Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Rabbanut al femminile come argomento di
conversazione e riflessione del giovedì sera del Moked. E se
cominciassimo a pensare che Rav e Rabbanit vadano cercate, intervistati
e assunti insieme? Ha detto la rabbanit Shani Hazan con il suo
simpatico accento americano: "Perché con mio marito siano una coppia di
rabbini". Non importa se in italiano suona strano, a un sano orecchio
ebraico suona benissimo.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Il Primo maggio per me ha due colori, il
rosso e il blu. Nella mia infanzia trascorsa in un paese del Veneto,
quel giorno era sempre soleggiato, venivano distribuiti spilli con
nastrini rossi da appendersi alla camicia, e tutti si andava in piazza
ad assistere ai comizi sindacali in un clima di festa. Noi bambini
eravamo protagonisti, incaricati di appuntare quei nastrini (che poi,
molti anni dopo, diventeranno più usuali come simbolo della lotta
all’Aids) che stavano a indicare unità dei lavoratori e una momentanea
tregua nella cronica divisione delle formazioni politiche di sinistra.
Cresciuto un po’, da adolescente, fra le fila del movimento giovanile
sionista socialista Hashomer Hatzaìr, gradatamente al rosso si sostituì
il blu: quello delle tute dei lavoratori, quello della maglia del
nostro movimento.
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"Shoah, rigettiamo
paragoni fuori luogo" |
“Gli ebrei italiani assistono con sgomento e
preoccupazione a una campagna elettorale in cui ripetutamente si
evocano simbologie, fatti e personaggi di un passato terrificante per
lanciare messaggi subliminali e denigrare avversari, nella illusoria
speranza di raccogliere facili consensi fra un elettorato che in realtà
è molto più maturo di quanto non si ritenga”. Così è intervenuto il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
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moked
5774 - il consiglio ucei
L'Unione
reintegra la Giunta
e sostituisce i dimissionari
Due
nuove nomine nella Giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il Consiglio UCEI, riunitosi nella serata inaugurale del Moked di
Milano Marittima, ha infatti deliberato l'ingresso nell'organo
esecutivo di Victor Magiar (Uniti per l'Unione) e Jacqueline Fellus
(Binah) in sostituzione dei membri di Giunta dimissionari Settimio
Pavoncello e Raffaele Sassun. La Giunta risulta ora così composta:
Renzo Gattegna (presidente), Giulio Disegni (vicepresidente), Roberto
Jarach (vicepresidente), Dario Bedarida, Noemi Di Segni, Jacqueline
Fellus, rav Adolfo Locci, Victor Magiar, Raffaele Turiel.
Il Consiglio ha inoltre accolto le dimissioni di sette consiglieri
romani espressione della lista Uniti per l'Unione (Elvira Di Cave,
Alessandro Luzon, Riccardo Pacifici, Settimio Pavoncello, Vittorio
Pavoncello, Barbara Pontecorvo e Raffaele Sassun). L'organismo sarà
reintegrato con il subentro dei primi dei non eletti al voto per il
rinnovo delle cariche consiliari dell'Unione nel 2012.
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Moked
5774 - IL CONSIGLIO ucei
Rabbinato,
Informazione, risorse
fra i temi per progettare il futuro
Il
ruolo del rabbinato all'interno delle Comunità, la percezione che la
società italiana ha del mondo ebraico, la qualità dei servizi erogati
dall'Unione, le sfide e gli obiettivi della comunicazione. Sono i temi
centrali della seconda sessione del Consiglio UCEI svoltasi quest'oggi
al Moked di Milano Marittima. Ad aprire la riunione un confronto a più
voci sul lavoro dei quattro workshop che hanno animato la giornata
inaugurale proponendo agli osservatori che hanno preso parte agli
incontri alcuni spunti strategici sull'ebraismo italiano: dal profilo
ideale di rabbinato ai progetti per la kasherut, dalle risorse per
costruire il futuro ai modelli di convivenza tra diverse anime e
visioni della Comunità. “Un'esperienza positiva e di notevole
interesse”, ha commentato il rav Roberto Della Rocca, direttore del
dipartimento Educazione e Cultura UCEI che ha organizzato la convention
di primavera, nel dare la parola ai vari coordinatori e relatori.
Il confronto si è poi spostato sugli indirizzi programmatici
dell'Unione per il prossimo anno. Significativo il quadro tracciato
dall'assessore al bilancio Noemi Di Segni, intervenuta per sottolineare
gli esiti dell'inchiesta svolta all'interno del Consiglio sul livello
di soddisfazione dei diversi servizi offerti dall'UCEI. Un modello
ricco di dati e informazioni che, è stato spiegato, potrà rivelarsi di
grande utilità per il miglioramento dei servizi e per una
pianificazione consapevole del futuro.
La parola è poi passata al coordinatore dei dipartimenti Informazione e
Cultura dell'Unione, Guido Vitale, che ha illustrato i primi risultati
dei rapporti commissionati all'istituto di ricerca SWG
sull'orientamento dell'opinione pubblica nei confronti dell'ebraismo
italiano, sulla disponibilità a favorire la raccolta delle risorse
necessarie alla sopravvivenza delle istituzioni ebraiche italiane, sul
significato e sul valore della Memoria così come percepito dalle
diverse categorie della popolazione. “I rapporti offrono una miniera di
spunti per riflessioni e approfondimenti”, ha sottolineato Vitale. Tra
le varie voci, ad emergere è la intensa richiesta di maggiore
conoscenza, cultura e informazione ebraica a beneficio dell'intera
collettività.
Il presidente dell'Unione, Renzo Gattegna, è poi intervenuto per fare
un bilancio sulle attività di comunicazione e informazione svolte
dall'ente, sia all'interno che all'esterno del mondo ebraico. “Soltanto
pochi anni fa – ha spiegato Gattegna – l'UCEI non aveva processi
strutturati e si affidava esclusivamente alle capacità e alle
competenze dei singoli presidenti. Adesso lo scenario è cambiato con
professionalità che sono state in grado di stabilire un dialogo
costante con la società italiana”. Il presidente dell'Unione ha poi
denunciato con una acclamata relazione e con parole ferme la falsità
delle voci malevole e diffamatorie che attribuivano, anche con modalità
scorrette e strumentali, costi immaginari all'apparato informativo
dell'ente e ai suoi servizi. Apprezzamento per il lavoro della
redazione è stato espresso anche da molti Consiglieri nel corso
dell'articolato dibattito che ha concluso i lavori.
Adam Smulevich
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israele
USA,
porte chiuse per J Street
Respinta
la richiesta di J Street di entrare nella Conferenza dei presidenti
delle organizzazioni ebraiche americane. L'ente cappello,
rappresentativo dell'universo ebraico d'oltreoceano, ha infatti votato
contro l'ingresso di J Street, gruppo di pressione ebraico che si
autodefinisce filoisraeliano e pacifista, accusato però di avere
posizioni contrarie a Israele. Proprio il giudizio negativo
sull'operato di questa organizzazione ha portato alla bocciatura della
sua candidatura, con 22 voti contrari, 17 favorevoli. “L'attuale
appartenenza alla Conferenza include organizzazioni che rappresentano e
articolano le opinioni di ampi segmenti della comunità ebraica
americana e siamo fiduciosi che la Conferenza continuerà a
rappresentare l'intera comunità su importanti questioni nazionali e
internazionali, come ha fatto da 50 anni a questa parte”. Questa la
risposta dei rappresentanti della Conferenza a seguito delle critiche,
nate dopo l'esclusione di J Street, di non dare rappresentanza a tutte
le anime del mondo ebraico americano.
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Festa
per tutti |
Ho
proprio voglia di un caffè: cammino verso un bar a tre isolati da casa
mia augurandomi che sia aperto, e contemporaneamente vergognandomi di
augurarmelo, perché è triste che ci sia qualcuno costretto a lavorare
il Primo Maggio: se lo troverò aperto, vorrà dire che a servirmi ci
sarà qualcuno sfruttato, sottopagato, precario, facilmente straniero.
Infatti dopo aver visto (con gioia e vergogna) la porta aperta e la
luce accesa, trovo due o tre ragazze probabilmente dell’Europa
dell’est. Questo calma un pochino la mia coscienza: chissà, forse
queste ragazze sono cresciute tra ricordi famigliari del Primo Maggio
come festa imposta dall’alto, con sfilate e simili, e forse per loro
poter scegliere di lavorare lo stesso è una forma di libertà. Magra
consolazione: sarebbe bello, invece, se ci fosse almeno un giorno di
festa all’anno comune a tutta l’umanità. Ma come sarebbe possibile?
Anna Segre, insegnante
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Il
vento fa il suo giro |
Nel
mese di aprile appena terminato, ho trascorso qualche giorno di vacanza
in una località delle Alpi Marittime (esattamente in Alta Val Nervia,
in provincia di Imperia). In questi ultimi anni ho tradito nelle mie
sporadiche peregrinazioni le più vivaci e frequentate valli delle Alpi
Orientali, per passare alle più desolate e ignorate valli delle Alpi
Occidentali, a cominciare dalle Vallate Occitane del Piemonte.
Francesco Moises Bassano, studente
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Il
Primo maggio e lo Shabbat |
Quand’ero
piccola, ero molto disturbata dal fatto che al mondo non si riuscisse
ad avere tutti lo stesso giorno di festa settimanale: chi venerdì, chi
sabato, chi domenica... Quando da ragazzina ho scoperto il Primo
maggio,
ero entusiasta, perché mi pareva che ci fosse almeno una festa in cui,
all’unisono, poteva riposarsi dal lavoro l’umanità intera: un
rarefatto, ma universale Shabbat. In età adulta, però, ho cominciato a
capire che di universale, ahimè, c’era ben poco.
Laura Salmon, slavista
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