Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Solitamente si innalzano le mani in segno di
esultanza dopo aver vinto una battaglia difficile o dopo aver superato
una prova ardua. Nella guerra contro Amalèk, il nemico metastorico del
popolo ebraico, avviene il contrario. È la fiducia nell’Eterno che,
grazie all’innalzamento delle mani di Moshè, segna la sconfitta di
Amalèk, paradigma di chi, in ogni generazione, tenta in tutti i modi di
"farci cadere le braccia..". Ma in questo singolare conflitto le mani
di Moshè hanno bisogno di un sostegno, tanto è vero che Aròn e Chur
prendono una pietra ponendola a sostegno delle braccia di Moshè
(Shemòt, 17; 11-12). Le mani di un Maestro e di una guida, anche della
grandezza e della statura di Moshè, non sono sufficienti, da sole, a
respingere la fratture che Amalèk porta con sé. Sono necessari la
collaborazione e lo sforzo di tutti.
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Dario
Calimani,
anglista
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In Italia si sta diffondendo l’ebraismo
‘progressivo’: è arrivata la riforma. Per chi, seguendo una tradizione
comunitaria, ha vissuto una vita nell’alveo dell’ebraismo ortodosso,
anche praticandolo in maniera assai personalizzata, è un piccolo trauma
identitario. Era più facile riconoscere in sé un difetto di coerenza
fra la prassi individuale e la regola comunitaria piuttosto che dover
indossare un abito altrui sentendosi vagamente opportunisti. Ma è
questione di gusti e di prospettive. Chi non riesce a convivere con le
proprie contraddizioni credo faccia bene a cercare di risolverle in
qualsiasi modo, pur di vivere conciliati con se stessi.
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Progetti Otto per Mille
Presentazione domande |
Scadrà il 28 febbraio il termine per la
presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per
Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare
l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS
all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille
valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del
contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
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Voci a confronto |
“Da Veltroni a Gattegna, in Campidoglio
l’addio ad Arnoldo Foà, una vita di teatro”. Così Repubblica racconta
l’ultimo omaggio al grande volto delle scene italiane, “ebreo laico,
profondamente legato alla comunità ebraica e allo Stato di Israele”
secondo le parole del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane riportate dal quotidiano.
Rispondendo alla lettera di un lettore, Corrado Augias su Repubblica
torna sul caso di Dieudonné e dei suoi spettacoli animati da “puro odio
antiebraico”, e allarga la riflessione al tema della Memoria, citando
il pensatore Alain Finkielkraut: “La ripetizione pedagogica uccide
l’emozione. Molti ormai non vedono più la sofferenza suprema ma solo la
ripetizione stucchevole di cliché. Non è più il nazismo che fa orrore
ma l’insegnamento della Shoah. Si vorrà senza dubbio, per dovere di
memoria, combattere il male; non faremo che aggravarlo. Io non ho
soluzione” .
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Progetti di futuro |
“Le due parole centrali della Torah - ha
scritto rav Benedetto Carucci Viterbi sul Portale dell’ebraismo
italiano, moked.it - sono darosh darash: ripetizione rafforzata di
cercare; ma anche di studiare e di interpretare. Il cuore della Torah è
dunque nello studio e nel tentativo di comprendere. E nessuno si può
sottrarre a questo compito fondante: neanche Mosé il nostro maestro,
colui che cerca al centro della Torah”. Per l’ebraismo, come spiega il
rav, lo studio è uno dei pilastri della vita ebraica e nessuno può
sottrarvisi. Progetti di futuro è il titolo del dossier dedicato alle
prospettive che si aprono ai giovani dopo la scuola superiore.
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laura
boldrini in israele e territori
'Ricordare,
ricordare, ricordare.
Gli studenti visitino Yad Vashem'
Verrà
accolta con un piatto di frutta secca in omaggio alla vicina festa di
Tu Bishvat la presidente della Camera Laura Boldrini che domani a
Gerusalemme visiterà il Tempio e il Museo di Arte ebraica italiana. Un
momento di incontro con la Hevrat Yehudè Italia e la comunità degli
italkim incastonato in quattro giorni di impegni di natura politica,
economica e culturale, nell’ambito della visita a Israele e Territori
palestinesi che ha preso il via nelle scorse ore.
“Ho accolto molto volentieri l’invito del presidente della Knesset,
Yuli-Yoel Edelstein, a incontrarsi di nuovo in seguito alla sua visita
a Roma in ottobre per rafforzare i rapporti bilaterali tra il
Parlamento israeliano e la Camera dei deputati – ha dichiarato Boldrini
- La visita, programmata da tempo, cade in un momento storico”.
“Ricordare, ricordare, ricordare: questo è il più efficace antidoto a
chi ancora oggi mette in discussione l'orrore - ha sottolineato la
presidente della Camera allo Yad Vashem, dove ha lanciato un monito
contro i pericoli del negazionismo e dell’odio che corre su web – E’
importante far venire qui le scuole. Dobbiamo portare i giovani in
questo luogo dove deve nascere una consapevolezza di cui ci è molto
bisogno nel nostro Paese”.
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Libri
- "la fine della modernità ebraica"
Ebrei
immaginari e rivoluzione
Enzo
Traverso è un singolare esemplare di intellettuale errante. Ricercatore
italiano all'estero, ha insegnato a lungo in Francia, ora lavora negli
Stati Uniti, e si interessa, fra l'altro, di ebraismo contemporaneo. È
un lettore attento e onnivoro, lucido e critico, molto concentrato
sull'obiettivo della sua analisi e sull'aggressivo, quasi ossessivo
programma narrativo che si è prescelto fra i molti possibili. C'era da
aspettarsi che il suo libro, “La fin de la modernité juive”, ora
tradotto in italiano per Feltrinelli, sarebbe stato accolto con parole
di grande plauso, ma anche di dura critica. In parte perché è un libro
ben scritto, ma soprattutto perché è di quei libri a intreccio e a tesi
che, di questi tempi, un vasto pubblico aspetta come in agguato e poi
legge avidamente perché conferma quello che già sapeva e che voleva
risapere. Un altro libro in cui, al di là della plausibilità della
prospettiva storica e contemporanea sul triangolo
Europa-ebrei-modernità, si rimettono in discussione criticamente i
fondamenti della diaspora ebraica e le radici culturali e morali,
dunque la legittimità, dello Stato d'Israele.
Sergio Della Pergola
Università ebraica di Gerusalemme
Pagine Ebraiche, gennaio
2014
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I
crimini della brava gente |
Dopo
l’armadio della vergogna, il carrello della vergogna. Il giornalista
Franco Giustolisi, che già coniò la prima definizione a proposito
dell’armadio zeppo di documenti sui crimini nazifascisti in Italia,
tenuti colpevolmente segreti per decenni, diffonde adesso una seconda,
per certi versi complementare, tranche di carte ignote. Si tratta degli
atti della Commissione d’inchiesta sui crimini italiani nei paesi
occupati durante la seconda guerra mondiale, sostanzialmente sconosciuti.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Sharon
e la pace |
Secondo
il quotidiano Haarez, Ariel Sharon non voleva limitarsi all’evacuazione
della Striscia di Gaza che portò avanti fino in fondo, ma era pronto a
compiere anche “passi importanti” per la pace coi palestinesi. Fu
durante i suoi incontri con Mahmud Abbas (Abu Mazen) nel maggio 2005
che aveva annunciato il progetto di far uscire gli israeliani da tutta
la Striscia.
Sergio Minerbi, diplomatico
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Storie
- Il messaggio in bottiglia |
In
una delle 43 storie del libro “Racconti ebraici” di Gianfranco
Moscati e Gustavo Ottolenghi si parla della testimonianza dell’ebrea
polacca Rachel Igenfeld. Dopo la fuga e l’esilio in Svizzera per
sfuggire alla cattura dei nazifascisti, nel 1945 Moscati rientrò a
Milano e collaborò con il Servizio ricerche deportati, che aveva sede a
Roma. Entrò così in possesso di una ventina di appelli della giovane
Rachel, rimasta vedova nel ghetto di Varsavia, che mise in salvo la sua
piccola neonata Italaja lasciandola dentro un cesto nella foresta con
un biglietto con su scritto: “La bimba è battezzata e si chiama Leonka”.
Mario Avagliano
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