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19 dicembre 2013 - 16 Tevet 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Elia Richetti,
presidente
dell'Assemblea
rabbinica
italiana
La Torah narra che, giunti in Egitto in settanta persone, gli ebrei si moltiplicarono velocemente fino a diventare seicentomila senza contare le donne e i bambini. Rashì, basandosi sul fatto che in questo contesto la Torah usa sei espressioni che indicano moltiplicazione, spiega la cosa dicendo che ogni donna partoriva sei gemelli alla volta. C’è però un’altra spiegazione, che viene riportata nella Haggadah di Pesach: gli ebrei in Egitto erano “segnalati” come popolo grande e potente. Secondo questa spiegazione, dunque, l’importante non era il numero reale, ma il fatto che davano l’impressione di essere tanti (è un’impressione che spesso si riscontra ancora, al di là della reale consistenza numerica).
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
L’American Studies Association (ASA) che riunisce migliaia di storici e altri accademici, ha votato a larga maggioranza di boicottare le università israeliane. Non è la prima volta che un’organizzazione accademica occidentale prende un’iniziativa di questo genere. Ma è la prima volta che questo avviene negli Stati Uniti da parte di un grande e importante gruppo di studiosi. La prima osservazione in proposito è che proprio le università israeliane sono palestra di confronto multiculturale dove esiste assoluta libertà intellettuale, inclusa quella della critica alle istituzioni in carica in Israele. Boicottare Israele vuol dire punire un’accademia dove si esercita pienamente, e molto più rispetto ad altri paesi, il libero arbitrio. In secondo luogo la presenza sempre molto significativa di Israele sulla scena accademica si risolve in un bilancio in cui Israele è più paese donatore che paese ricettore di benefici. Dunque nel boicottaggio scientifico di Israele chi ci perde è soprattutto il boicottatore. È poi infinita l’ipocrisia di chi, fra tutti i paesi del mondo, prende di mira proprio Israele per le sue presunte violazioni dei diritti civili in Cisgiordania, ma mai si perita di boicottare paesi come la Cina o l’Iran o la Russia o la Siria, dove l’offesa ai diritti civili e in particoare a quelli delle minoranze nazionali, è drammatica e quotidiana.
 
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MILANO – Appuntamento domani alla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea per l’incontro “Fare storia degli Ebrei dai Paesi arabi e mediorientali. I progetti Edoth e Mapping Living Memories” (ore 10.30 in via Eupili 8). Al seminario interverranno Frédéric Abécassis (docente di Storia contemporanea all’Ecole Normale Supérieure di Lione) e le ricercatrici del progetto Mapping Living Memories Barbara Spadaro e Piera Rossetto; a introdurre e moderare i lavori del seminario sarà la storica del Cdec e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana Picciotto.
 
Renzo Gattegna: "Futuro, responsabilità e risorse"
"Se è vero che l’immobilità è una pura illusione perché in verità chi non avanza sicuramente retrocede, che la semplice conservazione senza prospettive di sviluppo maschera la decadenza, che l’isolamento è la peggiore minaccia per la nostra sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione storica che le nostre generazioni stanno vivendo di poter uscire coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di vittime in un mondo come l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si presenta come tale, prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nella relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8 dicembre 2013.
 
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Voci a confronto
Per l’onorevole Brunetta la destinazione di un finanziamento di 900mila euro da parte dello Stato al Memoriale della Shoah di Milano rappresenta “una marchetta”. Ferma la reazione del presidente UCEI Renzo Gattegna, della Comunità ebraica di Milano e del parlamentare Pd Emanuele Fiano. “Si tratta di un termine infelice, che sottintende come la memoria e la dignità degli ebrei italiani siano un qualcosa che possa essere svenduto”, scrive in una nota il presidente dell’Unione. In serata le scuse del gruppo Forza Italia (La Stampa, tra gli altri). Flop dell’attesa manifestazione dei “Forconi” in una piazza del Popolo semivuota. “È finita, abbiamo perso”, affermano alcuni leader (da leggere la cronaca di Aldo Cazzullo sul Corriere).
 
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  davar
dopo le dichiarazioni dell'on. brunetta
Gattegna: "Offese alla Memoria.  La nostra dignità non si svende"

Il finanziamento da parte dello Stato di 900mila euro alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano? Per l'onorevole Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, si tratterebbe di una “marchetta”.
Una considerazione che ha suscitato l'immediata reazione del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che in una nota ha commentato: “Si tratta di un termine infelice, che sottintende come la memoria e la dignità degli ebrei italiani siano un qualcosa che possa essere svenduto”. In particolare, prosegue Gattegna, dispiace che queste affermazioni vengano da un noto e stimato docente universitario ed ex ministro della Repubblica, che certo non ha bisogno delle nostre spiegazioni sul significato che il Memoriale ha da un punto di vista sia civile che morale”.
Preoccupazione anche dalla Comunità ebraica di Milano, che parla di dichiarazioni “populiste” e “pericolose”. “La Fondazione è un presidio per la Memoria e le sue attività culturali – si legge in una nota – sono degli anticorpi che servono alla nostra società per frenare le derive populistiche, purtroppo sempre più presenti nella società italiana, anche a causa di una triste e pericolosissima strumentalizzazione della crisi economica”.
Ad intervenire anche il parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano. “È  possibile che Brunetta non conosca quest’opera ma ciò – afferma – non diminuisce le sue responsabile per una affermazione tanto indegna quanto profondamente sbagliata. Quel memoriale è stato infatti realizzato con prevalenza di contributi privati, ed è unico nel mondo perché è ricostruito esattamente nel luogo da cui sono partiti migliaia di deportati ebrei e non verso i campi di sterminio nazisti. Quel luogo dunque non è di qualcuno ma di tutti”.
Ieri, in tarda serata, le scuse ufficiali dei deputati di Forza Italia alla Camera: “A proposito dell’inserimento dei 900 mila euro di finanziamento alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano tra le spese inopportune della legge di stabilità, riconosciamo lealmente l’errore e ce ne scusiamo”.
QUI VENEZIA
Paolo Gnignati alla presidenza
È Paolo Gnignati, noto avvocato civilista, il nuovo presidente della Comunità ebraica di Venezia. La nomina è avvenuta nel corso della prima riunione di Consiglio dopo le elezioni del 15 dicembre scorso. In occasione della consultazione elettorale Gnignati aveva ottenuto il numero più alto di consensi.
Ad affiancarlo in Giunta Giuseppe Gesuà sive Salvadori, nella veste di vicepresidente, ed Enrico Levis come terzo membro dell'organo esecutivo. A completare il Consiglio Giuliano Coen, Sandra Levis, Paolo Navarro Dina e Gaia Ravà.

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QUI LIVORNO
Denise Cassuto (1932-2013)
Nata a Bengasi e giunta poi a Livorno con la famiglia negli anni Cinquanta, dopo aver vissuto anche in Israele, Denise Leghziel Cassuto è scomparsa all'età di 81 anni. È stata presidente dell'Adei Wizo Livorno e al fianco del marito Piero, a lungo consigliere e presidente della Comunità ebraica, si è resa protagonista di numerose iniziative artistiche e culturali.
(Nell'immagine Piero e Denise Cassuto)
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pilpul
Setirot - Destra e sinistra
Il cosiddetto Movimento dei forconi è infiltrato da neofascisti, razzisti e antisemiti. La Lega ha in sé, da sempre, pericolose pulsioni razziste. Grillo & C. sappiamo bene quante bestialità dicano su ebrei, Israele e dintorni. La rinata Forza Italia fa adesso l'occhiolino a forconi, grillini e leghisti, nel nome di quel loro Silvio che su Auschwitz, Mussolini e confino per gli antifascisti ne ha dette da vergognarsi. Sorge spontanea una domanda: ma perché moltissimi correligionari, quando devono metaforicamente sputare sulla politica e sui politici si girano così spesso verso sinistra?
Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - A Tel Aviv
Spesso Tel Aviv viene descritta come l'opposto di Gerusalemme. La città del divertimento la prima, la città santa la seconda. Sicuramente è così, Tel Aviv rimane a ragione una delle mete preferite del divertimento di persone da tutto il mondo. Eppure qualcosa sta cambiando. Il venerdì sera i Batei Hakneset sono pieni di ragazzi e capita, non di rado, che i giovani che affollano i locali su Dizengoff e Ben Yehuda siano gli stessi che frequentano affollatissime lezioni di Torah.
Daniel Funaro
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