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26 febbraio 2014 - 26 Adar I 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“…Cento supporti per cento talenti, un talento per supporto” (Shemòt 38, 27). Ha fatto notare riguardo questo verso l’Admor Rabbì Itzhak Meyir di Gur, conosciuto come Bàal Chidushè Harìm, che 100 supporti erano nel Mishkàn, e 100 benedizioni ha l’obbligo l’uomo di recitare ogni giorno. Così come i supporti erano le fondamenta del Tabernacolo, così le benedizioni sono le basi e il fondamento della Santità quotidiana per ogni ebreo.
 
David
Assael,
ricercatore
Dopo il tempo del cucù, del rigore, della pacificazione, in Italia è ora il momento della gioventù (per non voler usare giovinezza), del dinamismo, del fare piuttosto che del pensare. Bene, auguriamo buona fortuna nella speranza che non finisca come le altre volte e non si passi da una cosa al suo contrario. Viene in mente una poesia di Caproni, che così bene sembra rappresentare lo spirito italico (o Italicum): “Saremo nuovi. Non saremo noi. Saremo altri, e punto per punto riedificheremo il guasto che ora imputiamo a voi”. Speriamo vivamente di no.
 
MILANO – In corso fino a giovedì 27 febbraio la rassegna del Nuovo Cinema israeliano organizzata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con il Centro culturale Pitigliani di Roma. Appuntamento allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2). Programma completo su www.cdec.it.
 
Progetti Otto per Mille Presentazione domande
Scadrà il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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“Piazza antisemita?
Non credete a Putin”
“Piazza nazionalista e antisemita? Non credete alle bugie di Putin” lo sostiene il filosofo e scrittore ebreo francese Bernard-Henry Lévy sulle colonne del Corriere, spiegando perché la rivoluzione in Ucraina non è nelle mani dell’estrema destra, che anzi sarebbe in forte calo di consensi.
Continua il lavoro del governo di Matteo Renzi per perfezionare la squadra scegliendo viceministri e sottosegretari. La Stampa si occupa del tema ponendo un forte accento sulla volontà del premier di affidare il ruolo di responsabile del Dipartimento economico di Palazzo Chigi al deputato italo-israeliano Yoram Gutgeld, suo storico consigliere in materia.
Sul Giornale Fiamma Nirenstein traccia un quadro delle sfide che l’esecutivo si troverà ad affrontare in politica estera.
Al Museo ebraico di Roma presentato, con l’intervento del presidente della Comunità Riccardo Pacifici, il documentario che racconta la visita della nazionale di calcio italiana ad Auschwitz (Gazzetta dello Sport). Su diversi giornali, la notizia in breve della sanzione inflitta in Germania a un tifoso del Borussia Dortmund per aver rivolto il saluto nazista: bandito dallo stadio fino al 2020 (Gazzetta).
Milano. Al cimitero di Musocco, il Comune ha fatto rimuovere la bandiera della Repubblica sociale italiana esposta nel campo in cui sono sepolti soldati repubblichini e fascisti uccisi nel periodo della Liberazione, sostituendola con il tricolore. La decisione ha suscitato le proteste di Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d’Italia (Repubblica).
Israele. Sull’Osservatore romano il vertice bilaterale tra lo Stato ebraico e la Germania, con l’incontro del cancelliere Angela Merkel col premier Benjamin Netanyahu.
Tensione sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme (Repubblica).
Sulla Stampa Maurizio Molinari racconta la sfida di Natalie Portman per girare nella Capitale israeliana il film tratto dall’autobiografia di Amos Oz “Una storia di amore e di tenebra” e l’impegno del sindaco Nir Barkat per portare in città le produzioni di Hollywood.
Sul Corriere una interessante riflessione del germanista e intellettuale Claudio Magris su come nell’età di Internet, con la moltiplicazione degli strumenti di conoscenza, sia in realtà enormemente cresciuta l’ignoranza. Tra gli esempi citati, quello della parlamentare che non sapeva cosa fosse una sinagoga.
 
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  davar
il ricordo in senato
Spadolini, un amico sincero
“Nel frammentato scenario politico della prima Repubblica Giovanni Spadolini è stato per molti ebrei italiani un punto di riferimento, e lo è stato in modo costante: la sua coerenza nel sostenere le ragioni dello Stato d’Israele e la sua amicizia per gli ebrei non sono mai venute meno, e anzi, si sono manifestate con forza e senza tentennamenti proprio nei momenti più difficili, in anni in cui lo Stato d'Israele non aveva molti amici disposti a proclamarsi tali e per farlo ci volevano convinzione e coraggio intellettuale. Se, come si suol dire, 'gli amici si riconoscono nel momento del bisogno', Spadolini fu certamente un amico vero e leale per Israele e per gli ebrei italiani che in quegli anni si sentivano, ed erano, isolati e poco compresi dalla politica e dai media”. Lo ha affermato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione della presentazione al Senato del volume 'Giovanni Spadolini, la questione ebraica e lo Stato di Israele' (ed. Polistampa per la Fondazione Nuova Antologia) di Valentino Baldacci. Un testo ricco di spunti, un viaggio che segue l'evolversi del pensiero di Spadolini attraverso i vari ruoli ricoperti nel corso di una carriera entusiasmante, sfaccettata, intensa: direttore del Resto del Carlino e del Corriere della sera, parlamentare della Repubblica, ministro dei Beni Culturali e della Difesa, capo del governo, presidente del Senato, segretario del Partito Repubblicano Italiano.
A Giovanni Spadolini e al nuovo volume sul suo rapporto con l'ebraismo italiano e con Israele è dedicato anche un amplio approfondimento su Pagine Ebraiche di marzo attualmente in distribuzione.

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israele
Nuove tensioni da nord
“La nostra politica è chiara. Non parlerò di cosa è stato rivendicato e cosa no. In ogni caso, faremo tutto ciò che è necessario per difendere la sicurezza dei nostri cittadini”. Non ha dato conferme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sul presunto attacco da parte dell'aeronautica militare israeliana ai danni di un convoglio di Hezbollah nella regione di Baalbek (sul confine tra Siria e Libano). Se sul punto Netanyahu, interrogato ieri da un giornalista durante la conferenza stampa bilaterale con il cancelliere Angela Merkel, è dunque rimasto vago nonostante ciò che appare tra le righe sia chiaro: pugno duro contro i nemici di Israele. Oggi, invece, è arrivata la conferma del raid ai danni di Hezbollah, il gruppo terroristico che opera nel sud del Libano. L'obiettivo, un convoglio che stava portando dalla Siria al Libano dei missili da mettere a disposizione dell'organizzazione terroristica. Una mossa, quella israeliana, che vuole indebolire uno dei nemici storici di Israele e che, secondo fonti israeliane, starebbe preparando da tempo una reazione.
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qui firenze - l'omaggio a elia dalla costa
Un cardinale tra i Giusti
L'abbraccio di tutta Firenze in un Salone dei Cinquecento gremito di pubblico, attento e consapevole. È lo scenario che fa da sfondo alla consegna della massima onorificenza di Israele alla memoria di Elia Dalla Costa, il cardinale e arcivescovo che fu tra i coordinatori della rete di assistenza clandestina attiva nel Centro Italia al fianco della Delasem e che lo Yad Vashem ha voluto includere nei Giusti tra le Nazioni che misero a rischio la propria esistenza per salvare la vita e la dignità umana dagli abissi della Shoah. Riconosciuto Giusto nel novembre del 2012, Dalla Costa è stato omaggiato – tra gli altri – dall'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, dall'ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede Zion Evrony, dall'assessore comunale Cristina Giachi, dal presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli e dal rabbino capo Joseph Levi. Testimonianze dirette di quei giorni sono inoltre arrivate dall'ex presidente della Comunità fiorentina Guidobaldo Passigli e da Umberto Di Gioacchino. A intervenire anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha parlato a nome del padre Emanuele.
(Nell'immagine la consegna del riconoscimento al nipote del cardinale Dalla Costa)
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documentario
Gli Azzurri e la Memoria
“Mai più questi orrori. Quello che è accaduto qui non riguarda un popolo, ma l’intera umanità. Il loro dolore è il nostro dolore”. Nelle parole del presidente della Figc Giancarlo Abete e del capitano della Nazionale Gianluigi Buffon, la commozione e la consapevolezza di aver visitato uno dei luoghi più tragici della storia umana, il campo di concentramento di Auschwitz. I volti turbati e commossi dei giocatori azzurri nell'ascoltare le testimonianze di dei sopravvissuti Piero Terracina, Sami Modiano e Hanna Weiss sono tra le immagini raccolte nel dvd “I Campioni ricordano” realizzato da Robert Hassan, accompagnato dalle musiche di Giovanni Allevi e presentato ieri al Museo Ebraico di Roma. Un'iniziativa nata dalla collaborazione di diversi enti tra cui la Federazione calcistica italiana e l'Associazione Maccabi Italia. Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Figc Giancarlo Abete, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il direttore della Federazione Antonello Valentini. Presente anche l'ambasciatore di Israele a Roma Naor Gilon.
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pilpul
Ticketless - Blasphemy
La coincidenza di oggi tocca un tema delicato: il turpiloquio. Nella conversazione ferroviaria, è la bestemmia che inquieta, più degli ormai insopportabili Walter della Littizzetto, soprattutto nel linguaggio giovanile. Serve poco ricordare chi impreca contro Dio davanti a un videogioco ch,e sulla groppa di un asino, al tempo delle guerre di religione, il bestemmiatore veniva costretto a girare per le vie con una bella B stampata a fuoco sulla fronte: “Blasphemy”. Un caro amico, cui sono legato da affetto profondo, con il passare degli anni ha riscoperto le vie della spiritualità e del cristianesimo novecentesco è diventato un interprete acuto. Non di rado i nostri percorsi di letture si incrociano, da lui ho appreso sempre molte cose.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - La Shoah e Israele
In un articolo pubblicato sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 dello scorso 21 febbraio, intitolato “Separare la Shoah da Israele”, Anna Segre, nel commentare il dibattito svoltosi in un recente convegno sul negazionismo, facendo propria l’osservazione secondo cui il vero bersaglio dei negazionisti sarebbe lo Stato di Israele (“si nega la Shoah per delegittimare lo Stato ebraico”), afferma la necessità di “far comprendere che quando si parla di Shoah, Israele e la politica mediorientale non c’entrano per nulla”, e di spezzare così un “abbraccio mortale” (quello, appunto, tra Shoah e Israele) da cui, “per il bene di Israele, dovremmo liberare tutti i discorsi, non solo quelli degli altri ma anche i nostri”. “Più confondiamo e mescoliamo i discorsi sulla Shoah e quelli su Israele, - conclude l’opinionista - più facciamo il gioco degli antisemiti…  Sarebbe bello poter liberare Israele dalla Shoah, da questa cappa opprimente, da questa caligine che confonde e avvelena tutti i discorsi, i nostri non meno di quelli altrui”.
Siffatte affermazioni mi lasciano alquanto perplesso, per i loro presupposti, il loro significato e le loro conseguenze
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Francesco Lucrezi, storico
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