e membro dell'associazione Il
Fiume; Gabriele Maisto, assessore comunale alla cultura e consigliere
della Fondazione Meis; Anna Quarzi dell'Istituto di Storia
Contemporanea.
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Renzo Gattegna: “Futuro, responsabilità e
risorse” |
"Se è vero che l’immobilità è una pura
illusione perché in verità chi non avanza sicuramente retrocede, che la
semplice conservazione senza prospettive di sviluppo maschera la
decadenza, che l’isolamento è la peggiore minaccia per la nostra
sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione storica
che le nostre generazioni stanno vivendo di poter uscire
coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di vittime in un mondo come
l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si presenta come tale,
prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha dichiarato il presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nella
relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8 dicembre 2013.
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Voci a confronto
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“A lezione di ebraico” sull’Osservatore
Romano rav David Sciunnach racconta la storia dell’amicizia fra il
rabbino Alessandro Da Fano e Achille Ratti, futuro, Pio XI, ai primi
del ‘900.
Dopo la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Partito democratico,
Tobia Zevi, presidente dell’Associazione Hans Jonas, già consigliere
della Comunità ebraica di Roma, potrebbe diventare vicesegretario del
Pd del Lazio (Messaggero Roma), mentre non è il deputato
italo-israeliano Yoram Gutgeld, ma il professore della John Hopkins di
Bologna Filippo Taddei il membro della nuova segreteria di Renzi in
materia economica (La Stampa).
Sul Corriere la notizia che il premier israeliano Benjamin Netanyahu
non parteciperà ai funerali di Nelson Mandela per ragioni di costo.
L’Osservatore Romano riporta che sono iniziate le visite degli
ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) al
sito di Arak in Iran.
Presentato su Libero il libro “La società udinese e gli ebrei fra la
Restaurazione e l’età unitaria” (Emanuele D’Antonio, Istituto Pio
Paschini).
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fra
europa e medio oriente
Energia
per costruire il futuro
Sul numero di Pagine Ebraiche di dicembre
attualmente in distribuzione spazio alle potenzialità insite nello
sfruttamento dei giacimenti di gas scoperti al largo delle coste
israeliane, come esposte da Valeria Termini dell’Autorità nazionale per
l’energia. Ripubblichiamo di seguito il testo in una versione
aggiornata.
Il gas come strumento di pace per il Medio Oriente. Il gas come
elemento di coesione europea. Il gas per rilanciare le economie del sud
Europa, tra cui quella italiana. Il biblico Levietano, il giacimento
più grande mai scoperto nel Mediterraneo (150 km dalla costa di Haifa),
e i suoi fratelli minori Tamar e Dalit hanno aperto scenari nuovi e
rivoluzionari nel panorama energetico internazionale e il loro influsso
potrebbe farsi sentire anche in campo politico. Tra le tappe di questa
rivoluzione c'è Roma: il vertice intergovernativo del 2 dicembre tra
Israele e Italia, con la stipula di diversi accordi bilaterali tra cui
uno in ambito energetico, è uno snodo importante non solo per la
collaborazione tra i due paesi ma anche per i progetti futuri che
coinvolgono l'Europa intera. Il perché è presto detto: il 21 ottobre
scorso l'Alta Corte di Giustizia d'Israele ha dato il nulla osta
all'esportazione del 40 per cento del gas estratto dai giacimenti
israeliani. Un via libera necessario dopo che il fronte politico
interno si era diviso, con l'opinione pubblica a premere perché il gas
fosse utilizzato solo per il fabbisogno interno. La luce verde della
Corte fa invece entrare Israele nel novero dei paesi esportatori e
l'Italia si candida a diventare una zona di transito strategico del gas
verso l'Europa. La costruzione di infrastrutture, l'impiego di aziende
del settore e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico
ridarebbero impulso alla depressa economia italiana. Le strette di mano
tra il premier Enrico Letta e il premier Benjamin Netanyahu potrebbero
quindi avere un valore molto più significativo dello scambio di
cortesie. Per dare un'idea delle dimensioni e del valore del triangolo
energetico delle coste israeliane, la Banca centrale di Israele ha
affermato che la nuova fornitura di gas farà crescere dell'1per cento
il Pil nazionale. I circa 540 miliardi di metri cubi di gas potranno
soddisfare per almeno 25 anni il fabbisogno interno. Per una nazione
che fino all'altro ieri era in perenne ricerca di fonti energetiche e
con vicini, per così dire, poco propensi al dialogo, Levietano, Tamar e
Dalit sono una vera rivoluzione. Ad aver investito nel progetto,
diverse compagnie israeliane e internazionali, in primis Noble Energy,
Delek Drilling, Avner Oil Exploration, e Isramco che aspettavano con
una certa urgenza la risposta dell'Alta Corte in merito alle
esportazioni. Non mancano le polemiche - oltre alle richieste
dell'opinione pubblica – con voci come quella del Ceo della Eilat
Ashkelon Pipeline Co., Yossi Peled, che criticano il comportamento
dell'amministrazione israeliana, giudicata lenta e imbrigliata nella
burocrazia. “Il tempo non è dalla nostra parte aveva dichiarato”, ha
dichiarato Peled al quotidiano Jerusalem Post, preoccupato che le
compagnie internazionali rivolgano la loro attenzione alle coste
libanesi. Secondo Peled, “è abbastanza probabile che ci sia del gas
anche a largo delle coste del Libano”, quindi ogni ritardo
spazientirebbe gli investitori che già guardano con interesse oltre la
zona di competenza israeliana. Polemiche a parte, sul fronte Israele-
Europa si sta lavorando a un progetto che vede coinvolte Cipro, Grecia
e Italia con il possibile trasporto via mare del gas trasformato in
forma liquida o compressa, grazie alle nuove tecnologie. “In ottica
europea – spiega a Pagine Ebraiche Valeria Termini, membro
dell'Autorità nazionale per l'energia e il gas nonché docente della
Facoltà di Economia all'Università Roma Tre – la sicurezza
dell’approvvigionamento e la diversificazione delle fonti energetiche
costituiscono un potenziale elemento di coesione, un forte aggregatore
di interessi dei Paesi membri. L’Unione europea dipende per oltre l’80
per cento dalle importazioni di petrolio e il 60 di gas da un piccolo
nucleo di Paesi produttori extra-europei. La diversificazione delle
fonti aumenta la sicurezza e, in un orizzonte temporale più lungo,
permetterà di abbassare i costi dell'energia, rendendo le nostre
industrie più competitive”. C'è poi un altro punto su cui la
professoressa Termini pone l'accento, “l’aspetto ancor più importante,
guardando ai giacimenti israeliani, è che le nuove scoperte potranno
essere utilizzate come significativo strumento di pace, portando la
voce di Israele in un’ Europa interessata alle nuove riserve di gas e
quella dell’Europa nella regione del Mediterraneo, generando benefici
anche alle popolazioni e ai paesi confinanti, come la Giordania e forse
i Palestinesi. In tutto ciò all’Italia spetta un ruolo significativo,
di ponte verso l’Europa”. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha
infatti dato il via libera all'immediata esportazione di gas alla
confinante Giordania. Ma si guarda anche alla Turchia e come dimostra
uno dei punti della Conferenza su Business ed Energia (tenutasi ai
primi di novembre a Ramat Gan), ci si chiede inoltre se sarà possibile
stipulare accordi con l'Autorità palestinese e l'Egitto. Esportazioni
commerciali per la fornitura del fabbisogno energetico potrebbero
dunque essere una chiave per la normalizzazione dei rapporti nella
regione. Fare previsioni in una realtà come quella mediorientale è
quasi impossibile. Una via però potrebbe essere stata tracciata. E
intanto l'Italia cerca di non perdere il treno delle possibilità che
arriva da Israele.
Daniel Reichel, Pagine
Ebraiche, dicembre 2013
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congresso
ebraico europeo
In
Grecia, contro le intolleranze
Supportare
il governo greco per le azioni intraprese contro i neonazisti di Alba
Dorata, discutere sull'antisemitismo, confrontarsi sui rapporti tra
Israele e Unione Europea e sulla questione iraniana. Sono tre dei punti
cruciali toccati nell'arco dell'incontro, tenutosi ieri ad Atene, tra
il primo ministro greco Antonis Samaras e l'esecutivo del Congresso
ebraico europeo (Ejc). Ad aprire la giornata dei lavori dell'esecutivo
dell'Ejc, il saluto di Samaras (nella foto di Edwin Shuker la consegna
del premio al primo ministro greco). All'incontro, presieduto da
Viavien Wineman, era presente tra gli altri il consigliere dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Claudia De Benedetti, membro eletto
dell'esecutivo del Congresso ebraico europeo. Nel pomeriggio, inoltre,
è stato attribuito al consigliere UCEI Cobi Benatoff l'incarico di
presidente del comitato di direzione dell'Ejc.
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Roma-Bruxelles |
Tra
poco più di sei mesi l’Italia assumerà la guida dell’Unione europea, e
il Governo dichiara di voler dare una forte accelerazione alle
politiche della crescita, dell’occupazione, della coesione. Più
coordinamento e più attenzione alla vita dei cittadini europei. Nel
frattempo tutta l’Europa è percorsa da pulsioni antieuro e
anti-comunitarie, spesso catalizzate da movimenti populisti e di
estrema destra.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- L’arte di Bruno Canova |
Si
può denunciare l’orrore della Shoah, delle leggi razziste del 1938, dei
fascismi e della guerra anche attraverso l’arte. Ne è uno straordinario
esempio il grande incisore e pittore Bruno Canova, scomparso lo scorso
anno, uno dei più importanti esponenti della Scuola romana e pioniere
della riflessione autocritica degli italiani su quel periodo storico.
Mario Avagliano
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