Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Perché,
nonostante la grande quantità di precetti tutti protesi a santificare
la nostra esistenza, è necessario uno specifico comandamento che ci
esorta a essere "kedoshìm" , "santi" ? Maimonide commenta che se
anche ci fosse qualcuno che rispetta tutti i precetti potrebbe
ugualmente trovare il modo di comportarsi con meschinità e trasformarsi
in un "navàl birshùt ha Torah", "una persona abietta con la
patente della Torah". Questa mitzwah specifica di essere
kedoshìm, santi, viene ad aggiungere che, anche nell'ambito della
Legge, dobbiamo sforzarci di conseguire la santità.
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Dario
Calimani,
anglista
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Registro
con piacere i contributi di un esponente Chabad-Lubavitch in Italia.
Apre il dialogo proprio in riferimento alla mia recente nota
sull’inserimento di un libriccino Chabad nelle matzoth di Pesach
destinate al mercato italiano. In particolare, lamenta che non sia
stato evidenziato l’editore del libriccino. Io in effetti avevo
concentrato la mia lamentela su un altro punto - la manomissione dei
pacchi delle matzoth (questione halakhica) e l’inserimento di una
pubblicazione che inneggia al Messia vivo con foto di rav Schneerson in
bella mostra - ed era su questo che mi sarebbe piaciuto dialogare, non
sulla reclame al libriccino.
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ROMA
- Alle 18.30, nei locali dell'Associazione Leusso (Viale Regina
Margherita 1), si presenta il volume "Daniel il Matto" (ed. Opposto) di
Mario Pacifici. Con l'autore intervengono Benedetto Coccia, M.
Consiglia Santilio e Cinzia Giorgio.
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"Berlusconi si scusi
con i sopravvissuti"
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“Frasi
talmente assurde che il governo ha deciso di non commentarle”. È quanto
afferma la portavoce di Angela Merkel in risposta alle ultime
provocazioni di Silvio Berlusconi sulla Shoah e sulla consapevolezza
dello sterminio da parte della Germania. “Berlusconi nauseante, si
scusi con i sopravvissuti della Shoah e con i cittadini tedeschi”,
commenta invece il candidato del Ppe in Europa Jean-Claude Juncker. Il
leader di Forza Italia ha replicato rivendicando il ruolo di “amico
storico del popolo ebraico, e dello Stato di Israele, che è e resta
unico presidio di libertà e di democrazia in tutto il Medio Oriente”.
Il tema è oggi affrontato nelle prime pagine di tutti i quotidiani. Tra
gli altri ne scrivono Paolo Lepri (Corriere della sera) e Andrea
Tarquini (Repubblica). Intervistato dall'Unità, il presidente della
Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici parla di “errore gravissimo”
e si dice fiducioso sul fatto che l'ex presidente del Consiglio
“chiarisca a cosa esattamente volesse arrivare con quel ragionamento”.
A proposito di banalizzazione dello sterminio Pacifici cita tra gli
altri il comportamento di Beppe Grillo, “che ha utilizzato simbologie
della Shoah o alti pensieri di Primo Levi per attaccare l'attuale
presidente del Consiglio trovando una risposta puntuale e molto forte
dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna”.
“Gad Lerner è ossessionato da Riccardo Pacifici e crede di essere il
depositario della Verità sull'ebraismo italiano. Non sta bene. Vi prego
aiutiamolo”. Così il portavoce della Comunità ebraica romana sul
proprio profilo Facebook a proposito di un articolo apparso sul blog
del giornalista in cui Lerner scrive che Pacifici utilizza “un tono più
adatto a un bullo di periferia che a un rappresentante istituzionale”.
La notizia appare in breve sulle pagine del Giornale.
"Basta seminare odio e violenza. Dobbiamo essere uniti contro tutti gli
imbecilli". È l'appello lanciato dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia
dopo le ripetute manifestazioni di intolleranza degli ultimi giorni,
compresa quella contro gli esponenti della Brigata ebraica e della
Comunità ebraica milanese al corteo del 25 aprile. In Consiglio
comunale Pisapia ha spiegato di essersi scusato, a nome di tutta la
città, per le offese alla memoria dei combattenti della Brigata
(Corriere Milano).
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QUI FERRARA
Tra Marrani e memorie familiari
Il
marranesimo e il ruolo della donna, la nascita della Comunità ebraica
di Livorno, l'integrazione degli ebrei spagnoli nella Roma ebraica,
Ferrara e gli ebrei di Spagna, l'impronta portoghese sulla realtà
ebraica londinese. Sono alcuni dei percorsi tracciati lungo i secoli
dai marrani, ebrei della penisola iberica costretti alla conversione al
cristianesimo dalle persecuzioni esplose sul finire del XIV secolo.
Dalla Spagna all'Italia, dal Portogallo all'Inghilterra, la complessa
storia dei conversos apre oggi la quarta giornata della Festa del Libro
ebraico di Ferrara. Una due giorni di convegno, apertosi ieri, che
attraverso storie famigliari e dei singoli dà un quadro della
significativa esperienza marrana nella storia europea. Questa mattina è
stato inoltre ricordato Aron di Leone Leoni, studioso e autore di opere
fondamentali sulla storia della diaspora sefardita. In sua memoria sono
stati conferiti tre riconoscimenti, su disposizione della sorella di
Leoni, Bruna Leoni Herzfeld, agli studiosi Laura Graziani Secchieri,
Myriam Silvera e Pier Cesare Ioli Zorattini. Tra i protagonisti della
serata di ieri l'attore Gioele Dix, che assieme al presidente della
Fondazione Meis Riccardo Calimani ha presentato il suo libro "Quando
tutto sarà finito. Storia della mia famiglia perseguitata dalle leggi
razziali", e lo spettacolo La farfalla risorta del Pavel Zalud Quartet.
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I 99 ANNI DI ELIO TOAFF
Il messaggio del presidente UCEI
"Ancora oggi il nostro orgoglio"
Novantanove
candeline in arrivo per il rabbino emerito di Roma Elio Toaff, che
festeggerà domani circondato dall'affetto dei suoi cari e di tutta la
Comunità. Guida spirituale, intellettuale, partigiano: nella lunga vita
del rabbino emerito la sintesi di storie e pulsioni straordinarie che
hanno attraversato il Novecento. In un messaggio inviato ai familiari
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane trasmette al
rav "l'affetto e il calore di tutti gli ebrei italiani" sottolineando
l'esempio di una vita ricca di successi "che ha ispirato e continua
ancora oggi a ispirare le diverse generazioni". Gattegna ringrazia
quindi il rav per l'impegno da sempre profuso nell'insegnare
"l'orgoglio di essere ebrei e l'importanza di vivere questa identità in
un dialogo costruttivo e positivo con tutta la società".
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ISRAELE Il passo indietro di Kerry
Il
segretario di Stato americano John Kerry rettifica e in un raro
comunicato personale diffuso dal Dipartimento di Stato spiega: “Non
credo, né ho mai dichiarato, né in pubblico, né in privato, che Israele
sia uno Stato di apartheid, o che abbia intenzione di diventarlo”,
precisando ancora: “Se potessi riavvolgere il nastro, sceglierei parole
diverse per riaffermare la mia ferma convinzione che l’unica via, nel
lungo periodo, per avere uno Stato ebraico, due nazioni e due popoli
che vivano uno a fianco all’altro in pace e sicurezza, sia
rappresentata dalla soluzione a due Stati”. Oggetto del contendere e al
centro di roventi polemichse, le parole pronunciate da Kerry negli
scorsi giorni nel corso di un vertice non pubblico con rappresentanti
di Stati Uniti, Europa, Russia e Giappone.
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ISRAELE
Le contraddizioni di Vendola
Non
è lui l’autore del paragone tra Che Guevara e Marwan Barghouti, leader
palestinese condannato in Israele a cinque ergastoli per omicidio e
terrorismo, ma anche personalità carismatica a cui molti guardano come
possibile guida del popolo palestinese, spesso facendo in fretta a
chiudere un occhio sul suo passato. Il leader di Sinistra ecologia e
libertà e governatore della Regione Puglia Nichi Vendola, in visita in
Israele e Territori palestinesi con una delegazione del partito, di
Barghouti ha però comunque intessuto le lodi, né ha contraddetto
l’europarlamentare di Sel Luisa Morgantini, che lo ha accompagnato
nell’incontro con i familiari, quando si è lanciata nel discutibile
accostamento.
Nel programma di Vendola anche il mausoleo dedicato a Yasser Arafat e
l’incontro con l’attuale presidente dell’Autorità nazionale palestinese
Abu Mazen, la cerimonia per Yom HaShoah allo Yad Vashem e la visita
Tempio italiano di Gerusalemme.
Sono in molti a notare che, nonostante le contraddizioni di un leader
politico autore di dichiarazioni come "Totale vicinanza con il popolo
palestinese e con Marwan Barghouti", Vendola abbia anche voluto
ascoltare e capire la realtà d’Israele, come testimonia tra gli altri
Edna Angelica Calò Livne, animatrice dell’Associazione per il dialogo
interculturale Beresheet LaShalom.
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ANTISEMITISMO
Kantor lancia l'allarme
Attacchi
antisemiti in crescita in tutto il mondo per intensità ed efferatezza.
È la fotografia dell’Antisemitism Worldwide 2013, il rapporto annuale
elaborato dal Kantor Center dell’Università di Tel Aviv con il
supporto, tra gli altri, del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano. Secondo il dossier, illustrato ieri a Tel Aviv
dal presidente dello European Jewish Congress Moshe Kantor, sarebbero
554 gli episodi violenti registrati lo scorso anno. In testa a questa
inquietante classifica c’è la Francia, con all’incirca un quinto di
attacchi che sarebbe avvenuto sul suolo transalpino. Tra i paesi dove
maggiore è risultata la crescita di intolleranza figurano inoltre Gran
Bretagna, Canada, Germania, Ucraina, Russia e Ungheria.
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L'importanza delle parole |
Negli
ultimi giorni - segnati per l'Italia ebraica dalle consuete
(inaccettabili) contestazioni ai simboli della Brigata ebraica - sono
accaduti due fatti eclatanti, o forse no. Nel primo caso Recep Tayip
Erdogan, potente Primo Ministro turco, ha ricordato le sofferenze dei
discendenti degli armeni morti all'inizio del secolo, pur senza
riconoscere alcuna responsabilità delle autorità turche dell'epoca;
successivamente Abu Mazen, presidente dell'Autorità nazionale
palestinese, ha affermato che la Shoah è il più grande crimine contro
l'umanità perpetrato nella storia.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- I combattenti in Spagna |
Pochi
conoscono il contributo degli ebrei alla Guerra di Spagna del
1936-1938. Nelle Brigate Internazionali, che contarono un totale di
35-40 mila volontari, gli ebrei furono 7.760 (388 italiani, tra i quali
Carlo Rosselli, Leo Valiani, Sergio Ali, Aldo Jacchia), più di ogni
altro contingente nazionale, ad eccezione dei francesi, che erano 8.500
(di cui però 1.043 ebrei). Proprio nel corso di quel conflitto si
costituì, nel 1937, il primo nucleo organizzato di soli combattenti
ebraici della storia del Novecento, la compagnia “Botwin” (forse anche
sulla base di quel modello, qualche anno più tardi si sarebbe formata
la Brigata ebraica, che si fece onore nella campagna d’Italia del
1944-1945).
Mario Avagliano
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La Torà sulla cima del mondo |
Alcuni
giorni fa è stato inaugurato il centro ebraico “più alto” del mondo.
Questo centro sorge nel Nepal, a 3500 metri di altitudine, precisamente
nella cittadina di Manag, che conta 2863 abitanti. Il fondatore è rav
Chezki Lifshitz, responsabile delle attività Chabad nel Nepal. Questo
centro ebraico è raggiungibile solo con i muli, che trasportano tutto
l’occorrente per il vivere quotidiano, dall’acqua al gas per cucinare.
Menachem Lazar, rabbino
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Nugae - Casa |
Non
c’è altro posto al mondo come casa. Casa è il solo posto dove ci si fa
estrarre denti del giudizio, dove ci si taglia i capelli, e dove non si
è mai sconosciuti. Non si può mica ripartire ex novo, inseparabili
dalla propria storia e dalle proprie etichette. Ovviamente è il bello
ma anche il brutto, oltre a guance doloranti e capelli immancabilmente
troppo corti. Per evitare almeno una parte di questi turbamenti della
socialità, è stata inventata una app. Scontato. Si chiama Cloak, e
idealmente permette di vivere in incognito offrendo a chi la usa la
possibilità di evitare chiunque non voglia incontrare per strada.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Tea for Two - Tel Aviv
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Ogni
volta la stessa storia; arrivo a Tel Aviv e inizio a borbottare: “E
questo non mi piace e quello non funziona e questa roba poi?”. Sembro
una antiquata mamma che va a trovare il figlio e inizia a lamentarsi
della polvere sopra l’armadio, dei calzini sporchi appallottolati,
dell’ennesima relazione finita male. Con la stessa ovvietà e
puntualità, arriva la fase successiva.
Rachel Silvera, studentessa
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