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20 aprile 2014 - 20 Nissan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Alberto Moshe Somekh,
rabbino
"Non opprimere lo straniero: voi infatti conoscete l'animo dello straniero, perché foste stranieri in terra d'Egitto" (Es. 23,9). È questo uno dei moniti più attuali della festa di Pesach, in cui commemoriamo l'uscita dalla schiavitù. Se da un lato l'etica biblica ci sollecita ad accogliere gli stranieri a nostra volta, dall'altro sappiamo però che il livello più alto di Tzedaqah nei confronti dei poveri e derelitti consiste nel fornire loro la possibilità di mantenersi stabilmente con le proprie forze. Le popolazioni più sviluppate devono provvedere a contenere il gap rispetto a quelle meno fortunate, fornendo loro non solo aiuti economici, ma anche i mezzi per la diffusione della cultura, che la tecnologia più avanzata mette a disposizione a basso costo in abbondanza.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
L’haggadah è un testo che risponde a due condizioni mentali ed emozionali: l’oblio e la nostalgia. Nel primo caso, si racconta una storia sia per non dimenticare che si è stati schiavi, sia per riflettere sul percorso tortuoso, complicato che si avvia una volta usciti dalla schiavitù. Nel secondo caso si tratta prevenire la tentazione di andarsi a cercare un nuovo faraone, ovvero di marciare felici verso la riedificazione della propria condizione di schiavi.
 
Temi e immagini
del pensiero ebraico
"Temi e immagini del pensiero ebraico”. Questo il titolo del ciclo di incontri ospitato presso la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova, l’ex Hotel Colombia (luogo storico della città, che ospitò e fece cantare grandi nomi tra cui anche i Beatles). L'iniziativa è organizzata da Laura Mincer (Università di Genova) da Alberto Rizzerio (Centro Culturale Primo Levi) e Ilana Bahbout (DEC-UCEI).
 
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Festa del libro ebraico,
due pagine sul Corriere
Si avvicina l’appuntamento con la quinta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia di Ferrara. Nell’imminenza dell’evento il Corriere della sera racconta, con una doppia pagina interamente dedicata, il significato di questa nuova sfida nel segno della cultura e della letteratura di qualità. “Un libro aperto (tra vita e fiaba)” titola il quotidiano di via Solferino anticipando i momenti più significativi del festival e richiamandosi alla grande mostra che al Meis celebra il disegnatore genovese Emanuele Luzzati. Intervistato da Paolo Salom, il presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani afferma: “Questa iniziativa, nata da un’intuizione ‘banale’, ha conquistato per primi i ferraresi, che sono i veri protagonisti della festa. Ho detto ‘banale’ perché abbiamo un museo in parte inagibile. Proprio per favorirne il completamento, e visto l’interesse nazionale e internazionale per la cultura ebraica, abbiamo pensato di riempire il vuoto con una festa non solo per gli ebrei, ma per tutti i lettori italiani. Ora Festa e città sono una cosa sola”. Protagonista a Ferrara anche Miriam Meghnagi, artista di origine libica che proporrà un viaggio tra i canti e le melodie della tradizione sefardita ricorrente nelle sue numerose composizioni. “Musica e letteratura – spiega – sono sempre state molto importanti nella vita ebraica e nella liturgia fin dall’epoca biblica. Il canto, che è soffio, è un mezzo di elevazione e di trascendenza”. Sempre all’interno delle pagine dedicate alla Festa del Libro, Stefano Jesurum descrive uno dei luoghi più suggestivi della Ferrara ebraica: l’Orto in cui sono seppelliti gli ebrei, inaugurato nel 17esimo secolo quando vennero meno i luoghi di sepoltura cinquecenteschi. “Gli epitaffi – scrive Jesurum – rivendicano a gran voce saggezze rabbiniche, fedi incrollabili, sapienze talmudiche, l’essere patrioti in prima linea nel Risorgimento, nella Grande guerra, nella Resistenza”.
 
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  davar
israele
Hezbollah torna a minacciare
Bulgaria, India, Georgia, Thailandia. Il conflitto tra Israele e Hezbollah, il gruppo terroristico che ha base in Libano, da anni ormai vede il mondo come teatro di scontro. Questa volta l'obiettivo dei fondamentalisti islamici, che storicamente possono contare sul sostegno del regime siriano di Bashar Al Assad e di quello iraniano degli Ayatollah, era Bangkok. Venerdì sera infatti, come riporta il Bangkok Post, sono stati arrestati dalla polizia locale due uomini, legati a Hezbollah, sospettati di progettare un attentato terroristico nella capitale thailandese e diretto a colpire i turisti israeliani.
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QUI GERUSALEMME
L'identità? È nel guardaroba
Dress Codes: Revealing the Jewish Wardrobe. Questo il titolo di una grande mostra (curatrici Efrat Assaf-Shapira e Daisy Raccah Djivre) esposta all'Israel Museum di Gerusalemme. La mostra narra gli ultimi due secoli di storia ebraica attraverso cento capi d’abbigliamento tradizionali provenienti da comunità di tutto il mondo. In esposizione vestiti, completi, abiti nuziali e molti altri indumenti che rappresentano la multiculturalità tipica dell’ebraismo della diaspora. Per il lancio della mostra sei tra i più importanti designer israeliani hanno rivisitato in chiave moderna un capo d’abbigliamento proposto dalle due curatrici. Notevole l’impatto ottenuto sui visitatori.
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QUI FIRENZE
Le donne cantano Shir ha-Shirim
Metti un gruppo di donne che vogliono discutere del testo di Shir ha-Shirim, metti che oltre che studiarlo esse vogliano provare a cantarlo, rispolverando l’antico minagh della città dove vivono. Aggiungi a questo che molte di loro si sono cimentate l’anno precedente con la Meghillà di Ruth e che il gruppo è sostenuto e guidato da una tenace Shulamit Fustenberg Levi e il risultato che si può ottenere diviene molto, ma veramente molto interessante.
E così a Pesach, di sabato pomeriggio, un bel gruppo di noi donne di Firenze si è ritrovato, insieme ad altre amiche che sono venute ad ascoltarci e a festeggiare con noi, a cantare questo testo poetico dalle molteplici sfaccettature. La cosa più bella è stata che, anche quest’anno, ognuna di noi ha partecipato col suo carattere e con le sue idee agli incontri di approfondimento, così come con la sua voce più o meno intonata a questo momento collettivo di canto.
E ora? Per tutte il prossimo appuntamento è per Shavuoth contando sul fatto che Shulamit, a cui diciamo grazie di cuore, anche questa volta ci sproni, ci segua ed abbia fiducia in noi.


Susanna Canarutto
QUI MILANO - LIBRI
Al Memoriale, per i bambini
Un mattone per la Memoria, ricordando la tragedia dei bambini di fronte alla Shoah. Si è svolto al Memoriale di Milano, nei sotterranei della Stazione centrale, la presentazione del libro “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti” di Maria Pia Bernicchia (Proedi editore) dedicato alle vicende dei bambini durante gli anni più bui del Novecento. Un volume il cui ricavato viene devoluto alla costruzione della biblioteca del Memoriale per ribadire ancora una volta come la cultura, le parole, siano il più alto antidoto contro l’odio e gli orrori.
Un monito contro la banalizzazione della Shoah e il suo uso per fini politici è stato lanciato dal direttore del Corriere della Sera e presidente della Fondazione Memoriale Ferruccio de Bortoli, che ha portato il suo saluto alla manifestazione
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SORGENTE DI VITA 
Hollywood racconta Noè
La storia di Noè, affrontata nell’ultimo colossal biblico di Hollywood del regista Darren Aronofski, apre la puntata di Sorgente di vita di domenica 20 aprile: la costruzione dell’Arca, le coppie degli animali, il diluvio e il patto col Signore, simboleggiato dall’arcobaleno, raccontati attraverso effetti speciali e scenari grandiosi. Una vicenda e un personaggio che suggersicono tanti spunti di riflessione: ne parlano il rabbino Scialom Bahbout e lo scrittore Erri De Luca.
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pilpul
"Rispetto per le Comunità           e rispetto per le tradizioni"
Dopo aver letto i commenti di Dario Calimani, Gadi Polacco e rav Pierpaolo Pinhas Punturello sul sito di Moked.it relativi alla Guida di Pesach, pubblicata da Naar Israel e introdotta nei pacchi delle Matzot spedite alle varie comunità ebraiche in Italia, sono rimasto rammaricato che gli onorevoli scrittori non abbiano precisato chi ha pubblicato il libretto e abbiano invece generalizzato, specialmente alla luce del fatto che sulla copertina stessa è indicato in modo chiaro l’editore. Il Rebbe zt”l ha sempre insegnato il rispetto e l’amore per il prossimo e le sue tradizioni. Spero pertanto che nella prossima edizione della guida verranno corretti tutti gli errori, verranno tradotte tutte le parole ebraiche in italiano e verrà chiesto il permesso alle Comunità prima di dar seguito alla spedizione delle guide.

Menachem Lazar, rabbino
Le urla e gli strepitii
Le esternazioni dei giorni scorsi di Beppe Grillo su Auschwitz, la loggia massonica Propaganda due e Primo Levi, con accostamenti, sovrapposizioni e assimilazioni di vario assortimento, tutte fuori luogo se non deliberatamente offensive, sono solo l’ennesimo ma non ultimo passaggio di una strategia della banalizzazione che sta al cuore del populismo politico di cui quel personaggio mediatico è depositario. Cercare in lui, nel suo entourage, in una parte (non però di certo in tutta) dell’elettorato che lo segue fidelizzandosi, il segno della negazione del passato sarebbe impresa vana poiché forzata. Grillo non nega, Grillo banalizza e, soprattutto, trivializza. Questa è la sua vera forza, la chiave su cui costruisce le sue fortune elettorali e di show, facendosi forte dei suoi bagni di folla.

Claudio Vercelli
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Il Grillo scrivente
Caro Grillo,
la comunicazione non è tutto, né oggi né mai. Oggi assistiamo ad un altro fenomeno, che lei sicuramente conosce bene, quello di essere connessi. E con questa sua ultima prova di comunicazione lei dimostra che non si connette. Sarebbe troppo facile il dire di aver dato prova che: non connette più.
Lei spesso è stato accusato di banale antisemitismo; io lo chiamerei, invece, antiebraismo, a volte, e anti-israelianismo, altre volte, per essere più precisi. Lei, infatti, non è antisemita. Lei è ben altro.

Vittorio Pavoncello, regista
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Nugae - Casa
Non c’è altro posto al mondo come casa. Casa è il solo posto dove ci si fa estrarre denti del giudizio, dove ci si taglia i capelli, e dove non si è mai sconosciuti. Non si può mica ripartire ex novo, inseparabili dalla propria storia e dalle proprie etichette. Ovviamente è il bello ma anche il brutto, oltre a guance doloranti e capelli immancabilmente troppo corti. Per evitare almeno una parte di questi turbamenti della socialità, è stata inventata una app. Scontato. Si chiama Cloak, e idealmente permette di vivere in incognito offrendo a chi la usa la possibilità di evitare chiunque non voglia incontrare per strada.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Yosef Kahaneman
Nel 1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa significa essere ebreo?” - scaricabile dai siti www.proedieditore.it e www.hansjonas.it - ha messo in luce per la prima volta in Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le loro risposte. Oggi è la volta di Yosef Shlomo Kahaneman. Nato in Lituania nel 1886, a 30 anni è nominato capo della yeshiva di Grodno e con questa carica promuove una rete di istituzioni sul territorio della Lituania, tra gli altri a Ponevezh. Nel 1919 Kahaneman è anche rabbino di quella città mentre si afferma la sua leadership nel partito Agudat Israel. È inoltre eletto al Parlamento di Lituania. Nel 1940, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, è all’estero e emigra nell'allora Palestina sotto mandato britannico dove si dedica di nuovo allo sviluppo di una rete di istituzioni educative. Nel 1944 fonda la yeshiva di Ponevezh a Benei Berak. Con 1000 studenti, la yeshiva diventa il più grande campus del genere nel Paese. 
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