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13 dicembre 2013 - 10 Tevet 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Alfonso
Arbib, rabbino capo
di Milano
Secondo una fonte che troviamo nella Massèkhet Sofrim, fra gli eventi tristi ricordati con il digiuno del 10 di Tevèt (che cade oggi) c’è la traduzione della Torah in greco. È strano che questo evento venga considerato come un evento triste. Secondo un famoso midràsh fu una traduzione miracolosa perché 72 anziani incaricati da Tolomeo di tradurre la Torah riuscirono miracolosamente a tradurla tutti allo stesso modo. Perché allora considerarlo un giorno triste?
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
La straordinaria scoperta del quadro di Oppenheim che rappresenta la lacerante sottrazione del piccolo Mortara ai suoi genitori merita qualche riflessione. Prima di tutto sull’autore, un frutto maturo del lungo percorso di emancipazione degli ebrei europei, che sceglie la pittura come strumento pressoché inedito di rappresentazione e interpretazione della realtà, anche ebraica. Il bel libro di Elena Casotto, Pittori ebrei in Italia 1800-1938 (Verona 2008) ci aveva aperto gli occhi su una notevole schiera di pittori ebrei che nella nostra penisola andavano animando i circoli artistici e le accademie. Apprezzati dalla critica, si esercitavano però solo raramente nella rappresentazione della realtà ebraica, forse intendendo in tal modo dare concretezza a quel processo di integrazione che pretendeva l’affievolirsi delle identità culturali di gruppo. Il tedesco Moritz Daniel Oppenheim rappresenta in questo contesto un’esperienza anomala.
 
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SIENA - "L'impegno dell'Adei Wizo a favore della prevenzione e trattamento della violenza sulle donne". Questo l'argomento di un incontro che si svolgerà domenica mattina alle 11 in sinagoga con il presidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel e il presidente della sezione senese Paola Castelnuovo.
 
Renzo Gattegna: "Futuro, responsabilità e risorse"
"Se è vero che l’immobilità è una pura illusione perché in verità chi non avanza sicuramente retrocede, che la semplice conservazione senza prospettive di sviluppo maschera la decadenza, che l’isolamento è la peggiore minaccia per la nostra sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione storica che le nostre generazioni stanno vivendo di poter uscire coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di vittime in un mondo come l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si presenta come tale, prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nella relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8 dicembre 2013.
 
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Voci a confronto
“Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire”. I ricchi banchieri ebrei sono tra i responsabili della crisi, afferma Andrea Zunino, portavoce del Movimento 9 dicembre (noto come movimento dei forconi) di Torino in un’intervista a Repubblica. Gravi quanto inquietanti, le parole di Zunino rievocano la più bieca retorica antisemita. Non basta, il portavoce torinese del movimento che sta scuotendo l’Italia rilancia: alla domanda della giornalista Vera Schiavazzi, “signor Zunino, si rende conto che da questa stessa dichiarazione sulle banche “ebraiche” è nato il nazismo?”, l’agricoltore piemontese risponde “non ho le prove. Ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l’antisemitismo dei voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani. Personalmente non mi interessa”. Il signor Zunino è stato scelto dal gruppo torinese del Movimento 9 dicembre, identificato come il portavoce, quindi, a rigor di logica, ne rappresenta il volto e le aspirazioni. Non vogliono una giunta militare, spiega Zunino, sono contro alla violenza ma se deve citare un esempio guarda all’Ungheria di Viktor Orban. “Lui sì che sta liberando davvero il suo Paese”.
 
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  davar
I DELIRI DEL PORTAVOCE DEI "FORCONI"
Gattegna: "Affermazioni intrise dell'antisemitismo più bieco"

“Le deliranti affermazioni sull’Italia ‘schiava dei banchieri ebrei’ e le successive giustificazioni formulate dal portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino, danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari. Zunino si alimenta dai più violenti e biechi stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell’ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l’intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese”.  Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare l'intervista rilasciata a Repubblica dal portavoce del Movimento dei Forconi Andrea Zunino in cui si tracciava il quadro di un'Italia "schiava dei banchieri ebrei" e in cui si delineavano folli congetture sulla genesi dell'antisemitismo di Hitler come vendetta "al voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani".
Parole e deliri che hanno suscitato sdegno nell'opinione pubblica. Tra i primi ad intervenire il parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano, figlio del Testimone della Shoah Nedo, che sui social network scrive: "Vogliamo le dimissioni di Letta, vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri ebrei' (Zunino, leader dei Forconi, Torino 2013). Io lo sapevo che prima o poi si finiva lì". "Zunino farebbe meglio a studiare la storia così da prendere coscienza delle conseguenze a cui hanno portato in passato le insinuazioni da lui usate", afferma il presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia Alessandra Ortona.
Sdegno anche dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che in una nota scrive: "La boutade del leader del movimento ripercorre le parole di nuovi e vecchi leader che nella storia del nostro continente hanno portato alla catastrofe e alla morte di milioni di cittadini. Facciamo dunque appello prima di tutto a coloro che sono nella disperazione di non farsi tentare dal 'fascino' delle ideologie che immaginavamo sepolte".

venezia-tel aviv
Nuove rotte a Cieli Aperti
Dopo la firma del Trattato sui Cieli Aperti tra Israele e Unione Europea, si moltiplicano le opportunità low cost per raggiungere lo Stato ebraico. EasyJet, la prima compagnia a basso costo a fare rotta sull’aeroporto Ben Gurion sin dal 2009 (da Regno Unito e Svizzera) annuncia che da marzo 2014 lancerà quattro collegamenti settimanali con Milano Malpensa, che si aggiungeranno a quelli da Fiumicino partiti lo scorso settembre. Su Pagine Ebraiche di dicembre, attualmente in distribuzione, un approfondimento sull’inaugurazione del terminal low cost a Ben Gurion e l’intervista alla nuova rappresentante El Al per Italia e Sud Europa Oranit Beithalahmy-Amir. “Siamo orgogliosi di considerarci non solo una linea aerea, ma l’immagine stessa di Israele nel mondo” sottolinea, commentando l’inaugurazione della rotta Venezia-Tel Aviv, avvenuta nelle scorse settimane.
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qui ginevra
Israele entra a far parte del Cern con voto unanime dei delegati
Il riconoscimento di Israele come ventunesimo Stato membro del Cern - primo paese non europeo - è arrivato ieri in seguito al voto unanime, necessario per statuto, dei venti paesi già parte del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Israele già nel 1991 è stato accolto formalmente come paese “osservatore”, in riconoscimento al coinvolgimento in alcuni specifici progetti, per poi diventare membro associato nel settembre del 2011. Grande la soddisfazione di Yaakov Peri, ministro israeliano per la Scienza, la Tecnologia e lo Spazio, che ha sottolineato come si tratti anche di un prestigioso riconoscimento del valore della ricerca portata avanti nel paese, oltre che di una grande opportunità di conoscenza e di condivisione per gli scienziati israeliani
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sportello dror contro il racket
"Un servizio per tutti i romani"

“Porte aperte per collaborare sull'assistenza ai casi di disagio sociale. La nostra esperienza è al servizio di tutti i cittadini romani”. È quanto ha affermato il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici aprendo i lavori di un incontro dedicato ai temi della lotta all'usura e al racket svoltosi nei locali della scuola ebraica Vittorio Polacco. Un impegno che vede la Comunità protagonista con un proprio sportello – la onlus Dror – attivo dal 2006 e pienamente integrato nel circuito regionale della federazione delle associazioni antiracket italiane.
Tra i temi affrontati nel corso dell'incontro, cui ha preso parte anche il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi, la crescita esponenziale di denunce nel corso dell'ultimo decennio e le metodologie di contrasto al disagio sociale.
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pilpul
Rivincita su Shakespeare
Per negare che Il mercante di Venezia sia un testo antisemita bisogna arrampicarsi sugli specchi, e neppure su specchi particolarmente agevoli. Anche se le regie contemporanee cercano quasi sempre di edulcorarla, la commedia mette inevitabilmente a disagio, non tanto perché presenta l’ebreo come un personaggio negativo quanto perché nel comportamento e nei discorsi di Shylock scorgiamo qua e là elementi della cultura ebraica in cui anche noi ci riconosciamo, ma stravolti e travisati così come li vediamo tante volte stravolti e travisati nella nostra vita quotidiana: l’attenzione alla kasherut presentata come un’assurda superstizione o come un pretesto per tenere a distanza i non ebrei, il dovere di ricordare le persecuzioni subite interpretato come cieca sete di vendetta, i valori del lavoro e dell’impegno personale derisi e misconosciuti (è sciocco darsi da fare se per diventare ricchi sfondati basta aprire lo scrigno giusto), l’esigenza di una legge uguale per tutti ignorata e incompresa. E il disagio che si sente per tutto il tempo scoprendosi a parteggiare per il cattivo e a provare pochissima simpatia per le vicende sentimentali dei buoni diviene vera e propria amarezza nella scena finale con l’imposta conversione forzata.

Anna Segre, insegnante
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Letture
Qualche giorno fa, mi è capitato di ritrovare tra vecchi libri la raccolta delle lettere di Louise Jacobson, liceale ebrea parigina, arrestata a diciassette anni nel 1942 da due intraprendenti poliziotti francesi e rinchiusa in una prigione per minori (la scusa era di non aver esibito sugli abiti la stella di David, ma in sostanza era sospettata di idee comuniste). Louise fu poi deportata nel 1943 ad Auschwitz e non tornò. Queste lettere, tardivamente pubblicate in Francia nel 1992, nel 1996 vennero offerte in traduzione italiana come allegato al quotidiano L'Unità.

Laura Salmon, slavista
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