Alberto Moshe Somekh,
rabbino
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"Non
opprimere lo straniero: voi infatti conoscete l'animo dello straniero,
perché foste stranieri in terra d'Egitto" (Es. 23,9). È questo uno dei
moniti più attuali della festa di Pesach, in cui commemoriamo l'uscita
dalla schiavitù. Se da un lato l'etica biblica ci sollecita ad
accogliere gli stranieri a nostra volta, dall'altro sappiamo però che
il livello più alto di Tzedaqah nei confronti dei poveri e derelitti
consiste nel fornire loro la possibilità di mantenersi stabilmente con
le proprie forze. Le popolazioni più sviluppate devono provvedere a
contenere il gap rispetto a quelle meno fortunate, fornendo loro non
solo aiuti economici, ma anche i mezzi per la diffusione della cultura,
che la tecnologia più avanzata mette a disposizione a basso costo in
abbondanza.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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L’haggadah
è un testo che risponde a due condizioni mentali ed emozionali: l’oblio
e la nostalgia. Nel primo caso, si racconta una storia sia per non
dimenticare che si è stati schiavi, sia per riflettere sul percorso
tortuoso, complicato che si avvia una volta usciti dalla schiavitù. Nel
secondo caso si tratta prevenire la tentazione di andarsi a cercare un
nuovo faraone, ovvero di marciare felici verso la riedificazione della
propria condizione di schiavi.
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Temi e immagini
del pensiero ebraico
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"Temi
e immagini del pensiero ebraico”. Questo il titolo del ciclo di
incontri ospitato presso la nuova sede della Biblioteca Universitaria
di Genova, l’ex Hotel Colombia (luogo storico della città, che ospitò e
fece cantare grandi nomi tra cui anche i Beatles). L'iniziativa è
organizzata da Laura Mincer (Università di Genova) da Alberto Rizzerio
(Centro Culturale Primo Levi) e Ilana Bahbout (DEC-UCEI).
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Festa del libro ebraico,
due pagine sul Corriere
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Si
avvicina l’appuntamento con la quinta edizione della Festa del Libro
Ebraico in Italia di Ferrara. Nell’imminenza dell’evento il Corriere
della sera racconta, con una doppia pagina interamente dedicata, il
significato di questa nuova sfida nel segno della cultura e della
letteratura di qualità. “Un libro aperto (tra vita e fiaba)” titola il
quotidiano di via Solferino anticipando i momenti più significativi del
festival e richiamandosi alla grande mostra che al Meis celebra il
disegnatore genovese Emanuele Luzzati. Intervistato da Paolo Salom, il
presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani afferma: “Questa
iniziativa, nata da un’intuizione ‘banale’, ha conquistato per primi i
ferraresi, che sono i veri protagonisti della festa. Ho detto ‘banale’
perché abbiamo un museo in parte inagibile. Proprio per favorirne il
completamento, e visto l’interesse nazionale e internazionale per la
cultura ebraica, abbiamo pensato di riempire il vuoto con una festa non
solo per gli ebrei, ma per tutti i lettori italiani. Ora Festa e città
sono una cosa sola”. Protagonista a Ferrara anche Miriam Meghnagi,
artista di origine libica che proporrà un viaggio tra i canti e le
melodie della tradizione sefardita ricorrente nelle sue numerose
composizioni. “Musica e letteratura – spiega – sono sempre state molto
importanti nella vita ebraica e nella liturgia fin dall’epoca biblica.
Il canto, che è soffio, è un mezzo di elevazione e di trascendenza”.
Sempre all’interno delle pagine dedicate alla Festa del Libro, Stefano
Jesurum descrive uno dei luoghi più suggestivi della Ferrara ebraica:
l’Orto in cui sono seppelliti gli ebrei, inaugurato nel 17esimo secolo
quando vennero meno i luoghi di sepoltura cinquecenteschi. “Gli
epitaffi – scrive Jesurum – rivendicano a gran voce saggezze
rabbiniche, fedi incrollabili, sapienze talmudiche, l’essere patrioti
in prima linea nel Risorgimento, nella Grande guerra, nella Resistenza”.
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israele
Hezbollah torna a minacciare
Bulgaria,
India, Georgia, Thailandia. Il conflitto tra Israele e Hezbollah, il
gruppo terroristico che ha base in Libano, da anni ormai vede il mondo
come teatro di scontro. Questa volta l'obiettivo dei fondamentalisti
islamici, che storicamente possono contare sul sostegno del regime
siriano di Bashar Al Assad e di quello iraniano degli Ayatollah, era
Bangkok. Venerdì sera infatti, come riporta il Bangkok Post, sono stati
arrestati dalla polizia locale due uomini, legati a Hezbollah,
sospettati di progettare un attentato terroristico nella capitale
thailandese e diretto a colpire i turisti israeliani.
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QUI FIRENZE
Le donne cantano Shir ha-Shirim
Metti
un gruppo di donne che vogliono discutere del testo di Shir ha-Shirim,
metti che oltre che studiarlo esse vogliano provare a cantarlo,
rispolverando l’antico minagh della città dove vivono. Aggiungi a
questo che molte di loro si sono cimentate l’anno precedente con la
Meghillà di Ruth e che il gruppo è sostenuto e guidato da una tenace
Shulamit Fustenberg Levi e il risultato che si può ottenere diviene
molto, ma veramente molto interessante. E così a Pesach, di sabato
pomeriggio, un bel gruppo di noi donne di Firenze si è ritrovato,
insieme ad altre amiche che sono venute ad ascoltarci e a festeggiare
con noi, a cantare questo testo poetico dalle molteplici sfaccettature.
La cosa più bella è stata che, anche quest’anno, ognuna di noi ha
partecipato col suo carattere e con le sue idee agli incontri di
approfondimento, così come con la sua voce più o meno intonata a questo
momento collettivo di canto. E ora? Per tutte il prossimo
appuntamento è per Shavuoth contando sul fatto che Shulamit, a cui
diciamo grazie di cuore, anche questa volta ci sproni, ci segua ed
abbia fiducia in noi.
Susanna Canarutto
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"Rispetto per le Comunità e rispetto per le tradizioni"
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Dopo
aver letto i commenti di Dario Calimani, Gadi Polacco e rav Pierpaolo
Pinhas Punturello sul sito di Moked.it relativi alla Guida di Pesach,
pubblicata da Naar Israel e introdotta nei pacchi delle Matzot spedite
alle varie comunità ebraiche in Italia, sono rimasto rammaricato che
gli onorevoli scrittori non abbiano precisato chi ha pubblicato il
libretto e abbiano invece generalizzato, specialmente alla luce del
fatto che sulla copertina stessa è indicato in modo chiaro l’editore.
Il Rebbe zt”l ha sempre insegnato il rispetto e l’amore per il prossimo
e le sue tradizioni. Spero pertanto che nella prossima edizione della
guida verranno corretti tutti gli errori, verranno tradotte tutte le
parole ebraiche in italiano e verrà chiesto il permesso alle Comunità
prima di dar seguito alla spedizione delle guide.
Menachem Lazar, rabbino
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Le urla e gli strepitii
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Le
esternazioni dei giorni scorsi di Beppe Grillo su Auschwitz, la loggia
massonica Propaganda due e Primo Levi, con accostamenti,
sovrapposizioni e assimilazioni di vario assortimento, tutte fuori
luogo se non deliberatamente offensive, sono solo l’ennesimo ma non
ultimo passaggio di una strategia della banalizzazione che sta al cuore
del populismo politico di cui quel personaggio mediatico è depositario.
Cercare in lui, nel suo entourage, in una parte (non però di certo in
tutta) dell’elettorato che lo segue fidelizzandosi, il segno della
negazione del passato sarebbe impresa vana poiché forzata. Grillo non
nega, Grillo banalizza e, soprattutto, trivializza. Questa è la sua
vera forza, la chiave su cui costruisce le sue fortune elettorali e di
show, facendosi forte dei suoi bagni di folla.
Claudio Vercelli
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Il Grillo scrivente
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Caro Grillo,
la comunicazione non è tutto, né oggi né mai. Oggi assistiamo ad un
altro fenomeno, che lei sicuramente conosce bene, quello di essere
connessi. E con questa sua ultima prova di comunicazione lei dimostra
che non si connette. Sarebbe troppo facile il dire di aver dato prova
che: non connette più.
Lei spesso è stato accusato di banale antisemitismo; io lo chiamerei,
invece, antiebraismo, a volte, e anti-israelianismo, altre volte, per
essere più precisi. Lei, infatti, non è antisemita. Lei è ben altro. |
Vittorio Pavoncello, regista
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Nugae - Casa
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Non
c’è altro posto al mondo come casa. Casa è il solo posto dove ci si fa
estrarre denti del giudizio, dove ci si taglia i capelli, e dove non si
è mai sconosciuti. Non si può mica ripartire ex novo, inseparabili
dalla propria storia e dalle proprie etichette. Ovviamente è il bello
ma anche il brutto, oltre a guance doloranti e capelli immancabilmente
troppo corti. Per evitare almeno una parte di questi turbamenti della
socialità, è stata inventata una app. Scontato. Si chiama Cloak, e
idealmente permette di vivere in incognito offrendo a chi la usa la
possibilità di evitare chiunque non voglia incontrare per strada.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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