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24 marzo 2014 - 22 Adar II 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
In un "midrash chassidico" (leggenda) legato alla figura del Rebbe di Kotzk, che discuteva con un suo allievo sulla presenza dei discendenti di Amalek ai nostri giorni, è sottolineato: solo la famiglia di Haman è discendente di Amalek e nei loro riguardi non vi è la proibizione di gioire per la caduta del nemico (cancellare il ricordo di Amalek) ma riguardo agli altri persiani sussiste ancora la proibizione, dal momento che non conosciamo la loro identità.
 
Anna
Foa,
storica
Esattamente settant'anni fa, il 24 marzo 1944 alle 15 circa, i primi camion carichi di prigionieri partivano da via Tasso, la sede romana della Gestapo, e dal carcere di Regina Coeli verso le Fosse Ardeatine. Poche ore dopo, i trecentotrentacinque italiani destinati al massacro erano tutti morti. Fra loro, settantacinque ebrei. Per celebrare questo anniversario, ho riletto un piccolo testo straordinario, “Otto ebrei”, scritto da Giacomo Debenedetti nel settembre 1944, e apposto all'edizione di “16 ottobre 1943”. “Otto ebrei” si apre con una dichiarazione fatta durante il processo al questore Pietro Caruso dal commissario Raffaele Alianello, che afferma di aver depennato dalla lista  di quanti erano destinati alla morte i nomi di otto ebrei, proprio perché ebrei. Da lì Debenedetti fa partire una riflessione acutissima sul ruolo degli ebrei e sul loro divenire da vittime fonte di benemerenza e patente di antifascismo. La riflessione di Debenedetti sembra contenere già molte delle problematiche e delle contraddizioni che animeranno il dibattito negli anni successivi e alimenteranno la costruzione memoriale della Shoah. E credo che questo sia un buon momento per leggerlo o per rileggerlo.
 
 
Un ciclo di incontri
sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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Francia, affermazione
dell'estrema destra
“Ricordare via Tasso e le Fosse Ardeatine dovere comune di destra e sinistra”. Nel giorno del settantesimo anniversario della strage del 24 marzo 1944, quando i nazisti trucidarono 335 persone, Dino Messina sottolinea sul Corriere l’importanza della memoria dell’accaduto e come essa riguardi tutti i cittadini, dopo le polemiche circa la scelta del neoministro della Cultura Dario Franceschini  di dedicare al Museo di via Tasso a rischio chiusura la sua prima visita ufficiale. Su Repubblica ampio spazio al libro di Adachiara Zevi “Monumenti per difetto” (Donzelli editore), già anticipato su Pagine Ebraiche aprile in distribuzione in questi giorni. Tra i monumenti raccontati dal volume proprio il mausoleo che ricorda la strage.
Repubblica Roma propone una panoramica degli appuntamenti per la giornata.
In primo piano sui giornali il risultato del primo turno delle elezioni amministrative francesi. Unanime l’analisi: doccia fredda per i socialisti del presidente Francois Hollande, ma soprattutto trionfo per il Fronte nazionale di Marine Le Pen. In attesa del ballottaggio, la formazione di estrema destra, populista e antieuropeista ottiene responsi positivi dalle urne in varie città importanti (tra gli altri, Stefano Montefiori sul Corriere della Sera). Grande soddisfazione per il risultato è stata espressa in un’intervista al Tempo dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Ai segnali che le elezioni francesi mandano è dedicato l’editoriale in prima pagina del Corriere della Sera.
Ancora sul Corriere, Roger Abravanel affronta il tema dell’approccio del governo Renzi rispetto ai tagli alla spesa pubblica.

 
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  davar
24 marzo 1944 - 24 marzo 2014
Ardeatine, Roma non dimentica
La commozione di tutta Roma e di tutta Italia nel settantesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. La cerimonia, svoltasi alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e delle più alte cariche dello Stato, si è aperta con la deposizione di una corona da parte dello stesso Napolitano per concludersi con la preghiera ebraica del kaddish recitata dal rabbino capo Riccardo Di Segni (ad accompagnarlo sul palco i rabbini Gianfranco Di Segni e Alberto Funaro). Tra gli ospiti della solenne commemorazione, che ha visto gli interventi del presidente dell'Anfim Rosetta Stame e del segretario generale Aladino Lombardi (che ha letto i nomi di tutti e 335 gli assassinati), il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici, l'assessore ai rapporti istituzionali Ruben Della Rocca e il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Leone Paserman.
"Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguarda il nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare", ha spiegato il capo dello Stato ai giornalisti che lo hanno accolto al termine della visita nei luoghi dove fu perpetrata la strage.
Di ferita “che è del paese intero, di chi ama la democrazia e di chi si riconosce nei suoi valori fondanti” ha parlato invece il presidente UCEI Gattegna, anch'egli a margine della cerimonia.
“Quanto è accaduto non può e non deve essere dimenticato. Vite spezzate dall'odio e dalla barbarie, un abisso indicibile di violenza – ha proseguito – che tanti lutti ha inflitto a questa città. Un dramma che molti di noi vivono direttamente sulla propria pelle e su quella dei propri cari”.
Una corona è stata inoltre deposta anche davanti al Tempio Maggiore della Capitale. Assieme al rabbino capo Di Segni sono intervenuti il sindaco di Roma Ignazio Marino e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Dal rabbino capo è giunto un appello affinché si rafforzi la memoria dei fatti storici avvenuti in città durante il nazifascismo e possano essere risolte tutte le lacune ancora aperte in questo senso.

(Nell'immagine in alto rav Di Segni recita il kaddish, in basso l'abbraccio tra il presidente UCEI Renzo Gattegna e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano)

a.s twitter @asmulevichmoked

ginevra - dibattito ONU sui  diritti umani
Tobia Zevi (Wjc): "Territori,
no al Rapporto contro Israele"

Ventidue pagine di velenose accuse contro Israele, dall'apartheid alla pulizia etnica, redatte dal giurista statunitense Richard Falk, in cui si parla degli insediamenti israeliani nella West Bank, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza. Ventidue pagine a senso unico, che vorrebbero incentivare l'emarginazione internazionale dello Stato ebraico, ma in cui non compare nemmeno una volta la parola Hamas. I rappresentanti delle 47 nazioni rappresentate a Ginevra nel Consiglio dei Diritti umani (tra cui l'Italia), organo sussidiario dell'Assemblea generale dell'Onu, stanno ascoltando una requisitoria in cui l'unico imputato è, come a Ginevra accade di frequente, Israele.
Fra gli interventi degli stati membri e delle organizzazioni internazionali invitate a partecipare anche quello di un esponente ebraico italiano, Tobia Zevi, che è stato delegato a portare la voce del World Jewish Congress.

Daniel Reichel
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qui roma - 24 marzo 1944-24 marzo 2014
Università, scuola di Memoria
“Cosa importa a un ventenne di questa storia del passato? Perché studiare un episodio del 1944, quando nessuno di voi era ancora nato?”. Dietro alla provocatoria domanda di Ascanio Celestini si cela il significato della Memoria. Di ricordare oggi, a settant’anni di distanza, l’eccidio delle Fosse Ardeatine. E su queste riflessioni si sono soffermati i relatori intervenuti all’appuntamento organizzato oggi dal Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CeRSE) dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in memoria del settantesimo anniversario della strage compiuta dai nazisti a Roma, in cui 335 persone furono trucidate. Oltre a Celestini, a parlare dal palco dell’auditorium Morricone dell’Università Tor Vergata a un pubblico di studenti universitari e delle scuole superiori, la storica Anna Foa, il consigliere UCEI con delega alla Memoria Victor Magiar, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e lo storico Alessandro Portelli. A moderare l’evento, aperto dai saluti istituzionali in rappresentanza del rettorato, Claudia Hassan, docente presso l’Università di Tor Vergata.
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QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
Lo yiddish vince e torna bambino
Un alfabeto di poesie yiddish per bambini, Mejn Alef Bejs, è il vincitore del Bologna Ragazzi Award, nella categoria Non Fiction. I giurati della Bologna Children’s Book Fair, il più grande evento internazionale dedicato all’editoria per bambini e ragazzi che apre oggi, hanno votato all’unanimità e scritto nelle motivazioni del premio che il libro, pubblicato dall’associazione polacca di cultura ebraica Czulent di Cracovia,  è “un lavoro singolare, sapiente dal punto di vista della grafica, che risulta moderno e tradizionale al contempo”. I testi del poeta Jehoszua Kaminski, ebreo polacco che scriveva in Yiddish, sono illustrati dalla giovanissima Urszula Palusinska che ieri ha anche animato un laboratorio, nel padiglione di Non ditelo ai grandi - la libreria internazionale che apre al pubblico le porta della fiera. A partire dalla forma delle lettere dello yiddish i bambini hanno costruito storie di animali, fra risate, colori, forbici e carta colorata.
Il libro ha un terzo autore, Wojciech Wilczyk, che - basandosi su una traduzione della filologa Szymaniak - ha adattato le rime di Kaminski in polacco, in modo che a ogni lettera corrispondano entrambe le versioni. E tre sono pure i volumi della serie pubblicata da Czulent, grazie al lavoro della giornalista Anna Makowka: oltre a Mejn Alef Bejs sono stati pubblicati A Majse - versi in Yiddish che insegnano a contare giocando con le tradizioni ebraiche - e Jontew Leader, le cui rime presentano le principali feste e ricorrenze.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
L’arte di Israele protagonista
Grande spazio a Israele oggi alla Children’s Book Fair di Bologna, dove si riunisce tutto il mondo dell’editoria per ragazzi: nella parte riservata ai professionisti del settore si terranno due interventi di Orit Bergman, illustratrice e scrittrice, le cui opere danno un carattere forte allo stand, allestito con grande cura nel padiglione 30. Il primo momento sarà incentrato sul rapporto fra testo e illustrazione, mentre più tardi verrà presentato il suo ultimo libro, parzialmente autobiografico “Diary of a shark catcher” (Diario di un cacciatore di squali). Protagonista della giornata anche Orna Granot, curatrice della sezione dedicata al libro illustrato per l’infanzia dell’Israel Museum di Gerusalemme, che a Pagine Ebraiche - nel testo che segue - ha raccontato lo sviluppo dell’illustrazione nel suo paese, e come il lavoro degli artisti israeliani si sia trasformato negli anni, pur mantenendo caratteristiche che lo rendono molto particolare e apprezzato ben fuori dai confini del paese.
E le tavole originali di una quindicina di illustratori israeliani saranno esposte fino al 4 maggio al Museo Ebraico di Bologna, dove questa sera la mostra verrà inaugurata dopo Disegni di frontiera, la lezione con cui aprirà la serata il professor Antonio Faeti, che per primo ha insegnato Letteratura per l’infanzia all’università. Parteciperanno all’inaugurazione della mostra anche Emilio Campos, presidente del museo, l’addetta culturale dell’ambasciata d’Israele Ofra Farhi e Anna Forlati, dell’associazione culturale Teatrio di Venezia, organizzatrice della mostra. E torneranno a intervenire anche, dopo la giornata in fiera, Orna Granot e Orit Bergman.
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KKL e Expo insieme per la Giornata dell’Acqua
Israele, agricoltura per il mondo
Raccontare l’eccellenza d’Israele nel mondo nel campo dell’agricoltura, delle tecnologie legate all’acqua, della lotta al deserto, delle energie pulite. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il Kenen Kaymet LeIsrael, il fondo per l’ambiente più antico del mondo, propone un ciclo di incontri con il patrocinio di Expo 2015. A intervenire alla prima conferenza a Milano, sono stati il presidente del Kkl Silvio Tedeschi, Ami Uliel, direttore dei Centri R&D nella zona del Negev, Yechiel Cohen, rappresentante Kkl per la collaborazione con i Paesi in via di Sviluppo, il direttore Affari istituzionali di Expo Roberto Arditti, l’assessore all’ambiente di Regione Lombardia (che ha patrocinato l’evento) Claudia Terzi, moderati dal direttore di Corriere Sette Pier Luigi Vercesi. Gli incontri proseguiranno oggi a Torino, domani a Firenze e mercoledì a Roma.
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Francia – L’affermazione dell’estrema destra
Dalle urne segnali preoccupanti
Il monito del Crif contro Le Pen

“Se il Fronte nazionale sarà il primo partito di Francia, sarà il segno che il paese rigetta la tolleranza, il simbolo di una società che non accetta gli stranieri, gli ebrei e tutte le minoranze”. Questo il monito lanciato alla vigilia delle elezioni amministrative e in previsione di quelle europee dal vicepresidente del Crif (organizzazione che riunisce le comunità ebraiche francesi), Yonathan Arfi. All’indomani dei risultati del primo turno che hanno visto ieri una forte affermazione del partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen, gli analisti sembrano concordi nell’affermare che gli esiti della tornata elettorale francese rappresentano un segnale di avanzata dell’estremismo che l’Europa dovrà saper cogliere (nell'immagine, l'editorale apparso alcuni mesi fa su Le Monde a firma del presidente Crif Roger Cukierman "Fronte nazionale, il mio incubo per il 2017).
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Qui Milano - Libri
Memoria prima della Memoria
Che cosa significava studiare lo sterminio, scoprire gli orrori dei campi, denunciare le atrocità del nazifascismo, quando nel mondo fumavano ancora le macerie della seconda guerra mondiale, quando le parole Shoah, Memoria, Auschwitz, non avevano ancora assunto il significato di oggi nella coscienza collettiva? A ricostruire e riflettere sul lavoro di quei primissimi anni dopo la fine del fascismo in Italia è il volume dal significativo titolo Auschwitz prima di “Auschwitz” (Ombre Corte editore) dello storico Costantino Di Sante, che ripercorre l’opera di Massimo Adolfo Vitale, alla guida del Comitato ricerche deportati ebrei. A spiegare la valenza del lavoro è la storica del Cdec e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana Picciotto, che è intervenuta negli scorsi giorni a Milano alla presentazione del libro organizzata da Anpi, Aned e Cdec.
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pilpul
Pio XII e la farsa Pave the Way
Secondo il suo stesso racconto, Gary Krupp, un ebreo americano che faceva il rappresentante di apparecchi terapeutici per malati di vario tipo, fu sorpreso una diecina di anni fa, tornando a casa, nel vedere che sul proprio telefono lampeggiava una lampadina. Era il segnale fatidico che avrebbe mutato tutta la sua vita. All’altro capo dell’apparecchio c’era niente di meno che il Rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, la stessa città dove abitava Krupp. Il cuore gli batteva forte mentre il diplomatico vaticano gli comunicava la grande notizia: il papa in persona aveva deciso di concedere una medaglia-ricordo, credo alla memoria di San Cristoforo, al signor Krupp, in segno di riconoscenza per le donazioni di materiale medico fatte a un ospedale cattolico. Krupp stentava a credere ai propri occhi quando gli fu consegnata la medaglia.
Da quel momento la sua vita non fu più la stessa, poiché decise di dedicarla a Pio XII, o piuttosto a mutare il pessimo ricordo che ne avevano gli ebrei
.

Sergio Minerbi, diplomatico
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 Oltremare - Prima di Tel Aviv
Achuzat Bayit è stato il nome originale di Tel Aviv, e chissà se la città avrebbe avuto il successo odierno se non avesse cambiato nome. Con subito lì quella lettera "chet" dal suono gutturale raschiato che solo gli Yemeniti sanno ancora pronunciare come si deve, non proprio un invito all'ascolto. E poi la parola bayt, casa, quasi messa a bilanciare, addolcire il senso ed il suono. Però, come per Tel Aviv, anche una Achuzat Bayit sarebbe stata ben difficile da storpiare: altro che la petrosa Zfat che diventa una morbida Safed per il naturale bisogno di vocali delle lingue non semitiche.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea for two - Incontri
Questi mesi di cattività milanese mi hanno permesso qualcosa di prodigioso: la possibilità di conoscere una quantità considerevole di esseri umani. Dai miei colleghi che rispondono in coro 'Shabbat shalom' quando il venerdì pomeriggio taglio la corda prima del tempo, a F. e A. che mangiando a un sushi dove ho lasciato un decimo dello stipendio si sono sorbiti le mie teorie strampalate su La versione di Barney.

Rachel Silvera, studentessa
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