Roberto
Della Rocca,
rabbino
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La conta dell'Omer, da Pesakh a Shavuòt, è
anche una metafora di una progressiva ascesa verso la definizione di
un'identità. Eppure, nel conteggio indichiamo i giorni passati
anziché quelli che mancano all'atteso appuntamento della ricezione
della Torah. Come se in una scalata di montagna, piuttosto che mirare
il rifugio da raggiungere e chiederci con ansia quanta strada manchi al
traguardo, preferissimo voltarci indietro e contemplare la salita
percorsa. Una modalità di conteggio che ci insegna come la vita non è
una gara. Anziché diventare ostaggi di ambiti traguardi, che forse non
riusciremo neppure a raggiungere, si può acquisire maggior forza nel
voltarci indietro e rinfrancarci per la strada percorsa e per i
risultati raggiunti con fatica e sacrificio.
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Dario
Calimani,
anglista
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L’Assemblea dei Rabbini d’Italia si è data
un nuovo presidente e un nuovo consiglio. Da tempo ci si accorge a
stento dell’esistenza di questi organi. È dunque forte l’auspicio che,
considerata la consapevolezza già espressa dall’Assemblea delle
problematiche in cui si dibatte l’ebraismo italiano, questo Consiglio
elabori un progetto formale che individui e affronti concretamente i
temi più caldi e delicati del nostro vivere insieme, proponendo tempi e
modi di intervento. E si auspica che, di anno in anno, Consiglio e
Assemblea informino le Comunità sui risultati conseguiti. Solo così ci
si renderà finalmente conto del senso e dell’utilità dell’Assemblea,
oltre che della sua esistenza.
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"Shoah, rigettiamo paragoni fuori luogo" |
"Gli ebrei italiani assistono con sgomento e
preoccupazione a una campagna elettorale in cui ripetutamente si
evocano simbologie, fatti e personaggi di un passato terrificante per
lanciare messaggi subliminali e denigrare avversari, nella illusoria
speranza di raccogliere facili consensi fra un elettorato che in realtà
è molto più maturo di quanto non si ritenga”. Così è intervenuto il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
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Maccabi, un successo
di cuore e intelligenza |
Sogno Maccabi Tel Aviv. Dopo la conquista
dell’Eurolega di basket a Milano, con migliaia di tifosi gialloblu che
si sono riversati a colorare piazza Duomo, la festa è proseguita con il
rientro della squadra in Israele. Lo racconta sulla Stampa Maurizio
Molinari, partendo dalla storia del giocatore David Blu, che si
definisce fiero di essere “nero ed ebreo” ed è diventato uno
straordinario simbolo di integrazione, oltre che di successo nella
competizione.
A concentrarsi sulla “lezione del Maccabi” per tutto il mondo dello
sport è la Gazzetta.
“Il Maccabi Tel Aviv che, con un quarto del budget di 5 anni fa, batte
nella Final Four sia il Cska sia il Real. Come mai?” si domanda. Un
tecnico supremo, Dna da combattenti, coesione, disciplina, istinto.
“Queste cose non le compri al supermercato e non le trovi neppure se
hai un budget gigantesco. Devi cercarle dentro la testa, la pancia e il
cuore dei giocatori. Ecco la grande lezione del Maccabi Tel Aviv”.
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane fra le opzioni per la
destinazione del proprio Otto per Mille (“Una chance in più per una
buona causa” il titolo dell’articolo su Repubblica).
Populismi ed elezioni. “Dalla vivisezione del cane di Silvio Berlusconi
a Hitler, io credo che dobbiamo arginarlo, fermarlo. Così è nato anche
il fascismo”. Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker
Meghnagi esprime la sua preoccupazione nei confronti del leader del
Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo, in un articolo che appare sulle
pagine locali del Giornale dal titolo “Ebrei milanesi contro Grillo”.
Su Repubblica intervista al filosofo israeliano Avishai Margalit, che
sottolinea come in Europa sia necessario ripartire dal tema della
tolleranza. Nel Regno Unito, bufera sul leader del partito
antieuropeista Ukip Nigel Farage, per le sue frasi contro “i vicini
romeni” (Corriere della Sera).
Antisemitismo. Pubblicate le motivazioni della Corte d’Appello per la
condanna dei promotori del sito Stormfront: “incitamento alla
discriminazione per motivi razziali ed etnici” (Corriere Roma).
Pieno di stereotipi e falsità il film di Abel Ferrara dedicato alla
storia dell’ex direttore del Fondo monetario internazionale Dominique
Strauss-Kahn “Welcome to New York”, criticato duramente dalla stampa
francese (“di un antisemitismo nauseabondo”, lo ha definito Le Figaro,
come riporta la Stampa).
Bergoglio in Israele. A pochi giorni dalla visita del pontefice, il
Corriere riporta tensioni tra quelli che vengono definiti (anche nel
titolo) “ebrei oltranzisti” rispetto alla prevista celebrazione della
Messa al Cenacolo a Gerusalemme, luogo sacro a tutte le religioni
monoteiste e fino a questo momento, secondo quanto stabilito sin dal
mandato britannico, aperto all’accesso dei fedeli ma senza cerimonie.
Sulla prima pagina di Repubblica, una riflessione dal titolo “Quale
Terra Santa”. Nel delineare il significato simbolico del luogo e del
viaggio di Bergoglio, un passaggio meriterebbe probabilmente un
maggiore approfondimento data l’ambiguità cui si presta il paragone
“Come la Chiesa medievale e moderna proteggeva i suoi ebrei del ghetto
di Roma (almeno, fino al 16 ottobre 1943), così, fin dal suo
costituirsi Erez, lo Stato ebraico laico ha assunto la tutela
dell’unica presenza cristiana, umana e monumentale, entro i suoi
confini assediati”.
Esteri. Pericoli e prospettive geopolitiche del caos libico in prima
pagina sul Corriere. Tensioni in Turchia e governo in difficoltà dopo
la tragedia della miniera di Soma (la Stampa).
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europa
al voto – Giovani ebrei d’Italia
Appuntamento
con il futuro
Le
ricette per uscire dalla crisi economica. La risposta davanti alla
sfida dell’immigrazione, ricordando le ultime grandi tragedie del mare.
L’integrazione, lo sviluppo, la crescita dei populismi. All’Università
degli Studi di Torino, confronto formato talk show tra candidati alle
prossime elezioni. Così Giuseppe Catizone del Partito Democratico,
Sonia Fatnassi di Forza Italia, Matteo Forte del Nuovo Centrodestra,
Frederic Gebhard di Scelta Europea e Michele Curto, candidato alla
Regione Piemonte con Sinistra, ecologia e libertà (rimasto senza
risposta l’invito al Movimento 5 Stelle) si sono ritrovati a discutere
in un dibattito organizzato dall’Unione giovani ebrei d’Italia e dalla
Rivista Europae degli studenti di Scienze politiche (a moderare il
confronto, introdotto dal presidente Ugei Simone Disegni, il direttore
di Europae Antonio Scarazzini).
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Qui
Milano – Giornata della lingua ebraica
Storia,
musica e parole
Sacra
e profana, povera e ricca, antica e moderna. In occasione della
Giornata mondiale della Lingua ebraica, un momento di incontro per
scoprire sfumature e identità di un idioma,che intreccia dentro di sé
la millenaria storia del popolo ebraico e quella dello Stato d’Israele.
Così al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano si sono ritrovati Sara
Ferrari, docente di Lingua e Cultura ebraica all’Università degli
Studi, lo studioso di ermeneutica biblica Haim Baharier e lo storico
Alberto Cavaglion, in un dialogo moderato da Maria Modena Mayer, già
professoressa di Lingua e Letteratura ebraica all’Università di Milano,
e accompagnato dalla performance della cantante israeliana Yonit Shaked
Golan, accompagnata al piano da Zvi Semel. A portare i saluti della
Federazione sionistica italiana e dell’Associazione Italia-Israele di
Milano organizzatori dell’evento (patrocinato dalla Comunità ebraica),
Giuseppe Franchetti e Marco Paganoni.
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qui
roma - mercati e valori
Teologia
e problemi economici
Un
rapporto e uno scambio che affonda le sue radici in millenni di storia.
Quello tra religione ed economia è un legame che ha percorso i secoli,
con diverse evoluzioni, e che continua oggi a far emergere occasioni di
riflessione e analisi. Questo binomio, che forse per alcuni suona
inusuale, svolge da tempo un ruolo centrale negli studi di teoria
economica ed è protagonista a Roma della conferenza internazionale
interdisciplinare “Economic Theology, Theological Economics – An
interdisciplinary conference”, organizzata dal Dipartimento di Scienze
economiche, politiche e delle lingue moderne in collaborazione con
Sophia University Institute (Loppiano, FI) e con l’Associazione Heirs.
Quella che viene definita come Teologia economica è tornata
recentemente sotto la lente degli esperti e la due giorni di conferenza
– inaugurata oggi alla Lumsa University - è un esempio di questa
rinnovata attenzione. Un momento di riflessione che nasce da lontano
come dimostra il lavoro portato avanti dallo storico Giacomo
Todeschini, docente di Storia Medievale all’Università di Trieste e tra
i relatori della conferenza internazionale, che evidenzia come
l’Economia politica sin dalle sue fasi fondative sia stata molto
influenzata dal linguaggio e dalle categorie teologiche.
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Libri
e critiche |
Egregio
dottor Meotti, i libri si recensiscono, si stroncano, si
criticano. Succede continuamente, senza che questo sia considerata una
forma di intolleranza. Se si pubblica un libro, ci si espone a questi
inconvenienti. Quanto al fatto di non averlo letto, l'anticipazione su
Il Foglio mi era parsa abbastanza ampia da consentire una mia breve
nota critica. Prendo atto però della sua richiesta e prendo atto
dell'invito pubblico di Guido Vitale a leggere il suo libro. Farò
quindi tutto il possibile per leggerlo in modo da poter formulare una
considerazione più completa sulla sua opera.
Anna Foa, storica
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Parlare
di problemi, non persone |
La
mia scelta di non citare esplicitamente Giulio Meotti aveva lo scopo di portare la discussione
sul tema in sé (perché gli amici di Israele e degli ebrei sentano il
bisogno di usare determinati toni) evitando attacchi o polemiche
personali che erano del tutto estranei alle mie intenzioni. Chiedo
scusa se ho dato senza volerlo l'impressione opposta.
Anna Segre, insegnante
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Politica
e responsabilità |
In
uno dei passaggi più riusciti della sua intervista a “Porta a Porta”,
Beppe Grillo ha incalzato così Bruno Vespa: “Che cosa è la mafia oggi?
Guarda che si mettono insieme un banchiere, un dottore, un politico, un
commercialista, un avvocato e spesso non c’è più neanche il
delinquente!”. E via con la solfa del “sono tutti ladri”, ben
introdotta dai recenti scandali di Expo e dai servizi di “Report”
andati in onda poco prima. Dove sta l’inganno? Si potrebbero scrivere
tante cose, ma, volendo essere brutali, potremmo affermare: non sono
tutti ladri, siamo tutti ladri! In questo senso la truffa di Grillo non
è perpetrata ai danni della società italiana, piuttosto mutuata dai
vizi nazionali. Parlando di banche e poteri forti, il comico-politico
veicola la nostra (facile) indignazione su bersagli distanti e
impalpabili. È semplice puntare il dito contro l’euro, che è un’entità
astratta. Più difficile è indirizzare la stessa severità su noi stessi,
sui nostri compromessi piccoli e grandi.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Il lavoro della Memoria |
Sorte
pochi mesi dopo il rimpatrio dai Lager nazisti, le associazioni degli
ex deportati politici e razziali diedero la possibilità a tanti di loro
di tornare alla vita, anche attraverso la condivisione fisica di
quell'esperienza. Offrirono, infatti, gli spazi “sociali” entro i quali
la loro memoria si sarebbe definita, tra il dolore della parola e il
dovere della testimonianza. Ma a differenza dell’Anpi, dell’Anei e
dell’Anppia, che nacquero nell’immediato dopoguerra, l’associazione
degli ex deportati si costituì a livello nazionale solo a fine gennaio
del 1957, con un congresso fondativo a Verona. A ricostruirne le
vicende è stato Bruno Maida, nel volume appena uscito “Il mestiere
della memoria. Storia dell’Associazione nazionale ex deportati
politici, 1945-2010” (Ombre corte, pp. 256).
Mario Avagliano
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