Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Se
una persona ha da dire una cosa nuova, deve trattenersi almeno un
quarto d'ora. Poi, se vuole, potrà dirla" (rabbi Simcha Zissel Ziv di
Kelm).
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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ArmaLite
Inc, un’azienda produttrice di armi con sede nell’Illinois, ha fatto
una campagna pubblicitaria armando il David di Michelangelo di un
potente fucile.
Con una sola mossa cambia radicalmente l’immagine del ragazzino con la fionda. Anzi si sposta il centro della scena.
David non è più il simbolo dell’astuzia che vince la forza bruta, ma
quello della potenza di fuoco che sbaraglia l’avversario. Sparisce la
persona, rimane l’arma.
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Un ciclo di incontri sull'etica medica
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Un
ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani
sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì
alle 20. Tra i rabbanim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca,
Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto
Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto
Piperno
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Fratelli d'Italia,
messaggi a Le Pen
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Al
via domani, all’Università Cattolica di Milano, i lavori del convegno
internazionale “Tra ragione e fede. La dottrina sociale della Chiesa e
la sua valenza ecumenica”. Un appuntamento in due giornate con una
specifica sessione dedicata al dialogo interreligioso. Porterà il punto
di vista dell’ebraismo rav Roberto Della Rocca, direttore del
dipartimento Educazione e Cultura UCEI. Un lungo articolo introduttivo
appare oggi sull’Osservatore Romano a firma di Giulia Galeotti. Sempre
in ambito ecclesiastico di grande interesse la ricostruzione di Gian
Guido Vecchi, con molti spunti inediti, del conclave che esattamente un
anno fa portò all’elezione di Bergoglio. All’anniversario il Corriere
della sera dedica alcune pagine speciali.
Riparte da Fiuggi, luogo della storica svolta di Alleanza Nazionale,
l’esperienza politica del gruppo Fratelli d’Italia. “Il target – si
legge sul Corriere – è di un partito della nazione, euroscettico, che
guarda a Marine Le Pen (“andiamo a Parigi a parlarci”, propone
Alemanno), che ha intitolato il suo congresso “in nome del popolo
sovrano”, duro verso Matteo Renzi “che va dalla cancelliera col suo
Jobs Act, facendo un inchino alla Schettino. Anziché il 17 marzo
(anniversario dell’Unità d’Italia, ndr) avrebbe dovuto scegliere l’8
settembre. Cioè l’armistizio firmato da Badoglio”. Un riferimento che
ha infiammato la platea e alimentato alcune polemiche: “Meloni è
nostalgica del Ventennio”, ha affermato il parlamentare del Pd
Francesco Scalia.
“La signora dei Giusti contro la violenza di mafia”. Questo il titolo
del ritratto che il Fatto Quotidiano dedica a Ulianova Radice,
direttrice e cofondatrice di Gariwo assieme a Gabriele Nissim. Al
centro del colloquio la Giornata dei Giusti celebrata a Milano lo
scorso 6 marzo con la piantumazione di sei nuovi alberi alla presenza,
tra gli altri, dell’allenatore del Milan Clarence Seedorf.
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QUI SANNICANDRO
Insieme guardando a Sud
San
Nicandro, piccolo paese del Gargano, è testimone di una delle storie
più straordinarie e vivaci dell'ebraismo moderno. Da qui è iniziata
l'avventura di Donato Manduzio, l'autodidatta che portò negli anni
Trenta la Torah a San Nicandro. Qui, ottant'anni dopo, la comunità
sannicandrese, erede degli insegnamenti di Manduzio, ha festeggiato
l'ingresso del Sefer Torah all'interno della sua sinagoga. Una pagina
di storia, scritta tra i sorrisi, i canti e la commozione di una realtà
più unica che rara. Emozioni condivise, al termine di uno shabbaton
organizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche, con i rappresentati
dell'ebraismo italiano, e non solo, con la presenza tra gli altri di
rav Scialom Bahbout, neo rabbino capo di Venezia; rav Elyahu Birnbaum,
rabbino dell'organizzazione internazionale Shavei Israel e il suo
presidente Michael Freund; il presidente della Comunità ebraica di
Napoli Pier Luigi Campagnano, Renzo Gattegna, presidente UCEI; Pier
Paolo
Gualano, sindaco di San Nicandro; Gadi Piperno del Dipartimento Cultura
e Educazione UCEI e rav Pierpaolo Pinhas Punturello. “Un messaggio e un esempio di
incrollabile fiducia ci perviene da voi di San Nicandro – ha affermato
nell'arco dell'evento il presidente Gattegna – che avete avuto
l'orgoglio e il coraggio di rivendicare un'identità ebraica proprio nel
periodo in cui nazismo e fascismo si apprestavano a tentare di
realizzare lo sterminio, l'annientamento, la Shoah”. Perché in questo
unicum che è la storia dell'ebraismo sannicandrese (buona parte
convertitosi ufficialmente nel dopoguerra e di cui 70 membri fecero
l'alyah nel 1949) c'è anche il remare controcorrente. Nel momento più
buio per gli ebrei, in cui non solo esserlo era fonte di pericolo ma
anche offrirvi aiuto, Manduzio – sulla cui tomba questa mattina il
presidente Gattegna, gesto di memoria, ha lasciato un sassolino –
gettava i semi della sua conversione. Dall'analfabetismo alla scoperta
da autodidatta della Bibbia, regalo di un amico, il capostipite della
Comunità di San Nicandro chiese a Remo Cantoni e ai leader del mondo
ebraico dell'epoca di iniziare il percorso per la conversione
ufficiale. A stupire sono le date: la domanda arrivo a cavallo tra il
1937 e il 1938, all'alba delle leggi razziste. Ma i sannicandresi,
ostinati e determinati, non demordono. Non li ferma il razzismo di
stato, la diffidenza dei concittadini, le problematiche con le
istituzioni. E questa testardaggine –
attraverso anche l'incontro tra Manduzio e il partigiano e membro della
Brigata ebraica Enzo Sereni – li porta al riconoscimento nel 1946 e
alla decisione di lasciare un'allora sperduto paese del Gargano per il
sogno da costruire, Eretz Israel. Quattro donne rimasero a presidio
della comunità: attraverso di loro la favola sannicandrese non si è
sopita, arrivando fino ai giorni nostri. E l'ingresso del Sefer Torah
di oggi è la dimostrazione che questo percorso non si è interrotto.
“Quello di oggi per questa comunità non deve essere un punto di arrivo
ma un punto di partenza”, ha sottolineato rav Bahbout ricordando anche
come “questo Sefer Torah rappresenta il collegamento con tutto il
popolo ebraico”. Una gioia, dipinta sui volti dei sannicandresi mentre
il Sefer veniva portato tra le vie cittadine, ma anche una
responsabilità per il futuro. “Questo non è il primo Sefer di questa
città – ha affermato il presidente di Shavei Israel Freund – il primo è
stato Donato Manduzio perché ciascun ebreo rappresenta un Sefer Torah
vivente e voi siete la sua eredità”. Raccolto il testimone, la comunità
pugliese guarda avanti. “Quella scritta oggi è un'altra pagina del
diario di Donato – ha spiegato Grazia Gualano, spina dorsale della
realtà di San Nicandro, raccontata in un libro di John A. Davis per
Giuntina – e continueremo a scriverne altre. Grazie a tutti voi di
essere qui e all'aiuto dei presenti e non per quanto è stato fatto
finora”. “Questa comunità è un'insegnamento per tutti noi – ha
affermato Gadi Piperno – dove si legge la Torah c'è l'ebraismo”. A fare
gli onori di casa per San Nicandro il sindaco Pier Paolo Gualano, che
si è detto onorato di poter ospitare una tradizione così forte e
significativa nella città. “Vorrei riprendere il sindaco – ha detto
bonariamente rav Birnbaum – quando afferma che questa comunità è
piccola, perché ricordiamoci che non è importante la quantità ma la
qualità e questa storia ne è la testimonianza”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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QUI SANNICANDRO
"La gioia di un incontro unico"
In
occasione dell'ingresso del Sefer Torah di Sannicandro Garganico il
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
ha pronunciato il seguente intervento:
Care amiche e cari amici,
non è la prima volta che ci incontriamo.
Ma è la prima volta che ci incontriamo a Sannicandro Garganico.
I nostri precedenti incontri sono avvenuti a Bari, a Trani o in Calabria, a Belvedere Marittimo.
Vederci qui a Sannicandro, nel vostro paese, ha un significato particolare e mi procura una grande gioia.
La presenza del Sindaco e di altre autorità, che ringrazio a nome di tutti, accentua l'importanza di questa giornata.
Tutti sappiamo e abbiamo preso coscienza che l'ebraismo, in tutto il
Meridione d'Italia, dai tempi antichi fino all'inizio del Sedicesimo
secolo,
è stato grande e fiorente, fonte di cultura, di civiltà e di benessere
materiale e spirituale per tutte le regioni e in particolare per
Puglia, Calabria e Sicilia.
Scopriamo continuamente nuove prove e nuovi reperti archeologici di questa grande realtà.
L'Inquisizione dal 1492 inferse colpi mortali a centinaia di Comunità
sparse in tutto il territorio, ma non riuscì ad annientare totalmente i
valori, la cultura e le tradizioni ebraiche che, ancora oggi,
miracolosamente dopo oltre 500 anni, sopravvivono in molte famiglie e
ancora costituiscono un antico bagaglio di ricordi tramandati, che
tendono in questi anni a riemergere.
Ma Sannicandro ha una storia particolare, speciale, unica.
Gli ebrei da secoli non praticano alcuna forma di proselitismo, non
cercano, né tanto meno esercitano alcuna forma di pressione, per
convincere chiunque a convertirsi all'ebraismo.
Per questo la storia di Donato Manduzio e della nascita spontanea di
una comunità ebraica a Sannicandro ha dei connotati in base ai quali,
veramente, la realtà supera qualsiasi immaginazione.
Nel lasso di tempo, relativamente breve, di circa 20 anni, la comunità
di Sannicandro ha effettuato un percorso, coronato dall'alyà in Israele
nel 1949, simile a quello che il popolo ebraico ha effettuato in 4000
anni.
Ma evidentemente i sannicandresi sono pieni di vitalità e di risorse e
non cessano mai di stupirci, infatti, dopo l'alyà del 1949, rimasero a
Sannicandro quattro donne, e gli ebrei da sempre sanno bene di cosa
possono essere capaci quattro donne, quattro madri coalizzate fra loro!
Dalla loro opera concreta e pratica di studio e di insegnamento è ormai risorta una comunità nuova.
Mi riferisco a voi che siete oggi qui riuniti con noi!
Voi che avete conquistato la stima e il rispetto sia delle autorità
civili che di quelle religiose ebraiche e che siete nuovamente oggi una
piccola ma fiorente realtà, con una propria organizzazione, una propria
sinagoga e una rete di relazioni con l'ebraismo pugliese, italiano e
israeliano.
Oggi qui festeggiamo, con l'introduzione di un nuovo Sefer Torah,
anche, simbolicamente, il forte legame e l'unità fra ebraismo antico,
ebraismo nuovo e ebraismo in fase di riscoperta e di rinascita.
Un messaggio e un esempio di incrollabile fiducia nel futuro ci
perviene da voi di Sannicandro che avete avuto l'orgoglio e il coraggio
di rivendicare un'identità ebraica proprio nel periodo in cui il
fascismo e il nazismo si apprestavano a tentare di realizzare lo
sterminio, l'annientamento, la Shoah di tutto il popolo ebraico.
Non possiamo che esprimere a voi, che idealmente rappresentate anche le
generazioni che vi hanno preceduto, tutto il rispetto e l'ammirazione
per il vostro eroico coraggio e formulare l'impegno a proseguire
insieme lungo un percorso, non facile, ma che sarà sempre rivolto a far
prevalere i più alti valori di civiltà, di amicizia e di fratellanza
fra i popoli.
Renzo Gattegna,
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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QUI ROMA - RUACH TOVà
Al Gemelli per la solidarietà
Funzionari,
consiglieri, dipendenti. Una mattina di solidarietà per il corpo
dell'ambasciata israeliana a Roma che, per l'appuntamento ormai
tradizionale del Ruach Tovà (la giornata delle buone azioni ideata in
Israele nel 2007), ha scelto di ritrovarsi nel reparto di pediatria del
Policlinico Gemelli per portare solidarietà ai giovani ospiti della
struttura. A guidare la delegazione l'ambasciatore Naor Gilon, accolto
e accompagnato in visita dal direttore del Gemelli Maurizio Guizzardi.
Giochi, attività, letture di racconti, travestimenti in maschera hanno
caratterizzato l'incontro, svoltosi in un clima di grande sinergia e
coinvolgimento. Ha partecipato alle attività anche il presidente del
Keren Kayemeth LeIsrael e consigliere UCEI Raffaele Sassun.
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Nazionalisti e socialisti |
Grande
è il disordine sotto il cielo e la situazione è tutto fuorché
«magnifica», come avrebbe invece detto il «grande timoniere» Mao Tze
Tung. La prospettiva di uno sfaldamento dell’Ucraina è sotto gli occhi
di tutti. La crisi che attanaglia Kiev ha rubato il posto all’oramai
ripetitiva carneficina siriana, all’impasse libica (lo scontro tra
forze conservatrici e gruppi «rivoluzionari», il fallimento delle
elezioni popolari per l’Assemblea costituente, il frazionamento e la
competizione tra milizie contrapposte), alla transizione incerta in
Afghanistan (dove la missione Nato va verso la sua conclusione, il 5
aprile prossimo si terranno le elezioni presidenziali mentre l’Arabia
Saudita, l’Iran, la Cina e la Russia si contendono corposi spazi di
influenza), alla progressiva disintegrazione della sovranità moldava
(storicamente un’area di transito tra Russia e penisola balcanica, dove
la regione speciale autonoma della Gagauzia, turcofona, è attraversata
da forti venti separatisti, così come la Transnistria, russofona e
sostenuta da Mosca) e alle persistenti contorsioni e ai mal di pancia
che attraversano l’Africa centrale e mediterranea.
Claudio Vercelli
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Nugae
- La signora in grigio
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Vagheggiare
sulla vita è un'attività tipica da domenica mattina sonnolenta, da
praticare con un plaid sulle gambe per rassicurare l'animo sottoposto a
inquietudine e un computer davanti agli occhi per poter convalidare su
Google qualunque brillante idea. Attualmente il futuro è in lotta con
se stesso e appare sospeso fra la vittoria di un premio Nobel per la
letteratura, ottenuto passando la vita in biblioteche polverose a
studiare qualche autore latino di cui l'universo ignora l'esistenza e a
scrivere poesie, e quella di un premio Pulitzer, ottenuto passando
giornate affaccendate nella redazione affollata di qualche giornale a
svelare notizie che salveranno l'universo e a scrivere editoriali.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: i rabbini di Londra
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Nel
1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion
si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità
ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che
avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di
Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del
professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa
significa essere ebreo?” – scaricabile dai siti www.proedieditore.it e
www.hansjonas.it – ha messo in luce per la prima volta in Italia quella
discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul
nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le
loro risposte. Oggi le rispopste dei membri della commissione del Gran
Rabbinato di Londra Aryeh Leib Grossnass, Leib Meir Lew, Abraham
Rappoport, Aaron Steinberg e Morris Swift.
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