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2 maggio 2014 - 2 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Rabbanut al femminile come argomento di conversazione e riflessione del giovedì sera del Moked. E se cominciassimo a pensare che Rav e Rabbanit vadano cercate, intervistati e assunti insieme? Ha detto la rabbanit Shani Hazan con il suo simpatico accento americano: "Perché con mio marito siano una coppia di rabbini". Non importa se in italiano suona strano, a un sano orecchio ebraico suona benissimo.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Il Primo maggio per me ha due colori, il rosso e il blu. Nella mia infanzia trascorsa in un paese del Veneto, quel giorno era sempre soleggiato, venivano distribuiti spilli con nastrini rossi da appendersi alla camicia, e tutti si andava in piazza ad assistere ai comizi sindacali in un clima di festa. Noi bambini eravamo protagonisti, incaricati di appuntare quei nastrini (che poi, molti anni dopo, diventeranno più usuali come simbolo della lotta all’Aids) che stavano a indicare unità dei lavoratori e una momentanea tregua nella cronica divisione delle formazioni politiche di sinistra. Cresciuto un po’, da adolescente, fra le fila del movimento giovanile sionista socialista Hashomer Hatzaìr, gradatamente al rosso si sostituì il blu: quello delle tute dei lavoratori, quello della maglia del nostro movimento.
 
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"Shoah, rigettiamo
paragoni fuori luogo"
“Gli ebrei italiani assistono con sgomento e preoccupazione a una campagna elettorale in cui ripetutamente si evocano simbologie, fatti e personaggi di un passato terrificante per lanciare messaggi subliminali e denigrare avversari, nella illusoria speranza di raccogliere facili consensi fra un elettorato che in realtà è molto più maturo di quanto non si ritenga”. Così è intervenuto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
 
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  davar
moked 5774 - il consiglio ucei
L'Unione reintegra la Giunta
e sostituisce i dimissionari

Due nuove nomine nella Giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il Consiglio UCEI, riunitosi nella serata inaugurale del Moked di Milano Marittima, ha infatti deliberato l'ingresso nell'organo esecutivo di Victor Magiar (Uniti per l'Unione) e Jacqueline Fellus (Binah) in sostituzione dei membri di Giunta dimissionari Settimio Pavoncello e Raffaele Sassun. La Giunta risulta ora così composta: Renzo Gattegna (presidente), Giulio Disegni (vicepresidente), Roberto Jarach (vicepresidente), Dario Bedarida, Noemi Di Segni, Jacqueline Fellus, rav Adolfo Locci, Victor Magiar, Raffaele Turiel.
Il Consiglio ha inoltre accolto le dimissioni di sette consiglieri romani espressione della lista Uniti per l'Unione (Elvira Di Cave, Alessandro Luzon, Riccardo Pacifici, Settimio Pavoncello, Vittorio Pavoncello, Barbara Pontecorvo e Raffaele Sassun). L'organismo sarà reintegrato con il subentro dei primi dei non eletti al voto per il rinnovo delle cariche consiliari dell'Unione nel 2012.  

Moked 5774 - IL CONSIGLIO ucei
Rabbinato, Informazione, risorse
fra i temi per progettare il futuro

Il ruolo del rabbinato all'interno delle Comunità, la percezione che la società italiana ha del mondo ebraico, la qualità dei servizi erogati dall'Unione, le sfide e gli obiettivi della comunicazione. Sono i temi centrali della seconda sessione del Consiglio UCEI svoltasi quest'oggi al Moked di Milano Marittima. Ad aprire la riunione un confronto a più voci sul lavoro dei quattro workshop che hanno animato la giornata inaugurale proponendo agli osservatori che hanno preso parte agli incontri alcuni spunti strategici sull'ebraismo italiano: dal profilo ideale di rabbinato ai progetti per la kasherut, dalle risorse per costruire il futuro ai modelli di convivenza tra diverse anime e visioni della Comunità. “Un'esperienza positiva e di notevole interesse”, ha commentato il rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e Cultura UCEI che ha organizzato la convention di primavera, nel dare la parola ai vari coordinatori e relatori.
Il confronto si è poi spostato sugli indirizzi programmatici dell'Unione per il prossimo anno. Significativo il quadro tracciato dall'assessore al bilancio Noemi Di Segni, intervenuta per sottolineare gli esiti dell'inchiesta svolta all'interno del Consiglio sul livello di soddisfazione dei diversi servizi offerti dall'UCEI. Un modello ricco di dati e informazioni che, è stato spiegato, potrà rivelarsi di grande utilità per il miglioramento dei servizi e per una pianificazione consapevole del futuro.
La parola è poi passata al coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione, Guido Vitale, che ha illustrato i primi risultati dei rapporti commissionati all'istituto di ricerca SWG sull'orientamento dell'opinione pubblica nei confronti dell'ebraismo italiano, sulla disponibilità a favorire la raccolta delle risorse necessarie alla sopravvivenza delle istituzioni ebraiche italiane, sul significato e sul valore della Memoria così come percepito dalle diverse categorie della popolazione. “I rapporti offrono una miniera di spunti per riflessioni e approfondimenti”, ha sottolineato Vitale. Tra le varie voci, ad emergere è la intensa richiesta di maggiore conoscenza, cultura e informazione ebraica a beneficio dell'intera collettività.
Il presidente dell'Unione, Renzo Gattegna, è poi intervenuto per fare un bilancio sulle attività di comunicazione e informazione svolte dall'ente, sia all'interno che all'esterno del mondo ebraico. “Soltanto pochi anni fa – ha spiegato Gattegna – l'UCEI non aveva processi strutturati e si affidava esclusivamente alle capacità e alle competenze dei singoli presidenti. Adesso lo scenario è cambiato con professionalità che sono state in grado di stabilire un dialogo costante con la società italiana”. Il presidente dell'Unione ha poi denunciato con una acclamata relazione e con parole ferme la falsità delle voci malevole e diffamatorie che attribuivano, anche con modalità scorrette e strumentali, costi immaginari all'apparato informativo dell'ente e ai suoi servizi. Apprezzamento per il lavoro della redazione è stato espresso anche da molti Consiglieri nel corso dell'articolato dibattito che ha concluso i lavori.

Adam Smulevich

moked 5774
Leader, dibattito e condivisione
Quali sfide per le Comunità

Quali rabbini e quali leader. Come assicurare la sostenibilità economica della vita ebraica in Italia. Come valorizzare le differenze e invece ciò che accomuna, in un mondo diversificato. Quali soluzioni per un problema complesso, quello della kasherut, così fondamentale nella quotidianità delle famiglie, e allo stesso tempo così ricco di ramificazioni istituzionali, economiche e politiche. Entrano nel vivo i lavori del Moked 5774, il grande ritrovo dell’ebraismo italiano che si svolge in questi giorni a Milano Marittima. Quattro workshop coordinati da Consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme a presidenti di Comunità e rabbini hanno affrontato alcune delle questioni più attuali nell’ebraismo contemporaneo, italiano e non.
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tre milioni per un prezioso Chumash italiano
Bologna 1482, Torah dei record
Polverizzato ogni record. Gli esperti di Christie’s avevano previsto di poter arrivare fino al milione e mezzo di euro. Ma la Torah stampata a Bologna nel gennaio del 1482 è stata battuta a quasi tre milioni di euro. Secondo Christoph Auvermann e Patricia De Fougerolle, direttore e specialista del dipartimento della famosa casa d’aste che ha trattato a Parigi il lotto di cui faceva parte il volume, si tratta del prezzo più alto mai pagato al mondo per un testo in ebraico. Più alto di qualsiasi altro libro stampato mai venduto in Francia. L’acquirente, per ora anonimo, ha dovuto rilanciare più volte: il banditore ha accettato offerte via via più alte, provenienti dai tre clienti che se lo sono conteso, via telefono, fino a fermarsi a 2.785.500 euro.
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israele
USA, porte chiuse per J Street
Respinta la richiesta di J Street di entrare nella Conferenza dei presidenti delle organizzazioni ebraiche americane. L'ente cappello, rappresentativo dell'universo ebraico d'oltreoceano, ha infatti votato contro l'ingresso di J Street, gruppo di pressione ebraico che si autodefinisce filoisraeliano e pacifista, accusato però di avere posizioni contrarie a Israele. Proprio il giudizio negativo sull'operato di questa organizzazione ha portato alla bocciatura della sua candidatura, con 22 voti contrari, 17 favorevoli. “L'attuale appartenenza alla Conferenza include organizzazioni che rappresentano e articolano le opinioni di ampi segmenti della comunità ebraica americana e siamo fiduciosi che la Conferenza continuerà a rappresentare l'intera comunità su importanti questioni nazionali e internazionali, come ha fatto da 50 anni a questa parte”. Questa la risposta dei rappresentanti della Conferenza a seguito delle critiche, nate dopo l'esclusione di J Street, di non dare rappresentanza a tutte le anime del mondo ebraico americano.
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QUI FIRENZE
Un festival per le religioni
“Incontriamoci su ciò che ci divide”. Questa la sfida del Festival delle Religioni che si apre oggi a Firenze con numerosi appuntamenti e incontri fino alla serata di domenica. Porre l’attenzione su ciò che divide, anziché su ciò che unisce, con l’obiettivo che una più approfondita conoscenza delle differenze “arricchisca il panorama culturale del proprio mondo e faccia intravedere nuove possibili prospettive”. Tra gli ospiti filosofi, teologi, religiosi, giornalisti, sociologi, economisti e storici di fama.
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pilpul
Festa per tutti
Ho proprio voglia di un caffè: cammino verso un bar a tre isolati da casa mia augurandomi che sia aperto, e contemporaneamente vergognandomi di augurarmelo, perché è triste che ci sia qualcuno costretto a lavorare il Primo Maggio: se lo troverò aperto, vorrà dire che a servirmi ci sarà qualcuno sfruttato, sottopagato, precario, facilmente straniero. Infatti dopo aver visto (con gioia e vergogna) la porta aperta e la luce accesa, trovo due o tre ragazze probabilmente dell’Europa dell’est. Questo calma un pochino la mia coscienza: chissà, forse queste ragazze sono cresciute tra ricordi famigliari del Primo Maggio come festa imposta dall’alto, con sfilate e simili, e forse per loro poter scegliere di lavorare lo stesso è una forma di libertà. Magra consolazione: sarebbe bello, invece, se ci fosse almeno un giorno di festa all’anno comune a tutta l’umanità. Ma come sarebbe possibile?

Anna Segre, insegnante
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Il vento fa il suo giro
Nel mese di aprile appena terminato, ho trascorso qualche giorno di vacanza in una località delle Alpi Marittime (esattamente in Alta Val Nervia, in provincia di Imperia). In questi ultimi anni ho tradito nelle mie sporadiche peregrinazioni le più vivaci e frequentate valli delle Alpi Orientali, per passare alle più desolate e ignorate valli delle Alpi Occidentali, a cominciare dalle Vallate Occitane del Piemonte.

Francesco Moises Bassano, studente
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Il Primo maggio e lo Shabbat
Quand’ero piccola, ero molto disturbata dal fatto che al mondo non si riuscisse ad avere tutti lo stesso giorno di festa settimanale: chi venerdì, chi sabato, chi domenica... Quando da ragazzina ho scoperto il Primo maggio, ero entusiasta, perché mi pareva che ci fosse almeno una festa in cui, all’unisono, poteva riposarsi dal lavoro l’umanità intera: un rarefatto, ma universale Shabbat. In età adulta, però, ho cominciato a capire che di universale, ahimè, c’era ben poco.

Laura Salmon, slavista
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