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18 dicembre 2013 - 15 Tevet 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
"... e salì un nuovo re, che non aveva conosciuto Yosèf …" (Shemòt 1, 8). Più avanti nella Parashah quando Moshè ed Aharòn vanno dal Faraone è scritto: "Il Faraone disse: chi è l’Eterno perché io debba ascoltare... io non lo conosco…" (Shemòt 5, 2). Da questi due versi si comprende quanto sia sceso il livello spirituale in Egitto. Il Faraone che aveva accolto Yakòv e Yosèf aveva la consapevolezza della santità degli Tzaddikìm che abitavano presso di lui dei loro meriti e della grandezza di Dio. Il Secondo Faraone non aveva più la consapevolezza dei meriti dei giusti, ed il terzo aveva perso anche la consapevolezza della Santità Divina.
 
David
Assael,
ricercatore
Diciamolo, non ci voleva molto a capire che Martin Heidegger, nazista della prima ora, fosse anche antisemita. L’una cosa implica l’altra. Non sono stupito, dunque, da quanto sembra annunciarsi nei nuovi “libri neri” (omen nomen) ritrovati recentemente e discussi oggi su “la Repubblica” da Donatella Di Cesare. E che la frequentazione di molti allievi ebrei (Hannah Arendt, Karl Löwith, Leo Strauss…) non avesse contribuito a fargli prendere distanza dall’hitlerismo già lo sapevamo. Non sia mai che il grande Heidegger si facesse persuadere da qualcuno. La cosa che a me più colpisce è che questi allievi sono rimasti legati alla memoria del maestro (in alcuni casi qualcosa in più di un semplice professore). Una volta sentii una testimonianza del vecchio Emmanuel Levinas, altro allievo illustre, in cui sosteneva di aver imparato da sole due persone nella vita, Monsieur Chouchani e Heidegger, appunto. Tutti conosciamo la storia personale di Levinas, come è possibile questo giudizio? Questo, credo sia importante capire, soprattutto come compito introspettivo dell’ebraismo nei confronti di se stesso.
 
 
Renzo Gattegna: "Futuro, responsabilità e risorse"
"Se è vero che l’immobilità è una pura illusione perché in verità chi non avanza sicuramente retrocede, che la semplice conservazione senza prospettive di sviluppo maschera la decadenza, che l’isolamento è la peggiore minaccia per la nostra sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione storica che le nostre generazioni stanno vivendo di poter uscire coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di vittime in un mondo come l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si presenta come tale, prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nella relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8 dicembre 2013.
 
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Voci a confronto
Sconcerto e indignazione per le immagini che arrivano dal Centro di accoglienza dei migranti di Lampedusa: giovani denudati sottoposti e getti di disinfettante all’aperto (Corriere).
Repubblica dà voce al ragazzo che ha filmato l’episodio con il telefonino “Come ebrei nei lager” dice Ahmed, siriano, che parla anche di derisione da parte del personale e ora ha paura “Non mi danno più cibo, temono guai”. Sotto accusa la cooperativa che gestisce il centro (il Corriere intervista il responsabile Cono Galipò che si difende dicendo di aver seguito tutte le procedure standard).
In previsione della manifestazione oggi dei cosiddetti Forconi a Roma, Repubblica intervista il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano, che promette tra i mille e i duemila attivisti del movimento in piazza da tutta Italia.
Gian Antonio Stella riflette sul Corriere sulla grande ignoranza della storia che è emersa in questi giorni da alcuni episodi accaduti in famosi quiz televisivi (in particolare la completa incapacità di collocare temporalmente nel ‘900 l’ascesa al potere di Hitler e Mussolini).
Inter e Roma disputeranno le prossime gare di campionato a curve chiuse per cori discriminatori inneggiati durante le ultime partite (Corriere dello Sport).
Un migliaio di pagine inedite del filosofo Martin Heiddeger sono in procinto di venire alla luce il prossimo marzo. Pagine intrise di antisemitismo. Repubblica ascolta in proposito la studiosa Donatella Di Cesare, ordinario di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma.
Un’autobomba è esplosa in Libano a pochi chilometri da una postazione di Hezbollah (Osservatore romano). Dopo l’uccisione di un soldato israeliano da parte di un cecchino libanese, l’area si conferma solcata da tensioni.
Su Avvenire si riporta di una manifestazione islamista nel lussuoso quartiere di Brick
Lane a Londra per minacciare coloro che vendono o consumano alcolici. Ancora sul quotidiano della Conferenza episcopale, un reportage sulla protesta dei migranti in Israele dopo il passaggio della legge in materia di immigrazione.
Senza fine gli orrori in Siria. Assad affama la sua gente, Al Qaeda recluta i bambini (Corriere).
 
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  davar
vendita record da sotheby's new york
'Il rapimento di Edgardo Mortara'
in mano a un collezionista privato

È stata una gara che ha sorpreso gli esperti e tenuto con il fiato sospeso i più prestigiosi musei ebraici. E sugli esiti non è ancora possibile pronunciarsi compiutamente. Il dipinto di Moritz Oppenheim “Il rapimento di Edgardo Mortara”, dall’altro valore artistico, ma soprattutto dall’altissimo valore simbolico per la storia e le drammatiche vicende dell’ebraismo italiano, nonostante gli sforzi del Museo ebraico di New York che ha tentato di assicurarsi l’opera, mettendo a disposizione grazie a una cordata di benefattori raccoltasi in tutta fretta, circa 400mila dollari (equivalenti al doppio della base d’asta), è infine stato assegnato a un collezionista privato di cui per ora non è dato conoscere l’identità.
L'asta tenutasi da Sotheby’s a New York per assicurarsi il dipinto risalente al 1862 ha superato le previsioni di molti esperti.
“Dato il valore dell’artista e dell’opera non mi stupisce affatto che sia andata in questo modo” commenta per il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche Eva Atlan, fra i massimi conoscitori dell'opera del grande pittore tedesco e responsabile del dipartimento di Arte del Museo ebraico di Francoforte (Oppenheim era nato nel 1800 ad Hanau, a pochi chilometri dalla città sul Meno, e a Francoforte morì nel 1882). In molti ora si augurano che il quadro possa trovare definitiva collocazione in un prestigioso museo ebraico.
Il dipinto è stato considerato perduto per decenni: se ne conosceva l’esistenza solo grazie a un lavoro preparatorio custodito proprio al Museo di Francoforte. In esso si vede il piccolo Edgardo che viene sottratto alla famiglia da emissari papali. Era il 1858 e le leggi dello Stato pontificio, allora al potere a Bologna, cancellavano la potestà dei genitori sul bambino in quanto segretamente battezzato dalla domestica cattolica durante una malattia. L’episodio assunse le proporzioni di uno scandalo internazionale, ma nemmeno l’intervento di Napoleone III convinse Pio IX a restituire il bambino.
Nel 1962 a Liverpool, una signora in cerca del regalo di compleanno per il marito, scelse in un antiquario un portasigarette d’oro, pagandolo cento sterline. Quando arrivò a casa, il marito le annunciò che aveva smesso di fumare, e così lei tornò indietro a cercare qualcos’altro. Trovò il quadro di Oppenheim.
Secondo Jennifer Roth, vicepresidente di Sotheby’s e a capo del dipartimento di Judaica, è ipotizzabile che il dipinto sia stato portato in Inghilterra da ebrei tedeschi, già nel XIX secolo, passato di generazione in generazione e poi venduto.
Qualche giorno fa, una discendente della famiglia Elèna Mortara, docente di Letteratura anglo-americana all’Università di Roma Tor Vergata, aveva lanciato attraverso Pagine Ebraiche un appello perché l’opera potesse tornare in Italia.

Rossella Tercatin

beni culturali
Musei ebraici a portata di click
Anche in Italia i musei ebraici potranno presto essere visitati usando comodamente un personal computer, uno smart phone o un tablet. Grazie a una proposta della Commissione Patrimonio e Beni culturali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane coordinata dal Consigliere Fabiana Di Porto, proposta approvata all'unanimità dall'ultimo Consiglio, nasce infatti il "Virtual Tour of Italian Jewish Museums" che coinvolgerà inizialmente i quattro musei di Bologna, Casale Monferrato, Roma e Venezia.
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roma-kfar adumim
Scuole, gemellaggio tecnologico
Un gemellaggio che corre su skype: da una parte gli alunni della scuola ebraica di Roma Angelo Sacerdoti, dall'altra gli alunni dell'istituto israeliano Kfar Adumim. Questa mattina, dopo un primo incontro a novembre, la seconda conversazione a distanza. Un'ora di dialogo svoltasi interamente in ebraico con la partecipazione di 40 shlichim europei riuniti a Roma sotto l'egida dell'Agenzia ebraica.
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qui torino
Patteggia sei mesi il professore
che voleva colpire la sinagoga

Ha patteggiato una pena di sei mesi Renato Pallavidini, l'insegnante del liceo D'Azeglio di Torino,
ora in pensione, che nel dicembre 2011 aveva pubblicato su Facebook alcuni post di minacce e insulti contro ebrei e persone di colore minacciando, tra i vari obiettivi, di fare una strage in una sinagoga. Era accusato di istigazione all'odio razziale.
In una nota congiunta emessa in occasione del verificarsi di tali deliri il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre avevano dichiarato: “Esprimere con forza la condanna e il biasimo degli ebrei torinesi e italiani è quasi pleonastico tanta è l’infamia, l’aggressività e la violenza verbale vomitata nella rete da Pallavidini. L’auspicio è che d’ora in poi tale individuo, oltre a subire un regolare processo che ne accerti le responsabilità, sia finalmente messo in condizione di non poter più nuocere ai giovani, né all’interno di una qualsiasi aula italiana né sulla rete”.

qui roma
Festa tra i sapori della tradizione
Grande festa, nel quartiere ebraico della Capitale, per l’apertura di un nuovo ristorante kasher che risponde alla crescente domanda di cibo rispondente alla Legge e alla tradizione ebraica. Dopo l’apposizione delle mezuzà sulla porta del locale (nell’immagine il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni) al ristorante Bellacarne è stata la volta di una serata dedicata alla stampa romana. In tavola, annaffiate da un’ampia scelta di vini, alcune portate caratteristiche della tradizione giudaico-romanesca: piatti di carne, concia, carciofi, pizzarelle col miele. A fare gli onori di casa Sandro Di Castro, presidente del Bene Berith, che è intervenuto per illustrare le molte sfide che attendono il mercato del cibo kasher.

pilpul
Ticketless - Per Elsa Pokorny
Nella scorsa estate, mentre infuriava il caso “Partigia”, mi ero ripromesso di salire ad Amay, a cercare la baita dove il 17 dicembre di settant’anni fa morì Elsa Pokorny, una anziana donna ebrea viennese. Con l’aiuto di un amico valdostano, venuto a prendermi alla stazione di Châtillon, non ho avuto difficoltà a ritrovare il luogo dove fu trovato il corpo senza vita di Elsa. Era sfuggita alla retata dell’11 dicembre 1943, che portò ad Auschwitz Primo Levi, Luciana Nissim e Wanda Maestro. Le vessazioni subite, la paura derivante dal fatto che aveva perso il contatto con le figlie, scese a Pallanza, la costrinsero a cedere e decise di togliersi la vita. Le sue ultime ore di vita sono comunque poco chiare.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - I conflitti, i rischi
I giovani soldati di Tzahal rappresentano, com’è noto, uno dei principali elementi distintivi del paesaggio di Israele: si incontrano dovunque, quei ragazzi di vent’anni, nei bus e nei bar, sulle panchine e nei parchi, allegri o annoiati, da soli, in coppia o in gruppo, con le loro divise verdi, i loro zaini, i loro mitra a tracolla. Non c’è niente che possa esprimere, come loro, la forza e la malinconia di Israele: la forza di un Paese che può contare su tale inestimabile risorsa per la propria sicurezza e il proprio futuro; la tristezza di una gioventù costretta a impegnarsi in attività tanto lontane da quelle che dovrebbero essere i normali impegni giovanili.
Ho letto perciò con grande interesse l’articolo di Aviram Levy, sul numero di novembre di Pagine Ebraiche, intitolato “Tzahal, riorganizzazione e tecnologi
a".

Francesco Lucrezi, storico
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