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17 marzo 2014 - 15 Adar II 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
I Maestri sottolineano che il Digiuno di Ester deve essere inteso solo come preparazione alle Mitzvoth di Purim, in special modo quella dei Matanoth LaEvionim, donare ai poveri.
Il Digiuno di Ester sottolinea il dovere di non gioire per la caduta del nemico; il dovere di considerarlo ad immagine Divina.
 
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Anna
Foa,
storica
Nel giorno del referendum sulla Crimea, che poi è anche Purim, mi cade l'occhio su un trafiletto del Corriere sui due grandi scacchisti Karpov e Kasparov, ambedue mobilitati su fronti diversi. L'uno, Karpov, sceso in difesa di Putin da vero campione del Cremlino, colui che paragonava lo scacco matto all'omicidio perfetto, l'altro, l'ebreo Kasparov, che attacca Putin ed avvisa il mondo che "più tardi s'affronta un dittatore, più alto è il prezzo da pagare". Parlano come giocatori di scacchi, il gioco più profondo che esista, vera e propria metafora della vita. Non l'ho mai imparato, e me ne sono sempre sentita diminuita.
 
Un ciclo di incontri sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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La storia del Moretto
raccontata in un film
Come anticipato su Pagine Ebraiche (dicembre 2013), l’incredibile vicenda del pugile e antifascista Pacifico Di Consiglio (conosciuto dagli ebrei romani con il soprannome di Moretto) potrebbe presto essere interpretata in una grande produzione. Ne scrive Stefania Miccolis in un articolo richiamato sulla prima pagina dell’Unità sottolineando come a dare la notizia siano il giornale dell’ebraismo italiano e il figlio del Moretto, Alberto Di Consiglio (coautore assieme a Maurizio Molinari di un libro sul padre).
Nell’articolo, tra le varie testimonianze significative per la Memoria della Shoah e dei crimini del fascismo, si sottolinea l’importante contributo dato dal recente volume “Di pura razza italiana” di Mario Avagliano e Marco Palmieri.
Migliaia di persone ieri al Portico d’Ottavia per celebrare la festività ebraica del Purim. Una fotonotizia dell’evento sulle pagine romane del Corriere della sera e del Messaggero.
“Addio a Cesare Segre genio timido della filologia”. Sono le parole con cui il Corriere omaggia l’intellettuale e filologo piemontese Cesare Segre, scomparso ieri all’età di 85 anni. Firma storica del quotidiano, Segre è ricordato in una doppia pagina in cui ci si sofferma suoi numerosi saggi, sull’attività culturale, sull’amicizia con Primo Levi. Un impulso irrefrenabile per la conoscenza ma anche un animo inquieto e una personalità fortemente segnata dalle persecuzioni antiebraiche vissute, in tutto il suo dramma, nella giovinezza. “Era stato adulto fin da piccolo, Cesare Segre, nato a Verzuolo, in Piemonte, nel 1928, passato attraverso le tragedie del Novecento che gli avevano plasmato la vita e che non aveva mai dimenticato, tra passato e presente”, scrive Corrado Stajano.
 
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  davar
TANTE VOCI PER RICORDARE IL GRANDE FILOLOGO
Cesare Segre (1928-2014)
Un uomo dalla straordinaria genialità. Risoluto nelle convinzioni ma mai arrogante o prevaricatore. Premuroso con gli amici e attento a intervenire con delicatezza nei rapporti umani. Per molti difficilmente avvicinabile, grazie a quel manto di autorevolezza che in pochi oggi possono vantare. L'Italia saluta il grande filologo e critico letterario piemontese Cesare Segre, scomparso ieri a Milano (alla cui Comunità ebraica era da tempo iscritto), e ne celebra il suo significativo contributo al panorama letterario e intellettuale del nostro paese. Chi lo ha conosciuto, come Ernesto Ferrero, direttore del Salone del libro di Torino, ne ricorda la gentilezza nei modi, la sensibilità e delicatezza del suo modo di mostrarsi un amico. Chi ne fu allievo, come Alessandro Vitale Brovarone, docente di Filologia e Linguistica romanza all'Università di Torino, ricorda di come tutti avessero paura del suo giudizio sottile e profondo ma mai maligno. “Non era mai un atteggiamento da 'adesso ti insegno io la vita'. Preferiva provocare le idee”, sottolinea Brovarone. “Uno studioso per cui provavo molta ammirazione che dava l'impressione di essere un uomo molto distaccato, con cui era difficile entrare in contatto”, afferma lo storico Alberto Cavaglion che ricorda il fondamentale contributo di Segre al mondo letterario grazie alla creazione, insieme a Maria Corti, del Centro manoscritti di Pavia (istituzione dedicata proprio alla Corti). 
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QUI ROMA
A 70 anni dalle Fosse Ardeatine
Anche il presidente del Senato Pietro Grasso al convegno “1944-2014: le Fosse Ardeatine 70 anni dopo” organizzato in Sala Zuccari su impulso dell’associazione culturale Arte in Memoria e dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla resistenza. L’incontro, in programma domani alle 10 con patrocinio del Senato, vedrà numerosi ospiti e relatori a confronto su una delle più significative azioni criminali compiute dai nazisti in Italia alla vigilia, lunedì prossimo, del 70esimo anniversario dell’eccidio. In concomitanza con l’anniversario esce inoltre nelle librerie il nuovo studio di Adachiara Zevi dal titolo “Monumenti per difetto. Dalle Fosse ardeatine alle pietre d’inciampo” che (Donzelli editore) vuole in primo luogo riportare l’attenzione sul mausoleo che ricorda l’uccisione di centinaia di civili innocenti. Ma il libro, di cui Pagine Ebraiche di aprile in distribuzione anticipa la prefazione, costituisce anche un’occasione straordinaria per comprendere e valutare nel suo insieme il contributo che arte e architettura hanno offerto alla tutela della Memoria. (Nell'immagine il mausoleo delle Fosse ardeatine realizzato grazie al concorso pubblico del 1945 in un particolare della cancellata di Mirko Basaldella)
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QUI ROMA
I doveri del cuore
Il precetto di amare, il divieto di mortificare, il dovere di ammonire il prossimo. Sono alcuni tra i molti temi che verranno sollevati in occasione del ciclo di incontri “I doveri del cuore. Il rapporto interpersonale nella tradizione ebraica" promosso dal Centro di Cultura della Comunità ebraica di Roma e dalla sua direttrice Miriam Haiun. Singolare la formula della proposta culturale, che vede protagonisti numerosi rabbanim italiani e che coprirà nella sua estensione l'intero arco primaverile: ogni lezione si terrà infatti in uno dei ristoranti kasher della zona del Portico d'Ottavia a unire arricchimento dello spirito e appagamento del palato. Primo sponsor dell'iniziativa il rabbino capo Riccardo Di Segni, dal quale arriva il suggerimento per questo genere di proposta. Ad inaugurare i lavori, giovedì 20 marzo alle 20, una lezione del rav Roberto Colombo. Oltre una settantina gli iscritti a testimonianza, spiega Haiun, "di un interesse e di una curiosità molto forti". La sfida è quella di proporre un momento di riflessione collettivo sul rapporto con gli altri e sull'importanza di ascoltare e accettare le diversità di pensiero come presupposto per "una sana convivenza civile". Tra le relatrici anche Gheula Canarutto Nemni, chiamata ad introdurre una tematica di centralità crescente come il "kosher business".
I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria entro il lunedì precedente l'incontro telefonando allo 065897589 oppure inviando una mail a centrocultura@romaebraica.it.
pilpul
 Oltremare - "L'Herzelone"
Si esce da Tel Aviv a metà pomeriggio con addosso la sensazione di aver saltato le ultime due ore di scuola. E appena fuori, a vedere la massa di automobili sguinzagliate per le autostrade si capisce subito che siamo stati proprio pochi oggi a entrarci, in ufficio, in tutta Israele.
È il giorno di Purim, le scuole sono chiuse e molti genitori han preso ferie e dato inizio d una delle classiche transumanze festive. Da ovunque ad ovunque, purchè altrove, passando per il reticolato di autostrade che a noi paiono strade statali a dirne bene. Dunque meglio armarsi di santa pazienza, noi ultimi a partire per un banchetto di Purim fuori porta dopo un giorno breve di lavovo, muniti di guidatore non bevitore di turno; prima o poi si arriverà.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - 
Dal testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici (tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader)... dfdf e non ha bisogno di leader)... dfdf e non ha bisogno di leader)... dfdfe non ha bisogno di leader)... dfdfe non ha bisogno di leader)...

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Stanca e piena
Sono stanca. Stanca e piena. Stanca ma con un cuginetto in più. Stanca e con una sorella che compie tredici anni, sempre più bella. Per la prima volta in vita mia ho lavorato di domenica. Sono uscita affranta e barcollante: ho  trovato una collega che mi ha trascinata a fare l'aperitivo in un posto molto Milano da bere. 22 gradi e un venticello che ritempra. Birretta e chiacchiera. Mi meraviglio. E respiro.

Rachel Silvera, studentessa

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