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21 febbraio 2014 - 21 Adar I 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Kasherut: non esiste argomento più legato al palato che non riempia, da sempre, le bocche di molti di noi. Kasher, Kasher Glatt, Kasher LeMehadrin…abbiamo imparato a controllare firme, teudot, documenti, hashgachot e nella storia della nostra generazione spesso le decisioni del mondo rabbinico ci hanno stupito, a volte in maniera positiva. Come fece il Bet Din di Boston quando dichiarò alcuni anni fa che il vino prodotto sfruttando gli chicanos, gli immigrati messicani, non era kasher date le disumane condizioni di vita e lavoro di quest’ultimi. Forse, oggi, oltre a controllare la moralità delle produzioni e dei prodotti kasher, dovremmo cominciare a controllare la moralità di chi firma le dichiarazioni di kasherut. Perché kasher non significa avulso da comportamenti morali. A meno che non siamo di fronte a ipotesi di nuove organismi sul modello di kosher nostra. ‬
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
"Comportarsi ogni giorno come se fosse l'ultimo". La frase ripetuta molte volte da Enrico Letta mi sembra avere numerosi risvolti, non sempre coerenti fra loro ma che lasciano comunque da pensare. Di fondo ci vedo un certo misticismo: dopo l'ultimo giorno inizia la Redenzione. Quando provo a spiegare ai miei studenti il modo tutto particolare che gli ebrei hanno di "abitare il tempo", racconto spesso il midrash di Tu bi-Shevat in cui ci si chiede come bisogna comportarsi se ci viene annunciato l'arrivo del Messia mentre stiamo eseguendo la mitzvah di piantare un albero. L'opinione - grossomodo - è che prima bisogna completare la mitzvah, e poi accogliere il Messia a braccia aperte, introducendo un'alta concezione etica del lavoro che si può ritrovare anche nelle parole dell'ex-presidente del Consiglio. Ma si possono anche leggere le sue parole in senso negativo: sia sul piano della comunicazione (non mi pare un gran messaggio di fiducia pensare il proprio lavoro come costantemente precario), sia in prospettiva politica (non te l'ha mica ordinato il dottore di stare dove stai, a meno che non interpreti il tuo ruolo in una prospettiva salvifica: "sono stato chiamato a questo arduo compito e non posso sottrarmi, per spirito di servizio"). Insomma, ci sono i pro e ci sono i contro. Però mi tolgo tanto di cappello, perché comunque si è trattato di una prospettiva in cui finalmente la politica sembrava parlare un linguaggio elevato, che provava a porre una distanza fra la demagogia e la programmazione di governo. Poi si è passati agli sgambetti e alle dirette streaming con tanto di battibecchi populisti, e siamo ripiombati nella bassa normalità cui siamo abituati da anni.
 
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IMILANO – Apre domani sera la rassegna del Nuovo Cinema israeliano organizzata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con il Centro culturale Pitigliani di Roma. Appuntamento alle 20.30 con “The Ballad of the Weeping Spring” allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2).
 
Progetti Otto per Mille
Presentazione domande
Scadrà il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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Ucraina, ancora violenze
La difficile situazione in Ucraina, teatro di scontri da guerra civile tra manifestanti filoeuropei e forze governative filorusse, è in primo piano sui giornali. Tra le altre, due analisi che ricollegano ciò che sta succedendo ad altri momenti cruciali del ‘900: sul Corriere “La Tienanmen alle nostre porte e l’incapacità di capire”, su Repubblica “Il fantasma dei Balcani”. Il Corriere propone anche una rassegna delle parole dietro cui si fa ipocritamente scudo la repressione del presidente Yanukovich, da “assistenza fraterna” a “colpo di stato”.
“Per gli ebrei e per l’Olocausto si sprecano iniziative, fiato e soldi da tempo”. Così Roberta Capotosti di Fratelli d’Italia ha parlato nel corso della seduta del Consiglio provinciale di Milano, lamentando la mancanza di attenzione per il ricordo delle foibe. Dure proteste dell’opposizione e seduta sospesa (Corriere Milano).
Proseguono le polemiche per la decisione di cambiare nome al Museo della Resistenza di Dongo, paese dove fu arrestato Mussolini (Giorno).
Roma. Rinviato a giudizio l’autore delle “liste di proscrizione” con i nomi dei presunti ebrei tra gli esponenti di spicco del mondo della cultura e del giornalismo italiano (Corriere Roma). A Brescia contestato il reato di istigazione all’odio razziale a tre giovani individuati dalla procura come gli autori di svastiche comparse nel periodo del Giorno della Memoria (Avvenire).
A Bari una strada è stata intitolata alla memoria di Arpad Weisz, l’allenatore ebreo ungherese che guidò, tra le altre, anche la squadra di calcio del capoluogo pugliese negli anni ’30 morì ad Auschwitz (Gazzetta del Mezzogiorno).
Spettacolo. Al Teatro nazionale di Roma in scena la prossima settimana il balletto di Mario Piazza “Ghetto” (Repubblica).
 
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  davar
dopo fatti del consiglio provinciale di milano
"Offesa alla coscienza collettiva"
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“Le frasi pronunciate ieri a Milano dal consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Roberta Capotosti costituiscono il vano e ignobile tentativo di alimentare una contrapposizione tra diverse memorie del Novecento. Amareggia e lascia interdetti che un rappresentante delle istituzioni possa parlare di ricordo della Shoah come di uno spreco di “soldi, fiato e tempo”. Ma d'altronde non sorprende che autrice di questa iniziativa sia chi, ancora oggi e nonostante la responsabilità pubblica, esibisce con orgoglio una croce celtica appesa al collo dall'età di 16 anni.
Le parole della Capotosti contengono un'affermazione indecente e costituiscono un'offesa rivolta alla coscienza collettiva dell'Italia intera che ci auguriamo sia pubblicamente e al più presto sanzionata dai vertici nazionali del suo partito che riteniamo non condividano provocazioni di questo orientamento e di questa gravità". 

israele - negoziati di pace con i palestinesi
"Riconoscere lo Stato ebraico"
“È troppo presto per sapere quali compromessi e concessioni entrambe le parti dovranno fare. Ma noi crediamo che Israele meriti di essere riconosciuto come Stato ebraico. Questa è sempre stata la politica americana: Israele è uno Stato ebraico e deve rimanere tale. Questo sarà uno degli elementi dell'accordo quadro su cui stiamo lavorando”. Niente di nuovo sul fronte delle trattative ma le parole di Dan Shapiro, ambasciatore Usa in Israele, suonano positive per chi, in particolare tra i membri del governo israeliano, aveva duramente criticato l'approccio americano ai negoziati. Shapiro, durante un'intervista con una radio israeliana tenutasi questa mattina, ha sottolineato che la questione del riconoscimento da parte palestinese di Israele come Stato ebraico è uno dei punti cardine del processo di pace.
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qui torino
Da Israele, per suonare insieme
Questa è energia pura, ed è divertente” sono le prime parole di Bar Avni, la giovanissima direttrice d’orchestra israeliana che sta in queste ore dirigendo l’orchestra del progetto Music for peace and friendship a Torino. La rete Mirè, che raggruppa alcune decine di scuole medie a indirizzo musicale, insieme alla scuola ebraica e con il patrocinio del Comune, ha lavorato incessantemente insieme alla fondazione Youth and Music Israel per portare in Italia 13 giovanissimi israeliani, e permettere loro di suonare insieme a una cinquantina ragazzi di Torino e dintorni. Bar Avni, giovane ma già affermata direttrice, ha un evidente carisma e i ragazzi oltre a essere concentratissimi la riconoscono come una persona che li ascolta, che li capisce.
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Fondazione cdec
Nuove frontiere di conoscenza
Nuove frontiere per la condivisione della conoscenza. La Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea presenta oggi un progetto che lancia l’istituto di ricerca verso un nuovo livello di fruibilità delle proprie ricchissime banche dati che prefigura non soltanto importanti vantaggi per gli studiosi ma la possibilità di dare vita a ulteriori collaborazioni a livello europeo e globale. Chiave fondamentale della novità il sistema dei Linked Open Data, una modalità di pubblicazione dei dati che consente il dialogo fra tutti gli archivi che la prescelgono. Proprio la prima esperienza di allineamento dei dati del Cdec con le notizie sugli ebrei stranieri internati in Italia negli anni 1940-43 in possesso dell’Archivio di Stato è oggetto della presentazione programmata nel convegno “Linked Open Data: where are we?” in corso a Roma nella sede centrale dell’Archivio di Stato, con l’intervento di Laura Brazzo del Cdec e Silvia Mazzini di Regesta, piattaforma informatica specializzata in questo tipo di attività.).
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qui roma
Immigrazione, quali prospettive
Immigrazione, integrazione. Quali le prospettive “nella Babele socio-economica del terzo millennio”? Se ne è discusso in un convegno svoltosi presso la redazione di Iter Legis in occasione della presentazione del Master in Metodologie dell'Integrazione e dell'Immigrazione dell'Università Tor Vergata di Roma. Introdotto dal direttore editoriale della rivista Iter Legis Massimo de Meo e della coordinatrice del Master Elisabetta Zuanelli, l'incontro ha visto gli interventi del ministro Cecile Kyenge, del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, del parlamentare Mario Marazziti e del docente universitario Franco Salvatori.
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pilpul
Separare la Shoah da Israele
Il convegno torinese di lunedì scorso dal titolo “Negazionismo: serve una legge?” ha offerto un’infinità di spunti di riflessione, non solo sul tema in sé, ma anche su molte altre questioni, dal Giorno della Memoria all’unicità della Shoah, dai veri scopi dei negazionisti alle forme che assume oggi l’antisemitismo. Personalmente mi sono pienamente ritrovata d’accordo con l’impostazione proposta da rav Beniamino Goldstein, che sottolineava il valore della dignità umana (delle vittime e dei loro parenti) che i negazionisti calpestano; su questo punto, invece, la professoressa Donatella Di Cesare ha espresso un leggero e garbato dissenso perché la lotta al negazionismo non deve configurarsi come una partita tra i negazionisti e gli ebrei, ma riguarda l’intera società. Verissimo, ma chi sono gli ebrei che i negazionisti descrivono, contro cui si scagliano?

Anna Segre, insegnante
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Il principio di responsabilità
Non abitando a Roma, mi rincresce non poter partecipare al ciclo di incontri sull'etica medica patrocinata dal dipartimento Educazione e cultura  dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che si svolge in questi giorni. Nel rapido e continuo avanzamento di scienza e tecnica, non può mancare un approccio etico e bioetico, che anzi dovrebbe affiancare e guidare il progresso umano. L'ebraismo, rispetto ad altri orientamenti religiosi, lancia raramente anatemi contro la ricerca medico-scientifica, proponendo una visione spesso più aperta o possibilista su certe tematiche, offrendo diversi (e talora contrapposti) punti di vista, ma esortando in ogni caso alla prudenza e a un “principio responsabilità”.

Francesco Moises Bassano, studente
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In volo per New York
Aspettando di prendere il volo per New York, la città della Libertà, il mio pensiero va Erich Fromm, colui che portò l'Europa in America, ma anche l'America in Europa. Nel suo celebre libro (nuovamente in libreria) "Voi sarete come Dei" sosteneva che "Il Vecchio Testamento è un libro rivoluzionario; suo tema è la liberazione dell'uomo dai legami incestuosi del sangue e della terra, dalla sottomissione agli idoli, dalla schiavitù, dai padroni potenti, per la libertà dell'individuo, della nazione e di tutto il genere umano". Mi auguro davvero che questa lettura sia sempre tra le più attuali.

Ilana Bahbout

Aforismi
Elazar Benyoëtz (alias Paul Koppel) è uno scrittore e poeta curioso. Fuggito dall'Austria in Palestina con la famiglia (nel '38, a un anno di vita), è oggi considerato il maggiore scrittore di lingua tedesca in Israele: "La lingua e la letteratura tedesca abitano a Gerusalemme", recita l'incipit di un articolo del 2012 del più autorevole quotidiano svizzero. Appassionato di cultura rabbinica (rabbino lui stesso), Benyoëtz predilige come genere letterario l'aforisma. Personalmente, considero l'aforistica la massima espressione del genio linguistico umano.

Laura Salmon, slavista
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