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13 febbraio 2014 - 13 Adar I 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Dal linguaggio usato nella Torà in merito allo Shabbàth, i nostri Maestri ricavano il concetto dell’esistenza di una speciale “anima aggiunta” che entra nella persona dall’inizio del Sabato per uscirne al momento della Havdalà; anzi, il fatto che l’Havdalà preveda l’uso di spezie odorose è messo in rapporto col fatto che si cerca di preservare un po’ della piacevolezza ottenuta con l’”anima aggiunta”.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
La polemica mediatica si articola a volte attorno ai più raffinati livelli di analisi politologica, di sottigliezza filologica, o di introspezione psicologica. A volte invece disturba semplicemente la malafede. L'ultimo Venerdì della Repubblica pubblica un servizio da Gaza di Chiara Cruciati: Dentro i tunnel segreti fra Gaza e l'Egitto. Si tratta di un eccitato esercizio di complicità con le sue guide del popolo gazawi (fin qui peraltro noti come palestinesi) nella semioscurità dei labirinti sotterranei fra Gaza e l'Egitto e, diciamo pure, fra Gaza e Israele. Da quei tunnel passa cemento (usato fra l'altro per costruire altri tunnel da cui passa altro cemento usato per costruire altri tunnel), carburante, cibo, armi, missili e munizioni (ma di questo si preferisce non parlare, dice la buona Cruciati). In pochi mesi l'esercito del Cairo ha distrutto 1.100 tunnel, anche inondandoli, più di quanti ne abbia danneggiati Israele in molti anni. Poi, dice sempre la Cruciati, c'è il valico di Kerem Shalom, unico passaggio al confine con Israele, piccolo e gestito completamente da Tel Aviv. Tel Aviv? C'è ancora, come la Cruciati, chi parla del governo di Tel Aviv. Chi dice governo di Tel Aviv non vuole sapere che il governo sta a Gerusalemme. Sì, ma non è riconosciuto internazionalmente, spiega sempre il dotto analista, e allora anche di questo si preferisce non parlare. Con reportage di questa fatta, la Repubblica non è un quotidiano, ma solo un manifesto.
 
Un ciclo di incontri sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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Schulz contestato
al Parlamento israeliano
L’International Center for Cell Therapy & Cancer Immunotherapy di Tel Aviv come punto di arrivo per pazienti israeliani, arabi ed europei che vedono nelle terapie con staminali una possibile cura. Sulla Stampa Maurizio Molinari racconta la sfida di Shimon Slavin, 72 anni, pioniere dei trapianti di midollo osseo, sottolineando come sia costantemente in crescita il numero di italiani che sceglie di affidarsi alla struttura. “Il ritmo è di una media di cinque nuovi pazienti al mese” spiega Ruth, la segretaria di Slavin.
Sempre in Israele, durissima contestazione di alcuni parlamentari di destra (Focolare ebraico, Likud) al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, in visita ufficiale nel paese. La contestazione è avvenuta alla Knesset ed è stata originata da alcuni riferimenti fatti da Schulz alle condizioni di vita dei palestinesi. Il leader di Focolare ebraico, il ministro Naftali Bennett, ha così commentato alla radio: “Chiedo al primo ministro una correzione immediata in nome dell’onore dello Stato di Israele e non voglio accettare sermoni sulla moralità di Israele in Parlamento e sicuramente non in lingua tedesca”. All’uscita della Knesset Schulz ha cercato di minimizzare l’accaduto: “A confronto con quel che accade nel Parlamento europeo sono cose accettabili” (Repubblica, tra gli altri). Sul Giornale Fiamma Nirenstein denuncia “l’eurogaffe” di Schulz: “I dati sono sbagliati: un palestinese riceve 110mila litri d’acqua all’anno, e un israeliano intorno ai 160mila. Schulz dice che un israeliano riceve 4,12 volte più acqua di un palestinese, ma il conto vero è ben lontano: una volta e mezzo”.
 
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  davar
ISRAELE-VATICANO, INCONTRO A GERUSALEMME
Riprendono le trattative,

massimo riserbo sui contenuti
Rimangono ignoti gli orizzonti della ripresa dei contatti tra Stato ebraico e Vaticano per le questioni legate ai diritti e alle proprietà acquisiti dalla Chiesa in Israele prima del 1948.
La sessione plenaria della Commissione bilaterale permanente di Lavoro tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele svoltasi negli scorsi giorni a Gerusalemme è infatti in primo piano sull’Osservatore romano, che della Santa Sede è l’organo ufficiale e sceglie di pubblicare il lungo elenco di tutti partecipanti, ma si astiene da qualunque notizia a proposito del contenuto del confronto, che non è trapelato neppure sulla stampa israeliana.
Una situazione completamente opposta a ciò accadde esattamente un anno fa.
“La conclusione dell’accordo rappresenta un reale passo avanti nei rapporti tra Israele e Santa Sede e tra il popolo ebraico e un miliardo di cattolici nel mondo, a beneficio di tutti”. Era il 30 gennaio 2013 e l’allora viceministro degli Esteri Danny Ayalon commentava così sul Jerusalem Post la sessione plenaria della Commissione bilaterale appena terminata.
La firma, definita da Ayalon “imminente”, non era arrivata in quell’occasione solo perché in Israele si erano appena svolte le elezioni ed era giusto che fosse il nuovo governo che doveva formarsi ad apporla.
Meno di due settimane dopo, l’11 febbraio, arrivarono le clamorose dimissioni di Joseph Ratzinger e tutto si fermò. Forse anche perché nei giorni successivi, poco prima del termine ufficiale del pontificato di Benedetto XVI, arrivò l’annuncio che la figura di primo piano della Commissione, monsignor Ettore Balestrero, era stato nominato Nunzio apostolico in Colombia, in una mossa che fu letta dagli esperti come una conseguenza del coinvolgimento del prelato negli scandali che stavano scuotendo il Vaticano.
Così, a un anno di distanza, la partita è in mano a nuovi protagonisti: un nuovo Pontefice, il successore di Balestrero come sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, Antoine Camilleri, il nuovo viceministro israeliano degli Esteri Ze'ev Elkin. Solo il primo ministro israeliano è ancora Benjamin Netanyahu, passato indenne dalle elezioni.
“Atmosfera riflessiva e costruttiva”. Questo è tutto ciò che emerge dal comunicato congiunto emesso dopo la riunione nella Capitale israeliana.
Al centro del confronto ancora l’Articolo 10, paragrafo 2 dell’Accordo fondamentale tra i due Stati: “La Santa Sede e lo Stato d’Israele - recita il testo - negozieranno in buona fede un accordo complessivo, che contempli soluzioni accettabili da ambo le parti su punti non chiari, non fissati o discussi a proposito della proprietà e di questioni economiche e fiscali che riguardano in generale la chiesa cattolica o specifiche comunità o istituzioni cattoliche”.
Nulla altro per ora è dato sapere: forse, dopo quel comunicato congiunto di Ayalon e Balestrero del gennaio 2013 in cui si annunciava che erano stati “compiuti progressi significativi” e si auspicava “una rapida conclusione dell’accordo”, si preferisce mantenere una certa cautela. Anche perché la prossima sessione plenaria è prevista in Vaticano per il giugno 2014, cioè all’indomani della visita di Jorge Bergoglio in Israele.
Un altro appuntamento delicato in cui le relazioni fra i due Stati, che si intrecciano a quelle tra ebraismo e cristianesimo, sono chiamate a compiere un passo nella Storia.


Rossella Tercatin @rtercatinmoked
IL VESCOVO CHE ANNULLO' IL CULTO DI SIMONINO
Iginio Rogger (1919-2014)
Una lunga battaglia per la giustizia, la verità storica, la reciproca comprensione. Un risultato arrivato a compimento nel 1965, in concomitanza con l’emanazione della dichiarazione Nostra Aetate che nuovo e decisivo impulso avrebbe dato all’avvicinamento tra ebrei e cristiani. Il plurisecolare culto di San Simonino, basato sulla falsa accusa di omicidio rituale foriera in passato di molte persecuzioni, ebbe infatti termine in quel periodo grazie a Iginio Rogger, sacerdote trentino che fu il principatore ispiratore della rimozione. In occasione della sua scomparsa, avvenuta ieri all’età di 94 anni, numerosi i messaggi di vicinanza che sono pervenuti alla Curia di Trento e ai familiari e che ne hanno inquadrato il fondamentale slancio offerto per il diradamento di antichi e radicati pregiudizi. “Figura centrale della Chiesa e della cultura trentina – ha commentato Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – monsignor Rogger si prodigò in prima persona affinché, dopo cinque secoli, fosse abolito l’ignominioso culto di San Simonino e il suo richiamo a un’epoca di persecuzione basata sull’infamante ‘accusa del sangue’ che tanti lutti ha portato alle comunità ebraiche d’Europa attraverso i secoli. Il suo coraggioso impegno, concretizzatosi negli stessi anni del Concilio Vaticano II, ha contribuito in modo decisivo all’avvicinamento tra ebrei e cristiani e alla nuova stagione di dialogo e reciproca comprensione apertosi con l’emanazione della dichiarazione Nostra Aetate".
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QUI VENEZIA
Cesare Vivante (1920-2014)
Discendente un’antica famiglia levantina, Cesare Vivante è stato una colonna portante della Comunità ebraica di Venezia. Attivo per oltre vent’anni nella biblioteca archivio Renato Maestro come membro cardine del comitato di gestione della stessa, ha quindi seguito con grande attenzione tutti i lavori relativi al restauro delle sinagoghe e del cimitero del Lido, che versava in un grave stato di abbandono.
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pilpul
Setirot - Salvatori e salvati
Non molti giorni fa, la Comunità ebraica di Milano ha meritoriamente aderito al Comitato Gariwo (la foresta dei Giusti) e mi è tornato in mente il concetto che Primo Levi espresse riferendosi al suo giusto, Lorenzo Perrone – il muratore che nel campo di Monowitz lo aiutò a vivere: «Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo».

Stefano Jesurum, giornalista
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